La pandemia fa saltare la rottura dei ”carusielli” e la festa della sant’infanzia: Don Carlo rimanda a domenica 16, Don Giuseppe Nicolella ha anticipato a ieri
DON LIBERATO MORELLI UN PROTAGONISTA DELLA STORUIA PASSATA. Il quale, raccogliendo il messaggio vaticano già diffuso con Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) e da tutta L’Azione Cattolica dei passati anni ’50, otenne dal Vescovo di Ischia nel 1952 l’investitura di delegato diocesano della Sant’Infanzia su tutto il territorio dell’isola, dove spinse ed incrementò l’opera missionaria in favore dei bambini bisognosi di tutto il mondo
Oggi era la domenica, appena dopo l’Epifania, in cui in tutte le chiese parrocchiali dell’isola i bambini di ogni singola parrocchia erano chiamati alla tradizionale cerimonia della rottura dei “carusielli” . Almeno negli anni ’50 così si faceva. Era un noto sacerdote del Borgo antico di Ischia Ponte, investito della nomina vescovile di delegato diocesano della Sant’infanzia che organizzava tutto quanto, di concerto con i parroci delle parrocchie dell’isola. Questo sacerdote attivissimo, intraprendente, amato dai bambini e dai giovani dell’Azione Cattolicva e dagli studenti della Fuci, era Don Liberato Morelli di cui la storia del clero diocesano isolano giustamente mena vanto. Il ricavato in denaro contenuto nei salvadani rotti e aperti veniva raccolto ed inviato a Roma in Vaticano agli uffici per il sostegno dei bambini del Terzo Mondo.
La Diocesi di Ischia più di una volta è risultata fra le prime per densità di popolazione nella lista delle località cattoliche che mandavano ai bambini bisognosi di aiuto il maggior contributo. La cerimonia della rottura dei salvadai in tutti questi anni è continuata con uguale trasporto ed entusiasmo, gestita direttamente dai parroci delle parrocchie dell’isola. Lo scorso anno e quest’anno si è registrato una brusca frenata a causa del disagio sociale che ha provocato la pandemia seminando in parte morte e paura, ma anche autodifesa efficace con la pratica della vaccinazione di massa. Nei programmi delle passate feste natalizie solo poche parrocchie hanno previsto la cerimonia-festa della rottura dei “carusuielli” 2022. Fra queste vi sono la parrocchia di Santa Maria Assunta di Ischia Ponte, parroco don Carlo Candido. che soltanto domenica prossima 16 gennaio alle ore 16,30 celebrerà la festa dell’Infanzia Missionaria presso il Centro Pastorale Parrocchiale con la Rottura dei Salvadanai e addirittura la tradizionale tombolata.e la parrocchia di Sant’Antuono-San Domenico, parroco Don Giuseppe Nicolella,che ha “rotto” i carusielli ieri pomeriggio sabato 8 gennaio. La rottura dei “carusielli” è una seguita tradizione che si consuma ogni anno all’interno di ciascuna singola comunità parrocchiale e si aggancia per spirito cristiano e solidale alla Sant’Infanzia nell’ambito delle iniziative della chiesa cattolica a favore dei bimbi bisognosi del cosiddetto terzo mondo e non solo. I Parroci guidano quella che è stata sempre definita la “crociata della solidarietà” , ma che oggi, con il passato Giubileo di Papa Francesco, ha cambiato denominazione ed assume per logica, il più significativo nome di “crociata della Misericordia”, proprio come il messaggio giubilare trasmesso che fu trasmesso qualche anno fa a tutto il popolo cristiano. L’isola d’Ischia in merito per il passato ed il presente vanta sempre primati notevoli, distinguendosi almeno fra le diocesi della Campania sempre nelle prime posizioni nelle graduatorie ufficiali in fatto di contributi elargiti per la buona causa. La rottura dei carusielli” in stretto legame con l’organizzazione mondiale della Sant’Infanzia, rappresenta più di una buona causa. Per questo, i parroci invogliano le famiglie della propria comunità parrocchiale a prestare fede oggi meglio di ieri al papale concetto della misericordia solidale ed a rendersi utili in tutte le circostanze che lo richiedono.
I bambini sono educati a questo tipo di gesto missionario perché è stato fatto capire loro che il sostanzioso contenuto del proprio salvadanaio “gestito” per un anno intero con costanza e amore sarà destinato a sfamare e vestire bambini propri coetanei e giù di lì, di un mondo lontano, ma anche vicino per effetto della preghiera ed il pensiero di aver fatto qualcosa di buono per loro. La storia passata della Sant’infanzia legata alla tradizionale rottura dei salvadanai sull’isola d’Ischia, ha un protagonista. Si tratta di colui che, raccogliendo il messaggio vaticano già diffuso con Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) e da tutta L’Azione Cattolica dei passati anni ’50, ed ottenendo dal Vescovo di Ischia nel 1952 l’investitura di delegato diocesano della Sant’Infanzia su tutto il territorio dell’isola, spinse ed incrementò l’opera missionaria in favore dei bambini bisognosi di tutto il mondo, coinvolgendo le famiglie ischitane ed i loro figliuoli. A questi si chiedeva semplicemente di mettere da parte una moneta al giorno conservandola in un contenitore, da aprirsi subito dopo l’epifania per donare il contenuto alla buona causa dei bambini bisognosi sparsi per il mondo. Quel personaggio, instancabile apostolo della buona causa per i bambini bisognosi, era un sacerdote molto in vista del clero locale degli anni ’40, ’50 e ’60. Il suo nome era Don Liberto Morelli del Centro Storico di Ischia Ponte e canonico primicerio della . locale. Classe 7 gennaio 1901 scomparVE il 12 settembre 1980. Don Liberato era soprattutto l’animatore dei giovani ischitani del tempo, iscritti all’Azione Cattolica nelle varie parrocchie della diocesi isolan, con la promozione ed il sostegno di iniziative sociali memorabili che partivano dalla famiglia, passavano per gli stessi “suoi” giovani, fino ai bambini nella significativa età adolescenziale, coinvolgendoli in un disegno di preparazione spirituale che partiva dal basso fino al gradino della loro prima comunione. Poi il coinvolgimento nelle operazioni della Sant’Infanzia a cui Don Liberato riusciva a dare anima e corpo. La rottura dei “carusielli” o salvadanai fu un punto fermo nell’azione di recupero delle coscienze cristiane del popolo cattolico locale con la giusta e contenuta pressione sulle famiglie perché educassero i propri figli a risparmiare il soldino quotidiano nell’arco di un anno per donarlo, dopo l’epifania, ai quei bambini come loro, ma molto più bisognosi, per sopravvivere. Un fine nobile che trovò accoglienza incondizionata ed entusiastica, tanto che la Sant’Infanzia ischitana di Don Liberato Morelli bene si sposò con la candida passione dei bambini delle parrocchie dell’isola a partecipare col proprio salvadanaio riempito di tutte quelle monete risparmiate per amore della solidarietà e degli aiuti concreti, al terzo mondo povero.
Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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