La “favola” di Mina e il suo passato ischitano
Tutto accadeva 65 anni, nella tavernetta dell’hotel Continental di Cremona. Era l’11 gennaio del 1959, cantò una giovanissima Mina con “I Solitari”. Era il debutto di Mina con il gruppo cremonese de “I Solitari”. La Tigre di Cremona fondò il gruppo insieme a Fausto Coelli (batteria) Lino Pavesi al sax, Memo Fieschi al piano, Ermanno Scolari al contrabbasso ed Enrico Grossi alla chitarra. Fu un successo, inutile dirlo. Dopo quella serata arrivarono una serie di richieste dai locali della zona, ma anche di fuori provincia, come il night club El Maroco di Milano e addirittura l’Hotel Moresco di Ischia. Con I Solitari Mina canterà alcune delle canzoni che poi l’avrebbero resa celebre, tra queste “Tintarella di Luna”. A proposito di questo pezzo Gian Paloschi scrive nel suo libro “Quelli eran giorni!”: “Nell’estate del ‘59 Mina e I Solitari si trovano a Ischia dove si esibiscono anche I Campioni. Questi stavano provando una nuova canzone del loro chitarrista, poi diventato famoso, Bruno De Filippi. Ha un titolo curioso: ‘Tintarella di luna’. L’autore accetta di dare la partitura ai Solitari. Mina la canta ed esplode il successo. Finita la stagione la inseriranno nel film che girano per la Titanus: ‘Juke -box che urli d’amore’ poi l’edizione discografica ne decreterà il trionfo definitivo”.
La carriera di Mina era iniziata il 23 settembre 1958 a Rivarolo del Re con gli Happy Boys, che si esibirono alla serata finale della rassegna insieme ad un duo famosissimo di allora, Natalino Otto e Flo Sandon’s, protagonisti di molti successi e di una partecipazione al Festival di Sanremo. Successivamente Davide Matalon, gran patron della Italdisc, convinto dal suo consulente musicale Giulio Libano, che quando ascoltò Mina ne rimase entusiasta, le fece incidere quattro canzoni: Be bop a lula e When con l’etichetta Broadway e il nome di Baby Gate; Non partir e Malatia con l’etichetta Italdisc e il nome Mina. In attesa di capire quale delle due immagini artistiche avrebbe avuto il maggior successo di pubblico, in questa primissima fase della carriera, Mina e il suo alter-ego Baby Gate convissero sul mercato. Per saggiarne le capacità, Matalon la fece partecipare alla Sei giorni della canzone, competizione canora milanese ripresa dalla televisione. Il 1° dicembre 1958, Mina, con il brano Proteggimi, partecipò alla serata inaugurale al Teatro Smeraldo: presentava Corrado, ospite d’onore Mike Bongiorno. Arrivò terza, fu un successo. Matalon offrì agli Happy Boys l’occasione di una tournée in Turchia, ma ci fu un imprevisto. I genitori di Mina si opposero, sopratutto il padre, non voleva che la fi- glia abbandonasse la scuola. Anche Fausto Coelli decise di non partire per ragioni familiari. Rimasti a Cremona, Mina e Fausto si lanciarono in una nuova iniziativa musicale fondando il gruppo I Solitari. Coelli aveva già un gruppo musicale, gli “Arlecchino”: con Mario Dalla Noce, Pietro Bobbi, Flaminio Corradi, Alfredo Sclavo e appunto Fausto Coelli alla batteria. Per i Solitari scelse il meglio sulla piazza. Nei primi mesi del 1959 la carriera di Mina prese il volo. Nel frattempo i due dischi di Mina editi dalla Italdisc andavano straordinariamente bene, in un’epoca in cui vendere 70.000 copie era un’impresa eccezionale, i due 45 giri superarono singolarmente la quota di 100.000. Matalon le fece un contratto di tre anni, fino al 1961, con l’impegno di incidere entro l’anno due 45 giri, ossia quattro canzoni. Poi “Nessuno”, “Scritta col fuoco”, “Tua”, con gli immancabili Solitari.