La Fiaba di Ferragosto

Tanti i lati oscuri per il dott. Gioacchino Romeo sulla recente vicenda riguardante la chiusura/apertura dell’accesso al faro di Punta Pioppeto

Nel giorno di Ferragosto, nel pieno dell’estate, il dott. Gioacchino Romeo (forse per rompere l’eccessiva monotonia buonista di un giorno di festa), sul suo profilo social, ha scritto un lungo ed articolatopost che pone non pochi dubbi sulla recente vicenda riguardante la chiusura/apertura dell’accesso al faro di Punta Pioppeto.

“A dire il vero – scrive Romeo – non è farina del mio sacco, ma è bella e merita di essere conosciuta anche da chi bambino non è più. L’ha raccontata, niente meno, il sindaco di Procida che pure ha poco tempo a disposizione, considerate le incombenze gravi, continue e pressanti alle quali quotidianamente deve far fronte. E io faccio da mero trascrittore delle sue parole su FB, per evitare di alterarne il senso.

12.37 di lunedì 5 agosto 2019. Il sindaco di Procida scrive: «L’Agenzia del Demanio è proprietaria della discesa e delle costruzioni del complesso del Faro di Procida. Da qualche settimana, dopo che i funzionari con un sopralluogo tecnico hanno verificato lo stato di grave abbandono dei luoghi, hanno deciso di interdire la zona. Siamo stati informati di questo rischio, ci siamo attivati e abbiamo presentato una formale richiesta di prendere subito il bene in concessione. Difatti, contemporaneamente allo sviluppo di questa situazione, si è presentata l’opportunità di ottenere un finanziamento dalla Città Metropolitana. Siamo pronti a prenderci la responsabilità di mettere la zona in sicurezza e a riqualificare il Faro. Per l’improvviso sviluppo della situazione di oggi, che sta provocando le legittime proteste dei bagnanti, stiamo informando la Prefettura per sollecitare un positivo e veloce riscontro alle nostre richieste. Allo stesso tempo stiamo dando mandato ad un legale per far valere il centenario uso civico della discesa di accesso agli scogli liberi del Faro».

Quale sia “l’improvviso sviluppo della situazione di oggi” ce lo spiega la foto, in calce, di un avviso che enuncia un divieto di accesso in ben sei lingue (oltre alle quattro consuete, anche in russo e cinese: com’è noto a tutti, Procida è molto frequentata da turisti russi e cinesi). Dobbiamo credergli? – continua Romeo – Ma sì! Il sindaco è uomo d’onore. Perché non prestare fede alle cose che scrive? Sì, è vero che altre volte ha mentito, ma … peccati veniali e a un politico si può, si deve concedere che scappi una bugia. Specie quando magari gli serve per tirare acqua al suo mulino. Se pensiamo alla quantità industriale di menzogne, e gravi, che un ministro della Repubblica ci dispensa ogni giorno da oltre un anno, non possiamo lamentarci al confronto. Sennonché accade che qualcuno, più incredulo di S. Tommaso, vada a fare una domanda che resterà, come altre, senza risposta.

Scrive la signora Maria Esposito: “quello che non capisco è perché la chiusura del FARO è avvenuta di notte dopo le 23.00 da 5 persone arrivate dal sentiero e non dalla strada … di cosa avevano paura … perché è stato fatto tutto di nascosto? … mmmmmm … qualcosa non torna …”. E già: qualcosa non torna. Incalza un’altra persona informata: “Dino, come mai dei tizi, 2 uomini e tre donne di domenica sera alle 23, accedendo dal sentiero sterrato lato grotta dei fratelli hanno apposto il divieto e la catena con un lucchetto senza che nessuna Autorità ne sapesse niente? Non ti sembra un po’ strano?”

Anche questa domanda rimane senza risposta. Ma arriviamo al momento clou, quando, a sorpresa, viene tirato fuori il coniglio dal cilindro.

Alle 16.31 di lunedì 5 agosto 2019, il sindaco scrive:

«L’Agenzia del Demanio ha accolto la nostra richiesta, il Faro sarà dato in concessione al Comune di Procida entro questa settimana.

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Per rimetterlo apposto [recte: a posto] investiremo 350.000 euro del Piano Strategico Metropolitano, opportunità che si è aperta solo due mesi fa. Con le risorse comunali non ce l’avremmo mai fatta.

Si apre un nuovo cantiere, con il nostro massimo impegno a riconsegnare alla comunità un bene dal grande valore storico e paesaggistico».

La settimana è trascorsa, ma noi siamo ancora al buio sull’effettivo rilascio della concessione da parte dell’Agenzia del demanio.

Tralascio – continua Romeo – i peana dei soliti supporter (chi vuole può andare a leggerli) e proseguo con qualche osservazione mia. Memorabile il lavoro domenicale alle 23 di cinque persone apparentemente incaricate dall’Agenzia del demanio. Lavoro straordinario? Chissà! Certo, l’Agenzia del demanio, interpellata, non ne sapeva (non ne sa) nulla. Ci saranno dunque altri mandanti, o gli autori sono solo dei burloni? Poco credibile quest’ultima ipotesi: se così fosse, il sindaco sarebbe stato raggirato come l’ultimo sprovveduto. Certo chi ha imbastito la messa in scena non pare un genio: infila un “sarranno” con doppia “r”, notato da tutti, e sciorina una traduzione in due lingue inconsuete alle nostre latitudini. E poi: da quando in qua l’Agenzia del Demanio non preannuncia suoi provvedimenti formali al Comune in un’area di sicura pertinenza comunale? Fossi stato il sindaco, avrei fatto svolgere indagini per saperne di più: magari gli ignoti autori sono stati incaricati da suoi avversari politici, e sarebbe un fatto molto grave. Ma potrebbero anche essere persone a lui non ostili, o addirittura a lui favorevoli, e il fatto sarebbe ancora più grave.

Ma vediamo come il sindaco esce dall’impasse alla grande. Tre ore e cinquantaquattro minuti più tardi annuncia che l’Agenzia del Demanio ha accolto la richiesta del Comune di avere il “Faro” in concessione. Mirabilia: neanche a Napoleone sarebbe riuscita un’impresa simile. O lo sapeva prima e ha tenuto l’asso nella manica?

Ma questa è una fiaba, una di quelle “bellelleparabulelle” delle quali ci deliziava anni fa Lino d’Angiò imitando, in una rete televisiva locale, il cardinale di Napoli Michele Giordano. Ognuno – conclude il dott. Romeo – può togliere e aggiungere tasselli a suo piacimento, visto che nessun documento, nessun atto formale è stato citato, tutto è assertivo e apodittico, e anche i 350.000 euro sono, per ora, solo “in mente Dei”, un’invenzione fiabesca fiorita in un’isola che, grazie ai suoi amministratori, e soprattutto al suo sindaco, resta sempre il migliore dei mondi possibili”.

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