La Bella Ischia, ecco perché il solco è tracciato
DI ENZO FERRANDINOIn questa riflessione che mi viene chiesta dal quotidiano Il Golfo, e nella quale sempre volentieri mi cimento, vorrei partire da un presupposto. Anzi due. Il primo: credo che nessuno abbia la bacchetta magica ed il sottoscritto certo non si arrogherà tale presunzione, lungi da me. Il secondo: l’anno solare che si va a concludere rappresenta a mio modesto avviso un punto di partenza, una pietra miliare verso quella svolta ambientalista di cui necessita Ischia, che ha l’assoluto bisogno di riappropriarsi di una serie di peculiarità in grado di renderla nuovamente appetibile all’utenza turistica, in particolare quella straniera che se da qualche tempo a questa parte ha cominciato a snobbarci per preferire altri lidi avrà pure i suoi validi motivi. Non credo ci sia bisogno di spiegarsi meglio, ma lo faccio per doverosta completezza di informazione: il traffico, il caos ed in alcuni casi anche il disordine che si vivono ormai nel cuore del paese rappresentavano un biglietto da visita non più sostenibile. Ecco perché occorrevano (ed occorrono, perché tanto va ancora fatto) una serie di misure in grado di invertire la tendenza. Ma io, da figlio di Ischia prima ancora che da sindaco di questa magnifica terra, ho ben presente il fatto che certe “rivoluzioni” hanno la necessità di essere condivise e non possono essere calate dall’alto. E dunque vanno anche inculcate e fatte comprendere, anche a step ed a piccole dosi.Aver ottenuto il finanziamento per la costruzione di una pista ciclabile è un altro tassello che si va ad aggiungere a quel mosaico che risponde al nome di “Bella Ischia”, che pian piano sta assumendo forma, contorni e contenuti di un modello assolutamente praticabile e realizzabile e non certo un libro dei sogni come l’aveva definito qualche pessimista o peggio ancora denigratore della prima ora. E’ un tassello, così come lo è stato la navetta Zizì, un progetto che partito tra lo scetticismo generale è stato pian piano compreso (particolarmente nelle sue finalità, senza dubbio “nobili”) dai miei concittadini e che presto vedrà anche l’istituzione di una seconda linea. Le strisce blu e le nuove regolamentazioni, tanto vituperate e criticate, sono servite già in parte a liberare il paese da un ammasso di auto così come il nuovo parcheggio interrato di via Alfredo De Luca, numeri alla mano, non è affatto così “snobbato” come si vorrebbe far credere. Il ritorno delle domeniche ecologiche, poi, ha consentito agli ischitani di riappropriarsi dei loro spazi e di viverli in una maniera diversa da quella abituale. Lasciando il segno e soprattutto spazio alla riflessione, con tanti che si sono posti un quesito: ma davvero ci vuole uno sforzo sovrumano per rendere Ischia sempre così bella e vivibile? Ciascuno, in cuor suo, una risposta l’ha trovata.Nei giorni scorsi ho incontrato i tassisti per un confronto che è stato certo serrato ma franco, proficuo e costruttivo, com’è giusto che sia. Sono certo che anche con una categoria che tanto si è adoperata e si adopererà per il territorio ed il turismo troveremo la “quadra” ed allora anche un momento di crescita e di “scontro” avrà rappresentato un’occasione per migliorarsi, smussare delle incomprensioni e guardare avanti. Sempre nell’esclusivo interesse del paese. Quel paese che vorrei che voi tutti immaginaste come lo immagino io. Non per noi, ma per i nostri figli e per le generazioni che verranno. Se Ischia non è più quella degli anni d’oro, vuol dire che negli ultimi decenni qualche “peccato” è stato commesso. Non lavorare per porvi rimedio, però, rappresenterebbe un autentico “delitto”. Ecco perché, ripensando alla pista ciclabile che verrà, vorrei salutarvi con un’esortazione: pedaliamo, tutti insieme.* SINDACO DI ISCHIA