CRONACAPRIMO PIANO

La baracca non c’è più, la resilienza sì

I terremotati del Maio hanno lottato fino alla fine per cercare di tenere in piedi il simbolico presidio, prima di autodemolirlo venerdì scorso. Ma le iniziative non sono finite: “ E’ Simbolo di una comunità che non vuole morire, ci rivolgiamo a Mattarella e Meloni”. Ecco il testo della missiva indirizzato ai presidenti della Repubblica e del Consiglio: la nuova Piazza Maio contenga nel progetto una casetta di legno che simboleggi forza e determinazione di un popolo martoriato

Casamicciola, il “no” dei terremotati alla rimozione della baracca post-sisma ora si trasforma in appello al Governo alla tutela ed all’ascolto degli sfollati e sopravvissuti di Ischia con una sottoscrizione di circa 160 aderenti inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per conoscenza al Presidente Giorgia Meloni in cui chiedono anche un posto in cui stare. Diventato luogo di aggregazione per gli anziani, il complesso baraccale installato nel 2017 doveva abbattuto in maniera coatta la scorsa settimana, la gente del posto ha ottenuto di poterlo smontare in autonomia per recuperare i propri beni. La vicenda è stata monitorata costantemente dalle forze dell’ordine con l’importante impegno del Dottor Ciro Re, dirigente della Polizia di Ischia e ha vissuto il suo epilogo venerdì scorso quando è stato rimosso completamente. Quel luogo era il simbolo, sede e centro di protezione civile anche nella frana del 26 novembre 2022, con i suoi cimeli e gli striscioni racconta un mondo di dolore. Anche per questo i cittadini di Casamicciola hanno contestato le operazioni preliminari di rimozione della “baracca della riscossa”, come è stato informalmente battezzato il presidio. Contestualmente sono stati aperti vari canali di dialogo e tentativi di far comprendere l’importanza di quel luogo di aggregazione ed aiuto rimosso venerdi.

Sull’episodio è intervenuto anche il presidente del coordinamento cittadino di Fdi, Marco Nonno: “Il risanamento del comune di Casamicciola non può avvenire a discapito dei cittadini, rimuovere la costruzione adibita a centro di informazione e assistenza ‘attiva’ dal 21 agosto 2017 la quale ha assolto al ruolo di protezione civile per fare spazio ad uno pseudo parchi giochi in pizza di Majo, dimostra la scarsa capacità amministrativa di chi governa il comune. A piazza Majo – ha aggiunto – entro pochi giorni sarà demolita la Baracca che è stata punto di ricovero e riferimento per sfollati e i cittadini di Casamicciola chiedono un nuovo punto di accoglienza dignitoso. Nella baracca che ha assolto a funzioni di presidio di protezione civile per sette anni sono venute le più alte cariche dello stato e le forze politiche con le rappresentanze religiose, le forze dell’ordine hanno trovato qui riparo ed un punto di ristoro quando tutto intorno era distrutto rappresentando il punto di rinascita per l’intera comunità“. Cosi quelli del Majo lanciano un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier Giorgia Meloni affinché accolgano il grido di dolore.

L’appello inviato a Mattarella in maniera simbolica il 21 settembre 2024, a 2586 giorni dal sisma del 2017 “per la concessione di una casina-presidio di comunità” con preghiera di “intervento al Presidente della Repubblica” è stato inoltrato per conoscenza anche a Giorgia Meloni. “Illustrissimo Signor Presidente, Lei va il nostro appello di anziani terremotati di Casamicciola Terme nell’Isola d’Ischia: Non lasci che ci maltrattino! Non lasci che ci lascino senza un presidio di comunità un luogo dove ritrovarci nel nostro paese e nella piazza del borgo distrutto e non ricostruito del Majo. Le chiediamo di intervenire perché anche qui sia ritrovata quel po’ di umanità, ormai perduta in un mondo, un tempo il nostro borgo, avverso cui ognuno pare essere divenuto cinico ed insensibile. Il nostro auspicio è che lei raccolga il nostro appello, così che tutti si fermino e tornino a riflettere. La dignità non è un bene calpestabile ed anche noi terremotati siamo essere umani, non parassiti infestanti da spazzare via, sradicare dai propri luoghi, rappresentate come terre da “bonificare” e non come paesi un tempo abitati da gente- scrivono nella lunga ed accorata lettera- Affinché Lei possa raccogliere il nostro grido di dolore e possa intervenire affinché non ci sradichino dalla nostra Piazza. Lei ci ha onorato della Sua presenza all’indomani del tragico Sisma del 21 agosto 2017, ha avuto modo di saggiare la nostra indole di popolo mite, non lasci che ci maltrattino, usandoci forza e violenza, chiediamo solo uno spazio e la serenità di vivere questi giorni senza ulteriori assilli oltre lo scenario desolante di un paese in macerie, distrutto”.

“Gli scriventi si rivolgono alle vostre Signorie illustrissime, con l’Illustrissimo Signor Presidente Sergio Mattarella mettiamo a conoscenza dell’attuale stato anche l’Illustrissima Signora Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla luce dei recenti eventi che hanno interessato anche la “baracca” di Piazza Majo in nome e per conto di una delegazione di residenti della zona che pure sottoscrivono per conferma di quanto dichiarato” evidenziano nel documento sottoscritto dal 160 firmatari circa che poi rappresentano nel dettaglio quanto accaduto tra il 18 ed il 19 settembre con tensioni e scontri anche verbali con chi voleva imporre con la forza l’abbattimento- spiegano ancora- Grazie all’intervento tempestivo degli agenti dei Carabinieri di Ischia e all’importante mediazione del dirigente della Polizia di Stato di Ischia, Dott. Ciro Re i residenti sono riusciti a colloquiare con animi sereni con i rappresentanti del comune,l’ing. Gaetano Grasso,riuscendo ad evitare lo sgombero coatto in attesa, al momento vana, di potere avere un incontro con le istituzioni locali, il commissario per la Ricostruzione, al fine di poter inserire nel progetto di riqualificazione di Piazza Majo una casetta di legno per consentire ai residenti di incontrarsi e stare in compagnia.La “Baracca” di Piazza Maio rappresenta un punto d’incontro importantissimo per gli anziani e residenti del posto. Funge da riparo psicologico dalle avversità che i residenti hanno dovuto affrontare in seguito al sisma del 2017, in seguito al periodo emergenziale Covid e da ultimo in seguito al tragico evento della frana del 2022. Senza dimenticare che la “baracca” ha dato riparo in primis ai militari che dopo il terremoto del 21 agosto 2017 presiedevano la zona rossa; ha dato riparo alle forze dell’ordine durante i periodi emergenziali in seguito al terremoto e alla frana. La “baracca” di Piazza Majo rappresenta la Storia di questa Comunità.Alla luce di queste considerazioni atteso che i residenti del posto vogliono e chiedono che Piazza Majo ritorni a splendere senza dimenticare l’importanza di preservare il senso di una comunità che non lascia indietro i suoi anziani. Chiediamo un impegno istituzionale con tempi certi per la riqualificazione della Piazza Majo con inserimento all’interno del progetto di una casetta di legno che simboleggi la forza e la determinazione di un popolo sempre più martoriato da eventi catastrofici ma mai arresosi”.

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