La frana di Casamicciola e l’hit parade delle bufale
Sulle testate giornalistiche e nelle trasmissioni televisive nazionali impazzano le opinioni sulle cause della tragedia, spesso caratterizzate da eccessiva superficialità e luoghi comuni ormai logori
Non hanno atteso nemmeno che i soccorsi recuperassero tutte le povere vittime dal fango, e già l’intera isola d’Ischia è stata sommersa dalle ormai stucchevoli accuse, prevalentemente legate all’annosa questione dell’abusivismo. Una piaga, quest’ultima, che senza dubbio non smette di dispiegare le sue dannose conseguenze, ma che adesso è diventata una cartina tornasole da applicare a qualsiasi vicenda ischitana. Una serie di polemiche, spesso pretestuose e basate su logori luoghi comuni, mentre ancora è in corso la ricerca dei poveri corpi straziati dalla furia della frana, originatasi sulla sommità del monte. Ecco la prima delle accuse del tutto strumentali: una frana prodotta dal distacco del terreno scivolato sullo strato argilloso che ha accelerato la colata verso le zone boschive sottostanti, fino ad arrivare alle zone abitate, e che dopo aver travolto alcune case è giunta fino al mare, attraversando il centro storico del paese, viene attribuita pressoché esclusivamente all’abusivismo e alla cementificazione.
Diversi giornalisti puntano il dito contro la legge di ricostruzione come di un “nuovo” condono, quando in realtà si trattava di applicare la procedura della legge dell’85 anche alle due successive normative condonistiche
Semmai, l’abusivismo è uno degli aspetti relativi alle conseguenze della frana, e non certo l’unico. Tuttavia nella giornata di ieri alcuni quotidiani nazionali aprivano la prima pagina affermando che la tragedia sarebbe stata annunciata dalle segnalazioni inascoltate dell’ex sindaco di Casamicciola Giuseppe Conte, il quale aveva messo in allarme le autorità circa lo stato di alcuni alvei di raccolta delle acque, la cui manutenzione è ancora bloccata da schermaglie burocratiche tra i diversi enti coinvolti, schermaglie che noi de Il Golfo abbiamo sempre puntualmente documentato negli anni, pubblicando anche le stesse segnalazioni dell’ingegner Conte.
Eppure il distacco del materiale franoso che ha originato la tragedia di sabato prescinde dallo stato dei pur importanti alvei segnalati. Tuttavia la maggior parte dei quotidiani in prima pagina ha puntato il dito su abusi e condoni. Ecco, quest’ultimo tema è stato cavalcato con forza, a sproposito, soprattutto nelle accuse rivolte all’ex premier Conte, reo secondo alcuni giornalisti di aver avallato un presunto “condono” nel 2018. Alle rimostranze di Conte, che ha ribadito di non aver mai firmato alcun condono, testate anche autorevoli come “Repubblica” hanno affermato che era lo stesso testo della norma a smentirlo perché citava espressamente la parola “condono”: ebbene, è invece noto che la legge del 2018 era diretta a velocizzare le vecchie pratiche delle istanze di sanatoria risalenti alle leggi del 1994 e del 2003, dunque venti e trenta anni fa, applicando ad essere lo schema procedurale della legge 47/1985, allo scopo di dare la possibilità a chi ne avesse diritto di ottenere il titolo abilitativo, a sua volta necessario per accedere ai contributi di ricostruzione post-sisma. Dunque, sia a livello testuale che sostanziale non si è trattato di una nuova legge condonistica, ma semplicemente di una modifica sulle procedure, che peraltro non garantiva il rilascio del titolo edilizio. Eppure la grancassa mediatica sta battendo con forza su questo equivoco, non si sa se per superficialità – ormai abituale quando i media nazionali si occupano di Ischia – o per malafede. In entrambi i casi, non si rende certo un buon servizio alla ricerca di cause e responsabilità.
Matteo Renzi ha accusato l’ex premier Conte di aver avallato addirittura una riapertura dei termini delle precedenti norme di sanatoria, ma la legge del 2018 non ha mai previsto una tale eventualità
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Altra “bufala” sdoganata nel dibattito che impazza sulla stampa e nelle trasmissioni televisive è quella strettamente collegata all’inesistente condono, ma accreditata persino da Matteo Renzi, il quale in riferimento alla legge di ricostruzione del 2018 ha parlato addirittura di esplicita riapertura dei termini dei condoni precedenti: un’accusa rilanciata dai media compiacenti, ma completamente destituita di ogni fondamento in quanto non è mai stata prevista da nessuna disposizione legislativa. Ma tant’è, il can-can è ormai innescato e per il grande pubblico sembra un dato assodato che la frana dalle propaggini più alte dell’Epomeo sia stata causata dagli abusivi. Nelle ormai inflazionate dirette televisive che da sabato inondano le trasmissioni, alcuni sindaci isolani come Del Deo e Pascale hanno provato a sottolineare le inesattezze, le approssimazioni, la superficialità nel dibattito dei media, ma il loro tentativo è sembrato simile al voler fermare a mani nude un fiume di fango, stavolta mediatico, mentre diverse vittime giacevano ancora sepolte sotto quello che sabato ha ancora una volta straziato la comunità locale.