Ischia sulla Via della Seta, a luglio un Festival del cinema cinese
I migliori registi del paese asiatico si confronteranno sull’Isola verde con gli esponenti della cinematografia italiana in tre giorni di proiezioni, incontri e dibattiti a margine della Festa a mare agli scogli di Sant’Anna
Da tempo
siamo abituati a conoscere i numeri straordinari del cinema americano, la sua
capacità di conquistare le platee internazionali e di imporre volti, storie e
immagini nel panorama audiovisivo globale. Ma il mondo sta cambiando e, come in
tutti i settori, anche nel cinema, l’ingegno e l’intraprendenza dei cinesi si
sta definitivamente affermando. Sarà l’isola d’Ischia, dal 26 al 28 luglio
2019, la location della prossima Mostra Cinematografica Cinese in Italia,
rassegna giunta alla sua quarta edizione, nella quale I migliori registi del
paese asiatico, e in particolare della Beijing Film Academy arriveranno sull’isola verde per confrontarsi
con autori e interpreti del nostro cinema in una tre giorni di proiezioni,
incontri e dibattiti.
A curare l’organizzazione della rassegna la Dott.ssa Manqing Fang e il Dott.
Zhang Xiaobei, presidente del gruppo Guang Hua Cultures et Media, la più
importante realtà editoriale dei media in lingua cinese. Oltre ai canali di
informazione tradizionali, la società investe notevoli risorse nello sviluppo
di nuove tecnologie informative, attraverso i siti: oushinet.com,
chine-info.com, uk.chinainfo24 e la rete TV europea. Le stesse testate
giornalistiche, utilizzano una piattaforma di Micro Buogging, con una sezione
legale “Fzone” che fornisce riferimenti mirati ai cinesi residenti in
tutta Europa. A Ischia saranno inoltre presenti i giornalisti della televisione
di stato CCTV, oltre a quelli della carta stampa e dell’ agenzia di stampa
governativa La Nuova Cina.
L’appuntamento
di fine luglio chiude una prima metà dell’estate tutta all’insegna del cinema
(prima con l’Ischia Film Festival, poi con Ischia Global Film & Music
Festival) ma rappresenta anche un’occasione per creare una solida sinergia tra
il cinema cinese e quello italiano, che già oggi, nella nuova era del progetto
“One Belt One Road” (“Una sola cintura di infrastrutture, una sola via”, quindi
una rete di vie di trasporto che attraversa tutta l’Eurasia per consentire il
trasferimento veloce di persone, merci e risorse) costituisce la principale
base di scambio italocinese a livello culturale.
«Abbiamo concesso il patrocinio morale a questa iniziativa – ha dichiarato il vicesindaco
di Ischia Luigi Di Vaia – credendo fortemente che si tratti di un’importante
opportunità per instaurare solidi rapporti con la Cina, un ulteriore modo per
far conoscere loro la nostra isola. L’evento vedrà la presenza di alcuni tra i
più importanti imprenditori nel campo della cinematografia cinese e mondiale.
La nostra volontà è anche quella di far si che esso, in parte, possa svolgersi
nella cornice della festa di Sant’Anna, per far conoscere sempre di più il
fascino della nostra tradizione e della nostra cultura».
L’apertura
della rassegna nel giorno stessa della Festa a Mare costituisce un formidabile
volano promozionale per le nostre bellezze paesaggistiche e il nostro
patrimonio culturale presso un mercato, quello della Tigre Asiatica, in
crescita esponenziale. D’altro canto, la firma del memorandum di intesa
Italia-Cina a opera del governo italiano, oltre ad aver inaugurato una fase di
intensificazione degli scambi (si vedrà in futuro a che cosa porterà, da punto
di vista degli accordi economici) ha sicuramente gettato le basi per una
vicinanza tra i due Paesi destinata a sconfinare anche in altri ambiti. Il
cinema e le serie tv, ad esempio. Senza contare che il made in Italy, specie
quello d’antan o maggiormente legato alla storia e alle tradizioni di un
territorio, ha sui cinesi una presa che va oltre l’immaginabile. Moda, vino,
cibo, film romantici e documentari sono gli attrattori su cui puntare. Bisogna
dunque, lavorare sodo e arrivare pronti se si vuole approfittare, anche in
chiave di flussi turistici, di un momento estremamente favorevole a creare
future collaborazioni tra imprenditori italiani e quelli di un Paese in
continua evoluzione ed espansione, con il suo pubblico sempre più attento ed
esigente, e che ogni anno affolla le decine di migliaia di sale cinematografiche
sparse sul vasto territorio della Repubblica Popolare Cinese. Non va
dimenticato che in poco più di dieci anni – dal 2005 all’anno scorso - le
sale cinematografiche sono passate da 4 a 31 mila, raggiungendo l’obiettivo di
1,26 miliardi di spettatori in una sola. Numeri enormi. E se un documentario
sugli Uffizi attira milioni di cinesi nelle sale, nulla vieterebbe che
operazioni analoghe per la Regione Campania (con le sue eccellenze
archeologiche e artistiche) possano suscitare eguale interesse. Per capire come
l’industria del cinema cinese si sia trasformata da entità governativa a
secondo mercato mondiale bisognerebbe poi indagare le peculiarità
socio-culturali che contraddistinguono il Paese e i piani dei grandi
capitali(sti) che stanno dietro alle aziende del settore.
Al momento è prematuro capire quali saranno gli ospiti (o i buyers, ad esempio)
della Mostra, così come confidare troppo in coproduzioni cinematografiche
(l’industria cinese prevede molti paletti), ma la stima del Paese asiatico
verso l’Italia è altissima (anche se per loro il cinema italiano è un’industria
fin troppo assistita che non viene promossa a dovere). La penseranno uguale
anche per il turismo? I dati, comunque, parlano chiaro: sulla nuova Via della
Seta passeranno non solo merci o film, ma anche turisti. Un milione di presenze
in più nel 2019. Sulla Nuova Via della Seta, quindi, non passeranno solo merci.
Ma anche turisti. Infrangendo il muro dei sei milioni di presenze, contro i
cinque milioni del 2018 e del 2017 e i 4,5 milioni del 2016. Senza contare che
tra i turisti extra-europei, i cinesi sono quelli che mediamente spendono di
più. Ben venga dunque la Mostra, a patto di considerarla un’opportunità e
non una regalia piovuta dal cielo.