La chiesa di Ischia gioisce col suo sacerdote modello, Don Camillo D’Ambra che 99enne si avvia al traguardo dei 100 anni
Don Camillo la “Perla” fulgida del Clero isolano - Un Ministro di Dio, colto, umile, zelante e buono - Don Camillo D’Ambra che si avvicina sempre più al secolo del signore, ossia al traguardo dei 100 anni di età, è stato festeggiato sul sagrato della chiesa di San Domenico prima e di San Pietro poi da una parte più rappresentativa del Clero della Diocesi isolana col parroco Don Giuseppe Nicolella in testa e da tantissimi fcdeli ed estimatori che lo hanno sempre seguito nel lungo cammino di santo e proficuo
Mons. Camillo d’Ambra, l’umile lavoratore della vigna ha compiuto 99 anni e 73 anni di sacerdozio. Don Camillo schivo com’è, ringrazia tutti coloro che lo hanno festeggiato e fa capire che gli sta bene la sua vita che finora ha vissuto volutamente “sotto tono”, lontano dal clamore di feste ed osanna per la bella persona di Dio quale è stato ed è. Ciò avviene però solo in apparenza, perché poi la sua parte, e che parte, l’ha sempre fatta da protagonista.
Nella mattina di mercoledì 18 luglio del 2021, ossia più di tre anni fa, nella Chiesa Madre di Ischia Ponte, nell’antico borgo di Celsa dove don Camillo da sempre è stato il puntuale e fedele riferimento nei tanti ruoli ricoperti, fra questi quello di parroco, Clero e parrocchiani gli tributarono una calorosa manifestazione di sincero affetto e di ringraziamento per l’impegno profuso e per lo straordinario esempio di sacerdote pio, colto, umile, zelante, buono. La perla del clero d’Ischia, così lo definì, l’indimenticabile Mons. Massimino Lauro, nel suo breve ma lapidario discorso in occasione del 60° anniversario di sacerdozio. “Mons. d’Ambra, che oggi conta i suoi 99 anni, per tutti Don Camillo, ha inalberato l’umiltà tra i suoi ideali cui si è sempre ispirato. Con il suo consueto stile che lo contraddistingue Don Camillo ha affermato: “Se ho raggiunto questa età debbo essere grato particolarmente alla Madonna che fin dall’infanzia ho venerato ed amato come la liberatrice del popolo nostro. Chiedo perdono a tutti se a volte ho deluso le aspettative, se ha fatto difetto la generosità, se ha scarseggiato la gioia”.” Ho fatto molte cose” ha detto testualmente, riferendosi agli incarichi ricoperti, facendo chiaramente capire che egli in questi anni è stato uno strumento nelle mani del Signore al quale ha docilmente piegato la sua volontà”. Don Camillo d’Ambra che si avvicina sempre più al secolo del Signore, ossia al traguardo dei 100 anni di età, è stato festeggiato sul sagrato della chiesa di San Domenico prima e di San Pietro poi da una parte più rappresentativa del clero della Diocesi isolana col parroco Don Giuseppe Nicolella in testa r da tantissimi fcedeli ed estimatori che lo hanno sempre seguito nel lungo cammino di santo e proficuo apostolato. Don Camillo è nato a Ischia il 4 novembre del 1925. Le tappe del suo lungo cammino, dello intero percorso di umile sacerdote al servizio della Chiesa hanno preso avvio dal Seminario di Ischia dove vi entrò da seminarista in erba nell’ottobre del 1936 per uno spiccato senso di vocazione al sacerdozio. Vi rimase cinque anni per poi passare al Seminario Regionale di Salerno, dove nei sette anni di sua permanenza compì gli studi liceali e teologici.
Don Camillo D’Ambra fece ritorno nella sua amata Ischia nel 1948 dove fu ordinato sacerdote per mano e con la benedizione del Vescovo Sua Ecc. Mons. Ernersto De Laurentiss prima del tempo necessario. La sua prima messa Don Camillo la celebrò nella Chiesa dello Spirito Santo ad Ischia Ponte. Dal 1948 al 1951 fu Prefetto del Seminario di Ischia, dal ’51 al ’61 ha ricoperto la carica di vice bibliotecario dell’Antoniana, poi bibliotecario ufficiale. Inoltre Don Camillo dal 1961 è stato Cancelliere nella Curia Vescovile, nel luglio dell’estate del 1967 il Vescovo Dino Tomassini lo nomina Canonico Penitenziere del Capitolo Cattedrale, il 3 marzo del 1968 lo stesso vescovo Dino Tomassini lo nomina Parroco della Cattedrale quale successore dello scomparso Cenatiempo, poi gli successe Don Ubaldo Conte. In fine è Rettore dell’Arciconfraternita Santa Maria di Costantinopoli dove attualmente è l’anima della vetusta e gloriosa istituzione e riceve per mano del sindaco Cesare Mattera la cittadinanza onoraria del Comune di Serrara Fontana. Con profonda umiltà Don Camillo ha vissuto da protagonista queste vicende diventando sempre più un approdo sicuro per quanti smarriti e delusi dagli effimeri miraggi del mondo hanno trovato in lui il consigliere e il confessore attento e scrupoloso. Ancora oggi dispensa la sua illuminata saggezza nel segreto del confessionale a chi è desideroso di ritemprarsi e guardare oltre le difficoltà e gli errori nella vita. Ma accanto alla figura dell’umile sacerdote, ai più sfugge quella che è una sua profonda, naturale inclinazione. Mons. Camillo d’Ambra ha coltivato con costanza e dedizione la ricerca storica tanto da essere stimato esperto indiscusso in materia di storia della Diocesi d’Ischia. Questo aspetto, convivendo con la sua personalità schiva e mai portata al protagonismo, tipico dei tempi che viviamo, dove si privilegia più l’apparire che l’essere, non è molto conosciuto da larga parte dei nostri distratti concittadini. Mons. d’Ambra ha investigato con certosina pazienza e raffinata competenza la storia della Chiesa di Ischia che nella fattispecie diventa storia locale, convivendo ambedue in perfetta simbiosi.
Quindi storico e ricercatore, coordinatore dell’archivio e della biblioteca diocesana, dove in eleganti e moderni ambienti è stato ordinato quanto frutto di lunghe e pazienti ricerche. Senza la sua opera tanti documenti sarebbero andati inesorabilmente dispersi. Auguri di cuore Don Camillo. “L’Isola d’Ischia, aveva scritto inoltre il compianto prof Michele d’Arco, ringrazia il Signore per il dono della sua presenza operosa, perla rara in un mondo che vive la sua difficile transizione e gli augura ancora tanti anni di proficua attività per il bene di quanti, e sono tanti, attendono la “Parola” guida per il loro cammino”. Don Camillo D’Ambra da paziente ed impareggiabile storico, aveva raccolto il testimone dal suo grande maestro mons. Onofrio Buonocore, fondatore delle prime scuole secondarie dell’isola e della Biblioteca Antoniana, unico, vero presidio culturale dell’isola. Da lui aveva appreso i primi rudimenti ed era scoppiata la vocazione per la ricerca storica. In quell’angolo bellissimo dello slargo S.Antonio, di fianco al convento omonimo, nacque il primo tentativo di mettere insieme quanto era possibile offrire in quei tempi eroici. Fu lì che Don Camillo si fece le ossa per ereditare, alla morte del suo maestro, quella istituzione che condusse con garbo, zelo e profonda dedizione. Lasciò quando le nuove incombenze, conseguenti alla nomina di Cancelliere Vescovile, non gli permisero di continuare. E l’Antoniana ebbe un lungo periodo buio. Tra le varie pubblicazioni che egli ha prodotto, per la verità sempre dietro forti pressioni dei suoi estimatori – ricordo le accorate esortazioni del compianto Vescovo Antonio Pagano – emerge un’opera fondamentale che è pietra miliare per quanti amano la storia e cercano lumi per guardare meglio ai difficili tempi attuali cercando, nel contempo, di scrutare il futuro. E’ del 1998 l’opera “Ischia tra Fede e Cultura. Storia dell’isola verde attraverso i suoi Vescovi”, pubblicata su iniziativa del Rotary Club dell’Isola d’Ischia, allora presieduto dal dott. Carmine Barile. Nella prefazione mons. Pietro Buonocore scriveva; “c’è in lui il ricercatore instancabile e tenace e lo storico attento e scrupoloso nel dare ad ogni notizia il suo autentico valore e significato…Accanto allo storico e al ricercatore abbiamo il letterato, lo scrittore forbito non senza qualche spunto di sana e piacevole ironia….E’ l’uomo di Dio che guarda la storia, cammino dell’umanità e della Chiesa con spirito soprannaturale con una grande convinzionedi fede e di amore per la missione del popolo di Dio”. L’opera era già stata pubblicata a puntate sul giornale Ischia Mondo ed il sottoscritto da direttore della testata, ne rimarcò l’eccezionalità che consentì di dare un assetto completo alle vicende storico-religiose della Diocesi di Ischia. Al sacerdote pio e zelante, allo storico ed archivista diocesano che con passione e pazienza ha assicurato la conservazione di inestimabili testimonianze di fede e di storia, la comunità dell’isola deve molto. Gli auguriamo tanti altri anni di proficuo e santo ministero sacerdotale e di continuare a ricercare, ordinare e conservare le sue sudate, preziose carte in nome di Dio e della Chiesa di Ischia che fino ad oggi ha servito con diligenza e santita e che continuerà a farlo per tranti anni ancora.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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