La mostra Mariana per il centenario dell’Immacolata
Noi procidani ci siamo talmente abituati a vivere in questo parasiso di bellezza che non ci facciamo più caso fino a sottovalutare delle situazioni ed espressioni della nostra isola. Eppure siamo carichi di storia, di tradizioni, di funzioni religiose e civili che spesso siamo portati a sottovalutare. Alcuni giorni fa nel pomeriggio (unica stonatura un caldo bestiale) mi son recato presso la casa canonica della chiesa della Madonna delle Grazie ove è stata allestita una mostra mariana in occasione del centenario dell’incoronazione della Madonna. Trovarsi ed aggirarsi per la canonica della chiesa, messa a nuovo per l’interessamento del parroco Marco Meglio, ti dà una sensazione di nuovo, di arioso e di pulito. Io ricordo quelle finestre basse che affacciavano su salita Castello. Spesso, dal momento che ci passavo tutti i giorni per recarmi al carcere, vi scorgevo alla finestra la sorella del parroco don Antonio Florentino. E’ una casa bellissima, luminosa, composta da diverse stanze ed una lunga scala che conduce in chiesa. Il parroco don Antonio faceva “casa e puteca”. Due terrazzini interni danno sulla Corricella. Ditemi voi se non siamo in paradiso! In questi locali è stata organizzata la mostra mariana. Il factotum ed il deus ex machina di tutto è Gerardo Cerase che mi ha accolto con entusiasmo ed ha preso a narrarmi le vicissitudini della chiesa. Il suo è stato un lavoro molto approfondito perché sprsso nel parlare si unseriva la parola “curia”come a voler ribadire che ciò che andava dicendo aveva l’avallo degli orgabi ecclesiastici. Io ho avuto sempre un debole per questa chiesa.
Insieme al quartiere su cui sorge costituisce un microcosmo stracarico di storia e tradizione. Mi sono affacciato alla finesta della canonica. E’ uno spettacolo che ferma il respiro. Il palazzo De Iorio sulla destra e ti ricordi che si dovette assistere all’estinzione di questa famiglia per poter erigere la cupola della chiesa. Cupola che è un capolavoro di ingegneria: in bilico sulla roccia franosa con le case sottostanti della Corricella che le fanno da base. Certo chi si affacciò a questa finestra vide passare gli impiccandi del ‘799. E sembra udire ancora le grida della folla in piazza che dileggiava i condannati “U’viso!” grido una donna: lo voleva vedere in viso il condannato che si manteneva ostinatamente con la faccia rivolta a terra. In questo brodo culturale che spazia dal religioso, al politico, al tradiziona .popolare che nasce questa mostra. E non poteva essere diversamente! Ina serie di foto antiche in cui ci si esercita nell’amarcord dei ricordi; Piante antiche della chiesa, fino al 5000 solo con la navata centrale e poi furono aggiunte le cappelle laterali. E’ per questo che questa chiesa, caso piuttosto unico, è più larga che lunga. Altro aspetto interessante sono gli ex- voto, quasi tutti in argento, ma con una buona porzione in oro e perle- Ha richiamato la mia attenzione una coppia di candelabri d’argento. dono della regina Vittoria ad un comandante di un velero procidano. Scotto di Monaco, residente nella Spianata. Questi poi li donò alla chiesa. La mostrs messa in opera alla Madonna delle Grazie è estremamente interessante per tutta una serie di implicazioni. E’ sicuramente da visitare!