LA FESTA E’ FINITA
Madonna della Libera, dopo le polemiche e il caos arriva l’epilogo con lo scioglimento del comitato che si occupava delle celebrazioni. Il chiaro messaggio del sacerdote Don Cristian Solmonese:«La festa può essere sporcata da tante cose, ma a renderla bella sono le persone e non certo la struttura organizzativa»
Non c’è pace neanche per i Santi a Forio da qualche settimana a questa parte. Il Paradiso per loro non trova sponde all’ombra del Torrione. Resta emblematico il caso della Madonna Della Libera. Dietro il culto, le celebrazioni e gli eventi anche non religiosi che si muovono ai piedi della sacra effigie, mal si cela la guerra intestina per accaparrarsi il potere e la gestione di comitati e apparati pseudo-ecclesiali. Dossieraggi, depistaggio, lampade votive al cimitero e veline non sempre andate a buon fine hanno dato il la all’ultima stagione foriana che reca insito in sé il germe della concorrenza, tal volta sleale, e dell’invia nell’imporre, li dove portare non dovrebbe esserci. Verrebbe voglia di dire, storie di un film già visto ad ogni latitudine e longitudine. Mentre di solito alla Madonna ci si appella, pregando ed invocando, questa volta suo malgrado la Madonna si è trovata invischiata in una querelle che pare senza fine (e della quale, che ve lo diciamo a fare, la Madre Celeste evidentemente avrebbe fatto volentieri a meno). In ultimo, una serie di litigi all’interno del comitato formato in nome della Madonna e di converso qualche screzio, l’ennesimo, con il parroco Don Cristian Solmonese che ne avrebbe ridimensionato la portata rispetto al passato (don Cristian in buona sostanza avrebbe escluso un pò quelli del passato rispetto a nuove leve apparse un po’ in ombra) Il prelato in un lungo manifesto pubblico ci ha tenuto a precisaredi aver sciolto il comitato. Il tentativo è forse quello di sopire il fuoco del malcontento.
Così scrive il prete scrive i suoi particolari ringraziamenti in ordine ai solenni festeggiamenti di Maria SS. Madre della Libera. «Carissimi fratelli e sorelle,al termine di questi giorni, vissuti per rinnovare l’appuntamento annuale dedicato alla Vergine della Liberazione, è doveroso estendere un ringraziamento a tutta la comunità parrocchiale e a tutti i fedeli che sono accorsi in questosantuario.Dire grazie è rinnovare un’esperienza relazionale. In una festa si vivono tante relazioni, si ascoltano storie, ci si racconta,si vivono anche momenti brevi ma intensi. Sono proprio le relazioni con le tante persone che sono passate di qui a scrivere la bellezza di una festa: gli anziani, i bambini, i consacrati, le persone che raccontano le loro storie e di come il cuore di tante persone viene toccato da Dio in modo inspiegabile. Sono sempre più convinto che questa festa la rende bella la gente e nessuna struttura organizzativa particolare, ma il cuore delle persone che la vivono e la abitano», scrive Solmonese parlando di rapporti umani, persone, istituzioni e preti amici contattai al telefono e mai ringraziati pubblicamente prima di aggiungere: «Questa chiesa ha accolto tante persone che desidero ringraziare di cuore: le persone delle varie parrocchie, comunità eassociazioni di tutta l’isola che hanno visitato questo luogo e che con le loro offerte contribuiscono ai bisogni della festa e della Chiesa. Devo dire grazie ai sacerdoti che hanno dato un tocco di calore e di bellezza con le loro capacità a questi giorni; non ho potuto ringraziare P. Giuseppe da questa sede, ma l’ho fatto personalmente a telefono. In special modo i sacerdoti che hanno raddoppiato il loro lavoro sostituendomi durante il periodo della mia malattia in questi giorni.Desidero ringraziare le autorità e tutte le associazioni che con la loro disponibilità sono state attente ai bisogni e aiservizi necessari per lo svolgimento di questi giorni».
Infine la stoccata al comitato che temi a cn i festeggiamenti il suo mandato, quasi a volere nascondere i dissidi interni: «Al termine del mandato del comitato, come dispongono le norme ecclesiastiche, desidero ringraziare le persone che nel comitato festeggiamenti hanno collaborato con me a stretto contatto per la realizzazione di questi giorni.Le corali con i loro maestri e i gruppi di animazione musicale che hanno reso belle le celebrazioni e i momenti di preghiera.I collaboratori liturgici, che con il loro senso di lealtà e di dedizione profumano di bellezza questo santuario non solo inquesti giorni ma durante tutto il corso dell’anno». Duro l’affondo con il richiamo alla cura della “casa” contro chi la sporca e la macchia, inquinando: «Ci sono delle persone che si prendono cura di questa casa per tutto l’anno ed è bello e lodevole; inoltre, ci sono tante persone che in questi giorni hanno offerto tante cose per supportare le spese della festa: Grazie alle associazioni sportive, culturali ed ecclesiali che hanno accolto il mio invito ad essere presenti qui durante i giorni della festa. La festa è uno di quegli strumenti che il Signore ci ha consegnato per rendere visibile lui. è uno dei talenti che abbiamo a disposizione per renderlo visibile. Chissà se in questi giorni abbiamo fatto vedere Gesù. Purtroppo, questo talento corre anche il rischio di essere sporcato, macchiato, inquinato da tante cose o peggio ancora nascosto come ha fatto l’uomodella parabola».
La festa è stata sporcata sostiene Don Cristian senza mezzi termini e con parole grevi.
«La festa può essere sporcata da tante cose e quando dico “la parola festa” mi riferisco alle persone: il cuore di tante persone semplici corre il rischio di essere sporcato, intristito, corrugato da tante parole, cattiverie, tante maschere che macchiano il volto della Madonna. A Maria, come per la Chiesa, è attribuito il mysterium lunae: il mistero della luna. Il mistero della luna è sempre mischiato con le tenebre con cui compare. La luna compare sempre quando arriva la notte. Nonostante tutto, le tenebre fanno apparire ancora più bello il volto della luna. Chiediamo perdono e chiedo perdono al Signore se siamo stati collaboratori delle tenebre e chiediamo a Maria una grande liberazione: dalle chiacchiere e dal lievito dei farisei che è l’ipocrisia. Tutto questo parte da noi. Una statua viene riposta per far spazio allagente. Porre un’immagine al suo posto significa che quello che Maria ci ha insegnato va messo in pratica da noi, significache la conversione comincia da noi. È brutto dire che una festa finisce, per cui è bello dire che la festa continua nella nostra vita e con la nostra vita. Su questo desiderio invoco la benedizione di Dio».Conclude il Parroco foriano mal celando l’amarezza di rapporti che si spezzano e sacri luoghi che si imbrattano.