La frana, la fiaccolata e la presenza (inopportuna) dei politici
I sindaci isolani anziché accendere fiaccole e scendere in piazza, facciano finalmente il proprio dovere all’interno delle istituzioni, a Ischia come a Napoli e come a Roma dove i loro amici di partito governano anche grazie al loro sostegno elettorale
La tragica alluvione di Casamicciola Terme del 26 novembre 2022 ha messo completamente a nudo il pietoso stato di abbandono a cui i rappresentanti politici del nostro Paese, a tutti i livelli istituzionali, hanno condannato l’intero territorio dell’isola d’Ischia da oltre cinquant’anni a questa parte. Infatti dopo che a seguito dell’alluvione del 1910 per circa settant’anni le colline casamicciolesi sono state messe in sicurezza con la creazione di alvei e briglie che avevano lo scopo di mitigare il rischio idrogeologico da sempre elevatissimo sull’isola Verde, dagli anni ottanta ad oggi non è stato fatto più nulla.
E nulla è stato fatto, nonostante i milioni di euro stanziati, nemmeno a seguito dell’alluvione del 2009 che sempre a Casamicciola stroncò la giovane vita di Anna De Felice. Nulla per decenni hanno fatto i sindaci dell’isola d’Ischia a partire da quelli degli ultimi vent’anni, le giunte regionali che si sono succedute a Palazzo Santa Lucia e i governi nazionali. E così mentre si spera che almeno questa volta vengano individuate e duramente condannate le responsabilità istituzionali che ci sono dietro la mancata messa in sicurezza delle nostre colline e che venga fatta giustizia per le dodici giovanissime vittime della frana che ha spazzato via parte dell’abitato di via Celario, gli sfollati ed i sopravvissuti vivono l’angoscia di un presente fatto di rabbia e di dolore e di un futuro privo di qualsiasi garanzia a tutela di chi ha perso la casa, proprio come avvenuto per i circa duemila sfollati del terremoto il cui tempo sembra essersi fermato a quel maledetto 21 agosto 2017.
Ebbene, ad un mese esatto dalla tragica alluvione della fine di novembre, a Casamicciola Terme si è tenuta una partecipata fiaccolata di popolo in ricordo delle vittime. Una fiaccolata politicamente strumentalizzata dalla presenza inopportuna dei sindaci che istituzionalmente parlando rappresentano proprio parte di quello Stato responsabile dell’abbandono del nostro territorio. Primi cittadini che in alcuni casi sono in amministrazione da oltre trent’anni come il sindaco di Forio Francesco Del Deo, Giacomo Pascale di Lacco Ameno ed Enzo Ferrandino di Ischia. Sindaci, questi ultimi, i cui comuni dal punto di vista del rischio idrogeologico presentano criticità enormi e, nonostante questo, la messa in sicurezza ovunque appare da sempre una chimera. Volete qualche esempio? Eccoli. Nel Comune capoluogo di Ischia, nonostante l’alluvione che nel 2006 provocò la morte di Luigi Buono e delle sue tre care figlie, nonostante i proclami e le promesse, la collina di Monte Vezzi non è stata mai messa in sicurezza e ora ad ogni allerta meteo si rischia di dover fare evacuare parte dell’abitato come avvenuto di recente.
Ma non è tutto. In questi anni la giunta di Enzo Ferrandino, a pari di quella che l’ha preceduta, non ha provveduto nemmeno a far realizzare le palazzine per le poche famiglie sfollate rimaste prive della casa e i cui componenti a tutt’oggi sono costretti a vivere in una sorta di campo Rom allestito con delle roulotte a pochi passi dalla centralissima piazza degli Eroi: che vergogna! Comune di Ischia che presenta criticità idrogeologiche ovunque, sulla costa e nella zona collinare di Campagnano. Nel Comune di Forio il rischio idrogeologico non preoccupa solo in collina dove nel 1910 l’alluvione spazzò via parte del quartiere di Monterone, ma anche e soprattutto sulla costa dove, ad esempio, diventa sempre più precaria e pericolosa la situazione in cui versa la parete che costeggia il lungomare Giovanni Mazzella di competenza di Città Metropolitana. Anche qui chiacchiere e lavori fatti male, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione con la strada a perenne rischio chiusura. Per quanto concerne Lacco Ameno dove nella zona collinare presenta le stesse criticità di Casamicciola, il crollo di qualche giorno fa di un enorme masso in zona Montevico, dimostra che ovunque il pericolo è sempre dietro l’angolo per residenti e passanti come anche nei comuni collinari di Serrara Fontana e Barano i cui costoni andrebbero quotidianamente monitorati onde prevenire nuove potenziali tragedia. Per non parlare della costa dei Maronti e del restante dell’Isola. Rispetto a questa drammatica fotografia del rischio idrogeologico sulla nostra Isola, i sindaci isolani nonostante assieme a regione, parlamento e governo nazionale, dove da sempre siedono loro amici di partito che di volta in volta contribuiscono anche a fare eleggere, non abbiano fatto nulla negli ultimi decenni per rendere meno pericolose le colline dei loro rispettivi comuni cercando soluzioni per mitigare il rischio idrogeologico attraverso l’intervento delle Istituzioni competenti, hanno pure la presunzione di guidare sfollati e sopravvissuti nella rivendicazione dei propri diritti strumentalizzandone il dramma ed il dolore: assurdo! Al popolo di Casamicciola, ferito a morte dall’ultima tragica alluvione, consigliamo di fare tesoro delle prese in giro che il potere politico a tutti i livelli istituzionali ha riservato loro negli ultimi anni e di non consentire più a nessuno di strumentalizzarli. Oggi, più che mai, il popolo di Casamicciola ha bisogno di organizzarsi e di lottare per chiedere con forza ed ottenere la messa in sicurezza del territorio e garantire una casa a chi l’ha persa sia a seguito del terremoto che dell’alluvione. E se da parte della cittadinanza ci sarà questa determinata volontà, noi saremo pronti in ogni momento a sostenere la lotta dei casamicciolesi. I sindaci isolani anziché accendere fiaccole e scendere in piazza, facciano finalmente il proprio dovere all’interno delle istituzioni, a Ischia come a Napoli e come a Roma dove i loro amici di partito governano anche grazie al loro sostegno elettorale.