La malasanità campana e l’appello: «Alberto resisti, Procida è con te»
Un’incredibile disavventura occorsa a un isolano d’adozione che è vittima di un tumore ma soprattutto di un sistema sanitario che non smette mai di funzionare… male
Alberto Falco è un amico di Procida. Ha sull’isola tanti amici. E’ un musicista. Ha insegnato tanti anni qui a Procida in una scuola privata. Ora però è vittima di un tumore che lo perseguita da un pò di tempo, ma soprattutto è vittima di malasanità. In ospedale, durante il suo ricovero per gli accertamenti e le terapie ha contratto il Covid 19. Da quel momento è abbandonato a se stesso. Ha aspettato più di un mese invano una biopsia. Ma nessuno gliela faceva. Ora aspetta da da un mese una terapia. Ma nessuno si accorge di lui. La tanto declamata sanità campana di De Luca si infrange davanti ad un uomo che chiede solo di essere curato finchè c’è speranza di guarire.
“Sta impazzendo, non sa se è giorno o notte, non ci sono neanche finestre in quel container del covid center dell’Ospedale del Mare. E’ solo. Tremendamente solo” esclama la moglie, lanciando il suo dolore nella speranza di essere ascoltata e, sopratutto, nella consapevolezza che in Campania abbiamo una sanità che è tutt’altro rispetto al’efficienza e alla dignità del malato.
A raccontare oggi il calvario di Alberto ci pensa il quotidiano “La Repubblica”. Alberto è da due mesi nei moduli prefabbricati. Solo, senza cure, semi-paralizzato e in peggioramento. Come ci ha raccontato il quotidiano in queste settimane il 53enne musicista non riesce a ottenere l’assistenza necessaria, nonostante gli appelli e la denuncia della moglie Raffaella. Il ” paravento”, come lo definisce la donna, dietro cui si cela la disorganizzazione della Asl è sempre lo stesso: il paziente è positivo ( asintomatico) al SarsCov- 2. Come se il bollino “coronavirus positivo” dovesse prevalere su qualsiasi altra patologia, facendo passare in secondo piano anche un tumore. Per fare la biopsia e valutare la natura della massa cerebrale ci sono voluti 40 giorni e una diffida di un legale.
“Solo dopo la denuncia di Repubblica lo hanno operato ” dice Raffaela . È il 18 giugno quando l’ equipe neurochirurgica, guidata da Giuseppe Catapano, rimuove la lesione di cui non si conosceva la natura e la massa asportata arriva in Anatomia patologica. Qui gli specialisti confermano il sospetto: metastasi. Alberto dovrebbe essere trattato al più presto, ma l’Ematologia dell’Ospedale del Mare diretta dalla primaria facente- funzioni Angiola Rocino non decide.
“All’inizio mi dissero che bisognava aspettare l’evoluzione del post-operatorio. Della situazione di Alberto avevo informato il primario del Cardarelli, Felicetto Ferrara, che lo segue dall’esordio della malattia e a cui era stato inviato il referto istologico. Ferrara restò di sasso quando seppe che Alberto era ancora lì, nel Covid center, convinto che fosse stato dimesso. Comunque, sulla scorta delle analisi, consigliò di intraprendere quanto prima un protocollo terapeutico. Da quel momento in poi, i contatti tra i due (Ferrara e Rocino, ndr) si interruppero, non so la ragione di questo stop comunicativo ” . Intanto Alberto peggiora.
“So che la situazione sta precipitando e io temo il peggio, come pure lui che ormai ha perso ogni fiducia – dice ancora Raffaella nel suo racconto a Repubblica – sono tornata dalla primaria a sollecitare l’inizio di una terapia, ma continua a rispondere che sarebbe pericoloso ipotizzare adesso un protocollo terapeutico. Eppure mi sono informata, ho avuto da Ferrara anche i nomi dei tre farmaci per la chemio, e se anche non la potesse fare, ci sarebbe la radioterapia che sembra indicata in alternativa. Ed è gravissimo, perché il servizio di Radioterapia è a trenta metri da Alberto, nell’Ospedale del Mare. Ieri sono andata dall’avvocato: questa non è assistenza. Gli negano le cure, non hanno contenuto la lesione, è peggiorato, potrebbero esserci danni permanenti. Certo, sono malattie del cui esito non si è mai sicuri, ma in molti casi e la dovuta tempestività il male è curabile, lo conferma la comunità scientifica. Ovviamente, se trattata nei tempi e nei modi giusti. Tutto questo con Alberto non sta succedendo”.
Vogliamo dire a Raffaella di continuare la sua battaglia di denuncia. Vogliamo dire a tutti di esprimere il proprio disappunto per le sofferenze dei malati quando la sanità non funziona. Vogliamo dire alla politica di far sentire la propria voce. Vogliamo dire ad Alberto non mollare perchè anche Procida è con te!!!
La sanità in Campania è allo sfascio come al nord è andata bene con il covid e il governatore si è nascosto dicendo che ha agito bene ma ha nascosto tutti i tagli fatti perché se andava bene in tanti non sarebbero e continuano a salire al nord per curarsi ci hanno solo buttato fumo negli occhi e ora si continua a dare la colpa a virus si deve solo denunciare e fare intervenire i mezzi di comunicazione per avere visibilità. ..poveri noi