La finanza scopre i “furbetti” del bonus spesa
Nell’ambito di una vasta operazione eseguita su scala provinciale individuati 6 casi anche sull’isola (5 a Ischia e 1 a Lacco Ameno): hanno omesso di dichiarare un familiare con reddito di cittadinanza o percettore di naspi o si sono finti “single”. Per loro scatterà una sanzione amministrativa
Un’operazione eseguita su larga scala e che come spiegheremo tra poco ha interessato anche la nostra isola. Certo in maniera marginale ma a conferma che il fenomeno in parte è esistito ma pure che le irregolarità sono decisamente meno di quelle che erano state prospettate nel momento in cui una serie di benefit furono erogati, momento nel quale si scatenarono una serie di polemiche e certamente non mancarono ombre e sospetti sull’operato non soltanto di soggetti privati ma anche delle pubbliche amministrazioni. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito di una serie di articolati controlli disposti nei confronti di coloro che avevano percepito dai Comuni i cosiddetti “buoni spesa” Covid-19 hanno scoperto che oltre 700 soggetti hanno ottenuto indebitamente il beneficio dichiarando di trovarsi in condizione di difficoltà economica ovvero di indigenza tali da non consentire nemmeno il minimale approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità. Tradotto in parole semplici, senza quel buono non avrebbero potuto permettersi nemmeno un tozzo di pane. Non è un caso che nel momento in cui il governo centrale incaricò i Comuni di raccogliere le domande per i beneficiari, anche sull’isola a presentare richiesta furono in tanti e per pubblicare le graduatorie ci volle anche un po’ di tempo. Tra l’altro non senza intoppi, considerato che ad esempio Forio per una serie di errori fu costretto a ripubblicarla proprio mentre alcune persone che avevano ottenuto il beneficio si erano magari già recate in un supermercato ad acquistare derrate alimentari.
Ma che cosa è emerso dall’indagine delle Fiamme Gialle? Di fatto i militari della Guardia di Finanza hanno appurato una serie di irregolarità nella compilazione della domanda che, proprio perché alterata, ha consentito di ottenere il bonus spesa. La notizia che maggiormente ci interessa è che in questo giro di “trastole” è coinvolta anche l’isola, sia pure – lo ripetiamo – in maniera marginale. Sei casi di palese irregolarità sono stati registrati sul territorio, per l’esattezza cinque nel Comune di Ischia ed uno in quello di Lacco Ameno, mentre non si sono registrate anomalie a Casamicciola, Barano, Forio e Serrara Fontana, dando per scontato che le verifiche siano state portate a compimento in tutti i municipi. Siamo anche in grado di illustrarvi le irregolarità commesse dai nostri cittadini. Alcuni nella pratica avevano omesso di dichiarare che all’interno del nucleo familiare c’era un percettore di reddito di cittadinanza. Qualcun altro, invece, non aveva sottolineato che in famiglia c’era un componente che accedeva a forme di sostegno come la Naspi. E poi c’è un caso in cui addirittura il richiedente il bonus spesa non aveva proprio segnalato di avere un nucleo familiare spacciandosi per “single”. L’unica buona notizia che arriva per i cinque ischitani e per il lacchese è che se la caveranno senza incorrere in procedimenti penali. L’illecito commesso infatti è di natura soltanto amministrativa e costringerà i furbetti che sono stati “sgamati” dai finanzieri a pagare una sanzione che non può superare il triplo di quanto conseguito. Ma resta la “macchia” di aver voluto appropriarsi di un beneficio per quanto magari gli interessati sapevano di non averne diritto o quantomeno che qualche concittadino avesse la “precedenza” per condizioni davvero di indigenza assoluta.
La Guardia di Finanza ha anche stilato un report completo delle “furbate” più grosse messe in atto sull’intero territorio provinciale di Napoli. È emerso, infatti, che uno o più componenti dei nuclei familiari monitorati, a seconda dei casi, avevano ricevuto lo stipendio o una pensione, anche per cospicui importi, percepito il Reddito di Cittadinanza, indennità di disoccupazione o altre prestazioni sociali agevolate oppure alterato il proprio stato di famiglia indicando soggetti fittizi o non residenti per incrementare la somma da percepire. In una nota ufficiale si aggiunge anche che “Davvero tante le situazioni di rilievo: si va dai coniugi che hanno richiesto entrambi il bonus ma per lo stesso nucleo familiare, a soggetti che già percepivano l’assegno di mantenimento per separazione, a titolari di Partita Iva e persino a congiunti di esponenti della criminalità organizzata. Nella maggior parte dei casi è emerso che i nuclei familiari monitorati hanno indicato un ISEE con un valore inferiore a quello previsto. Emblematico, al riguardo, il caso di una signora napoletana scoperto dalle Fiamme Gialle del 1° Nucleo Operativo Metropolitano che ha presentato un’attestazione ISEE pari a 4.895 euro, ma che in realtà, come appurato, era di oltre 67.000 euro. La stessa, inoltre, deteneva risparmi sui propri conti correnti per 325.000 euro e un patrimonio immobiliare del valore di circa 36.000 euro”.
Il bilancio dell’attività dei militari è comunque significativo perché nel complesso sono state irrogate sanzioni amministrative, per indebita percezione di erogazioni pubbliche, per oltre 250.000 euro e sono stati segnalati i trasgressori agli Enti Comunali, al fine di avviare il recupero delle somme indebitamente percepite. “Le attività di controllo – continua e conclude la nota della GdF – testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito a danno della spesa pubblica nazionale, al fine di prevenire e reprimere, soprattutto in un periodo di crisi economica e sociale causata dall’emergenza sanitaria, le fattispecie di indebita percezione delle risorse pubbliche destinate alle famiglie realmente bisognose e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dall’emergenza in atto”.