CRONACA

La notte delle stelle

L’intervento integrale dell’avvocato ischitano in occasione della conviviale del Rotary tenutasi lo scorso 10 agosto

L’uomo appena pronto a comprendere si è sentito immerso nel Mondo ed ha provato Meraviglia per la radiosa bellezza della Natura. Ha scrutato l’orizzonte, ha esplorato terre e mari ed ha alzato lo sguardo al cielo. Le stelle sono state sue prime ispirazioni nella interpretazione della vita e nella ricerca delle origini e della configurazione dell’Universo. Alla bellezza delle stelle si abbina il fantastico spettacolo delle stelle cadenti o meteore che attraversano il cielo con colori intensi provocando emozioni vibranti.

Nella tradizione cristiana il fenomeno delle stelle cadenti è legato al martirio di San Lorenzo, che viene celebrato il 10 agosto, per questo le meteore sono soprannominate “lacrime di San Lorenzo” . A Sparta invece l’avvistamento delle stelle cadenti veniva giudicato segno di disfavore degli dei verso i sovrani e ciò spingeva al loro rovesciamento e addirittura a scrutare il cielo era preposto un collegio. In Mesopotamia vi erano registri interpretativi multipli e per es. se la stella attraversava la calotta da Ovest ad Est si deduceva una futura siccità. Altri popoli vedevano nei frammenti delle meteoriti i capelli delle streghe, demoni sciolti etc

Nelle credenze umane fondate da intuizioni ed elaborazioni mitiche il ruolo degli astri e dei pianeti è stato quindi centrale.

Fin dalle prime teogonie e cosmogonie del mondo greco, dal libro capitale della Genesi, dalle ancora incomprese narrazioni egizie e mesopotamiche, per tacere delle culture altre, compare la funzione creatrice della Luce; e di converso il ricco significato delle stelle la cui luminosità irradia i cieli e orienta il cammino. Per Confucio le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell’infinito. Ai giorni nostri il pittore Van Gogh diceva “Quando ho bisogno di religione, esco di notte a dipingere le stelle”. E qui dovremmo aprire il senso etimologico della Religio come di un tenere insieme nell’animo. In quella interiorità ben definita da Immanuel Kant che poi ci regalò quella straordinaria sintesi della vita umana: “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” per tracciare una connessione tra il mistero profondo dei cieli stellati e la ragione umana; una metafora per descrivere la illimitata dimensione del Cosmo e la capacità umana di perseguire ciò che è giusto e cio’ che è vero.

Nella Cultura dell’Occidente queste tesi sono state avanzate al massimo grado di potenza da Dante Alighieri il quale nell’ultimo verso della Cantica dell’Inferno proclama “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Un verso che fonda l’ ottimismo della ragione, Possibilità della possibilità per l’Umana Ragione di superare le tenebre e la sofferenza dell’ignoranza e avvicinarsi progressivamente al Bene, al Buono, al Bello; di cui è immagine finale e al tempo stesso propedeutica alla Logica, proprio il Paradiso Dantesco. Esiste quindi uno Spazio, l’Universo – le cui grandezze sono state conosciute come smisurate nel corso dei secoli rispetto alle credenze primitive le quali invece concepivano solo un cielo semplice popolato di angeli e demoni, divinità e potenze; e la terra creduta più piccola e chiusa, costruendovi un significato dell’esistenza, una escatologia, la speranza di transitare sotto forma di spirito nel cielo sovrastante.

Ads

Idea fondata molto prima e poi ben affrescata da Platone con quella sua disperata e incompleta descrizione del sovrasensibile; quale modello ideale e perfetto delle cose percepite dall’uomo.

Ads

La potenza del suo mito della caverna è razionale, mentre di poca razionalità e di mera poesia appaiono i miti sulla reincarnazione e la metempiscosi tratti dal Fedone e dalla Repubblica; talchè appare davvero innovativo e rivoluzionario il messaggio cristiano di redenzione e resurrezione come contenuto di rovesciamento dell’ordine antico e come via razionale per la Verità. Anche considerandolo laicamente. In fondo cosa è la Croce se non il bagliore ortogonale di una stella lontana che giunge ai nostri sensi e penetra nel campo della Ragione.

Le stelle quindi come riflessione finale sulla grandezza dell’universo e come simbolo del Bene.

Ma Seneca ricorda “Non è facile la via che porta dalla terra alle stelle” E i grandi Poeti, come Virgilio nell’Eneide prima di Dante, indicano il cammino dicendo “Così si sale alle stelle” .

Ma nel mondo latino circolava anche un monito “Per aspera ad astra” ovvero dalle asperità alle stelle, sottolineando le difficoltà del percorso spirituale o esistentivo prima di conquistare la vetta.

Sicchè la grande metafora delle stelle sovrasta lo svolgersi della vita umana e orienta non solo il cammino dei viandanti ma lo stesso vivere di ognuno.

E’ il caso paradigmatico della Stella Polare. Una stella polare è visibile a occhio nudo ed è allineata con l’asse di rotazione di un pianeta. La stella polare terrestre fa parte dell’Orsa Minore o Piccolo carro.

Nella storia sono state diverse le stelle definite polari a causa della rotazione terrestre da Vega a Thuban. Nella tradizione esoterica la stella polare è sinonimo di forza stabile, di saggia conduzione della propria vita, Una stella polare è una bussola per la Ragione e per la Coscienza, è la sintesi di un Insieme di Credenze che invitano ai principi più alti della umanità come conoscenza, servizio, tolleranza, accoglienza, amicizia, amore nelle tante declinazioni che che ci ha lasciato la cultura greca.

L’astronomia e l’astrologia costituirono anche credenze e strumentazioni di orientamento nell’intento perseguito anche con magia, cartomanzia, medianità di piegare le forze naturali a un corso voluto.

Le meteore per alcuni erano manifestazioni delle anime dei defunti che liberatisi dal purgatorio

reclamassero preghiere, per altri segnali di calamità o di fatti straordinari in divenire. In una gradazione della stabilità la luminosa Sirio o le costellazioni dell’Orsa Maggiore e il vasto imponderabile firmamento rappresentavano l’ordine apparentemente immobile della creazione; mentre le meteore e le comete erano manifestazioni turbative di quell’ordine dato. Non a caso la stella Cometa annuncia la nascita di Gesù che sovverte l’ordine del Mondo e cambia radicalmente la storia e suscita il cammino dei Re Magi per andare a visitarlo. Ci sono periodi dell’anno e particolarmente quello estivo nei quali si osserva il maggior numero di meteore che attraversano il cielo come ad agosto con le Perseidi. Ci sono stati anni di eventi straordinari con migliaia di avvistamenti in piu’ giorni; come una benefica pioggia di luce che incanta e sgomenta.

In un unico tempo dunque la Ragione ha portato l’Essere Umano a investigare sempre più in profondità il cosmo; e con l’ausilio di microscopi e telescopi a cercare la luce della verità dai batteri alle galassie, dalle particelle subatomiche alle stelle. Si è tentato di sussumere sotto regole fisse la molteplicità dei fenomeni fisici ed astronomici per ottenere conoscenze stabili e vere.

In una sorta di gioco di specchi, in una sorta di Ologramma nel micro si ritrova quello stupore del macro che amplia ed espande le conquiste dell’intelletto e della scienza. Già Eraclito affermava che la via in giù e la via in su sono la medesima.

Ma siccome la contraddizione è la natura intima del reale dice Goethe, la stabilità è il permanere sono un miraggio per l’uomo che è solo un essere mortale in balia delle forze universali.

Esso resta allora ad osservare le tante manifestazioni naturali come il passaggio di una meteora che porta una luce improvvisa nel buio e solca a velocità straordinarie la volta del cielo. E’ quella fisis, quella natura che si apre e si manifesta da sé che un mistico del seicento Angelo Silesio ha saputo spiegare con una poesia che è il modo di pensiero più mirabile “La Rosa è senza perchè; fiorisce poiché fiorisce; di sé non gliene cale, non chiede di esser vista”. Già alludere alla Rosa come Mistero è gigantesco ma il poiché utilizzato per spiegare il perchè allontana la ragione dell’Uomo e lo mette al cospetto della Creazione.

Ancora più intenso il dialogo a distanza di secoli tra Kant e Heidegger, il primo tratteggia una coscienza stabile, una ragione interiore capace di discernere; e individua dei principi primi di funzionamento dell’intelletto come il principio di identità, quello di non contraddizione e aggiungeremmo quello del terzo escluso. Heidegger dice che di ogni cosa noi cerchiamo infatti questo fondamento; ma ci dimostra che anche i principi supremi galleggiano sull’evanescente utilizzando la Doppia tesi del fondamento. Che afferma con un tono “Niente è senza ragione” ovvero ogni cosa ha un fondamento; mentre con un altro accento denuncia “Niente è; senza ragione”.

La luce delle stelle ha illuminato la notte dello spirito, ha guidato le carovane nel deserto e ha costituito un riferimento per i marinai di navi piccole e grandi.

Con lo spirito di Kant il cielo stellato rischiari le tenebre delle superstizioni e faccia lievitare in noi la Ragione, che, sola può condurre alla pace tra i popoli e all’amicizia tra gli uomini di tutta quanta la terra.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex