La Forio degli anni ’50 rivive nel nuovo thriller di Eduardo Cocciardo
Di Isabella Puca
Forio – Forio torna a essere cuore pulsante di cultura e lo fa, questo giovedì, in un doppia veste. Da una parte protagonista, dall’altra location della presentazione dell’ultimo libro di Eduardo Cocciardo “Gli alfabeti della morte”. L’ attesa era tanta, dopo presentazioni fuori dalla nostra isola, finalmente, il libro approda qui dove è nato e lo fa in un luogo speciale come solo il bar Maria sa essere. È infatti la Forio degli anni ’50 proprio quella in cui Maria Senese serviva ai tavoli dov’erano seduti grandi della letteratura mondiale, a essere protagonista del nuovo thriller di Cocciardo che si preannuncia essere una delle letture più quotate per l’estate. A moderare l’evento Ciro Cenatiempo, saranno presenti l’autore e l’editore Fabio Dessole. A far rivivere i personaggi del libro ci penserà l’attore Leonardo Bilardi che renderà performativa la presentazione. Maria Senese, il poeta Auden, il diplomatico Louis Collado chiamato “il cubano” e ancora lo scrittore Truman Capote torneranno in vita grazie ai testi scritti da Cocciardo; tra questi troviamo anche personaggi ancora viventi che dell’isola continuano a fare la storia come Mariolino Capuano e Gino Coppa. «É una lettura che aiuta a conoscere un’altra isola, selvaggia, misteriosa ed affascinante. Un’isola di cui oggi, purtroppo, non resta molto». È così che ne parla l’autore, emozionato per l’evento. Scrittore, attore, regista teatrale e cinematografico, ha studiato, fra gli altri, con Dario Fo, Laura Curino, Lello Arena e Carlo Boso. Autore di numerose commedie teatrali, di cortometraggi, mediometraggi, documentari e di un lungometraggio, vedrà un suo lavoro protagonista anche per l’Ischia Film Festival; parliamo de “La mezzanotte Rossa” sequel della mezzanotte bianca che, già precedentemente selezionato al Fi Pi Li horror festival sarà visibile, finalmente anche qui a Ischia. Ma torniamo al suo ultimo libro. Protagonista è Armando Santoro, ex commissario di Pubblica Sicurezza. Siamo in una Napoli del 1956 e, dopo otto anni di detenzione, l’uomo lascia il Carcere di Poggioreale. Accusato dell’omicidio di sua moglie, Armando non ha nessuno che possa adesso aiutarlo a ricostruirsi una vita. Sua figlia Sonia, che una decina d’anni prima aveva scelto di sposare il rampollo di una potente famiglia malavitosa, sembra averlo cancellato per sempre, come hanno fatto d’altronde i suoi ormai ex colleghi. Armando decide allora di credere nell’unica persona che era andato a cercarlo nell’inferno del carcere, il monaco francescano Gianbattista Salcedo. “Esiste un posto dove troverai pace”, gli aveva sussurrato all’orecchio il frate dopo averlo salvato con l’aiuto dei secondini dalle sevizie di due compagni di cella. Quel “posto” è un’isola. Ischia, la perla verde. È così che Ischia fa capolino nel thriller di Cocciardo ed è così che Armando la raggiungerà per ritrovare il suo amico frate, e soprattutto per ricominciare a vivere. Ma troppi sono gli incubi che si porta dentro. A cominciare dal “Tatuatore”, l’assassino seriale a cui aveva dato la caccia tra il ’47 e il ’48. Il killer delle matrone. Donne che governavano interi reggimenti malavitosi, ritrovate nei loro eleganti soggiorni completamente nude, inginocchiate nel loro sangue, davanti ad un piccolo specchio, coi polsi legati con del filo di ferro, ed una carta da gioco dipinta sulla schiena. Coppe. Bastoni. Denari. Un enigma che non era stato semplice risolvere. A distanza di otto anni il Tatuatore continua a tormentare Armando, mentre la piccola Ischia si rivela ben presto molto diversa da quella che aveva immaginato. Un posto dove trovare pace. Il frate lo ha attratto lì perché c’è da risolvere un altro mistero, più antico ed inafferrabile. Una strana Entità. La chiamano Tifeo, dal nome del Gigante a cui l’isola doveva le sue origini mitologiche. Tifeo sembra avere sotto controllo lo sviluppo demografico e sociale del posto. Chiunque si oppone alla sua antica partitura viene punito con una morte orribile. Così Armando si ritrova impelagato in un nuovo enigma, che correrà in parallelo con quello del Tatuatore, in un continuo battibecco fra presente e passato, fra il 1948 ed il 1956. Il resto tocca a voi scoprirlo. Appuntamento, dunque, a giovedì prossimo alle 19:00 quando Forio tornerà a essere capitale della cultura che la rende, ancora una volta, protagonista.