Ischia ricorda e celebra le vittime della strada
Ieri mattina un corteo ha percorso il tragitto tra Fondobosso e Piazza degli Eroi: al ritorno scoperto il totem di Felice Meo in memoria di tanti nostri concittadini. Il racconto di una manifestazione che si poneva l’obiettivo di smuovere le coscienze in occasione della giornata mondiale dedicata a chi ha perso la vita sull’asfalto
L’isola, come si sa, è tristemente nota anche per i tanti, troppi incidenti sulle strade. Negli ultimi anni se ne sono verificati moltissimi che hanno scosso tutti noi, facendoci riflettere su cosa si dovesse fare in materia. Molto si è discusso sulla prevenzione con le campagne di sensibilizzazione nelle scuole per coinvolgere le nuove generazioni e vari provvedimenti sono stati adottati per rendere meno pericolose le strade. Basti pensare ai dissuasori, ai dossi e, ultimamente, ai tanto vituperati autovelox che in un paese civile dovrebbero essere accolti come un normale strumento per la sicurezza di tutti.Eppure siamo su un lembo di terra dove sarebbe auspicabile una maggiore prudenza alla guida nel rispetto delle semplici regole della strada. Ad ogni modo, ogni 20 novembre ricorre la Giornata Mondiale in memoria delle vittime sulla strada e anche Ischia ha voluto lanciare un messaggio, si spera il più incisivo possibile, con un corteo partito verso le 10,30 dal piazzale antistante il Palazzetto dello Sport.
Lì abbiamo ascoltato Paco Iovine, Presidente del Comitato “La Strada del Buonsenso”: «Abbiamo sentito il dovere di celebrare questa giornata anche nella nostra comunità attraverso un corteo e una riflessione collettiva delle troppe stragi che si sono verificate sulle nostre strade. LaGiornata Mondiale in memoria delle vittime della strada, in realtà, esiste dal 2005, ma era importante che Ischia facesse la propria parte visto il numero spropositato di vittime che si sono susseguite nel corso del tempo. I numeri sono impietosi perché ci dicono che in cinquant’anni ci sono stati più di cento morti… Crediamo che sia giunto il momento di prendere consapevolezza della situazione e cercare di fare qualcosa onde evitare altre stragiin futuro». Ha proseguito: «Questa giornata del ricordo, però, non deve essere fine a se stessa perché nella nostra comunità isolana devono farsi spazio concetti come consapevolezza e coscienza. Noi siamo i fruitori delle strade, ma dobbiamo essere consapevoli che quando ci mettiamo alla guida con il nostro comportamento decidiamo della nostra vita e, soprattutto, della vita degli altri. Auto, moto e motorini potenzialmente sono delle armi ed è ora che la collettività si renda conto dei tanti pericoli che corriamo quotidianamente. Andrebbe fatto anche un discorso per prevenire queste stragi, in particolare vorrei che si innescasse un meccanismo virtuoso con incentivi maggiori al trasporto pubblico, alle giornate ecologiche chiuse al traffico e vorrei una serie di provvedimenti atti a cambiare la situazione. Uno dei nostri compiti come Comitato, di concerto con la Polizia di Stato, è quello di portare avanti nelle scuole una campagna di sensibilizzazione perché le nuove generazioni saranno, un giorno, i futuri fruitori delle strade ed è a loro che dobbiamo dare il buon esempio».
Anche Enzo Ferrandino, sindaco di Ischia ha voluto porre l’attenzione sull’importanza di eventi di questo tipo: «È una giornata molto triste per la nostra comunità perché piangiamo le vittime, spesso giovani, che le strade hanno mietuto negli anni. Quando parlo delle strade mi riferisco, ovviamente, al presappochismo, alla superficialità e all’irresponsabilità di alcune persone che quando si mettono alla guida del proprio mezzo di trasporto non si preoccupano del prossimo. Ringrazio il Comitato ‘La Strada del Buonsenso’ che da anni ha acceso i riflettori su queste tematiche, cercando in tutti modi di responsabilizzare le persone. Noi, come amministrazione, abbiamo sposato questo progetto e stiamo cercando di puntare moltissimo sulla sicurezza stradale attraverso strumenti come gli autovelox, i dissuasori e una nuova segnaletica visibile anche, e soprattutto, di notte. Realizzeremo anche dei semafori intelligenti per consentire un attraversamento più facile nelle zone trafficate. Tutto questo è importante, ma, come ho detto prima, è necessario che prenda vita una responsabilizzazione collettiva verso il prossimo e verso tutti i temi collegati alle regole della strada. Per questo è importante puntare sui giovani e sugli studenti delle scuole di ogni ordine e grado affinché si possa creare un futuro migliore. Vorrei chiudere rigettando con forza le critiche mosse da tante personesul posizionamento degli autovelox. Ritengo che questi strumenti siano necessari e che le polemiche fatte siano inutili e sterili perché ci sono dei conclamati limiti di velocità che tutti sono tenuti a rispettare altrimenti, come è giusto che sia, scatta la sanzione». Il corteo è poi formalmente partito, snodandosi per Via Michele Mazzella, Via Antonio Sogliuzzo e Via Leonardo Mazzella alla presenza di tanti cittadini accorsi per l’occasione e di vari esponenti delle istituzioni isolane. Durante la marcia abbiamo avuto modo di sentire altre voci come quella di Felice Meo, l’artista isolano che ha realizzato il “Totem della Memoria” postonel piazzale antistante il Palazzetto dello Sport:«Mi permetto di elogiare il lavoro fatto dagli amici del Comitato ‘La Strada del Buonsenso’ che ogni giorno si fanno portavoce di tutte quelle persone che hanno perso dei propri cari negli incidenti stradali. A loro va il mio più sentito ringraziamento.
Per quanto riguarda l’opera, posso dire che sono stato coinvolto in questo progetto dalla dott.ssa Anna Di Scala. È una scultura che rappresenta una strada larga, ma che man mano si assottiglia diventando sempre più stretta. Questa mia opera ha un doppio significato perché da una parte la strada può essere vista come un luogo felice solo se vengono rispettate le normative vigenti, mentre, allo stesso tempo, può diventare un inferno se decidiamo di andare aldilà del codice e violare le più elementari leggi dello stare in comunità». Anche Raffaele Mirelli, fondatore del Festival Internazionale della Filosofia era presente e ha voluto esprimere il proprio pensiero: «Oggettivamente è stata una mattinata di grande commozione e credo che il messaggio uscito da questo corteo sia quello di prenderci cura degli altri. È indubbiamente importante la memoria di chi non c’è più, ma è ora che qualcosa si muova per davvero perché la situazione è critica. Con mio grande dispiacere noto che sull’isola non c’è ancora una vera sensibilità verso questi temi. Eppure basterebbe cambiare alcune delle nostre abitudini come parlare al telefono quando siamo alla guida, parcheggiare nei posti più impensabili, o ancora rispettare i semplicissimi cartelli stradali. Deve essere fatto ancora tanto per invertire la rotta e il mio auspicio è che questa giornata sia un monito, una specie di simbolo per iniziare a fare un discorso più ampio che veda protagonisti tutti i cittadini 365 giorni l’anno. La consapevolezza ancora non c’è a Ischia, ma è necessario scuoterci dal torpore della quotidianità se vogliamo davvero costruire un futuro migliore e più sicuro. E a farlo dobbiamo essere noi adulti, cercando di dare il buon esempio ai più piccoli». Il corteo, poi, è tornato nel luogo di partenza dove è stato presentato e inaugurato il già citato “Totem della Memoria”di Felice Meo.Molto toccante è stato l’atto conclusivo dell’evento in cui hanno preso la parola i familiari di alcune vittime. Ognuno di loro ha raccontato con voce rotta la propria esperienza personale in un miscuglio di sentimenti davvero molto forti che ha visto partecipi anche gli astanti. Infine, sono stati letti i nomi di tutti quelli che hanno perso la vita negli ultimi sessant’anni sulle strade isolane e vi assicuriamo che si è trattato di un elenco lunghissimo, quasi infinito… L’auspicio, per davvero, è che giornate come queste servano nel concreto a toccare le corde dell’animo di ognuno di noi. In una comunità che aspira a definirsi civile è necessario pensare a chi ci sta accanto, rispettando le più elementari regole del vivere in comunità affinché la memoria doni consapevolezza.