Ischia Ponte protagonista a Borghi d’Italia su Tv2000
Isabella Puca
Di Isabella Puca
Ischia – É l’isola più bella quella apparsa in televisione ieri pomeriggio grazie alla programma di Tv2000 “Borghi d’Italia” condotto da Mario Placidini. Protagonista è stato in modo particolare il borgo d’Ischia Ponte in tutto il suo essere caratteristico, ricco di arte, storia, cultura e tradizione. Il Castello Aragonese, i pescherecci e il loro mercato di buon mattino, i sorrisi degli abitanti e ancora le tre chiese, fulcro della vita parrocchiale della zona, il culto di San Giovan Giuseppe della Croce, la cucina, il forno di Boccia, l’arte, le botteghe artigiane e il museo archeologico sommerso. È Gina Menegazzi la prima a raccontare l’isola, «venivo sempre qui in vacanza, è qui che ho imparato a nuotare, ma poi ho deciso di venire per restare e ho aperto un piccolo Bed&Breakfast. I tempi dell’isola sono lenti, ma non è un male. È bello fare la spesa e fermarsi a chiacchierare con il commerciante. Sono tempi diversi da quelli della città, più umani». Dal sorriso di Gina, che ha tradotto per la casa editrice Imagaenaria il libro “l’isola nel sole”, che racchiude il racconto di una giovane coppia inglese in luna di miele qui a Ischia nel 1930, al volto del sindaco Giosi Ferrrandino che da uno dei punti più panoramici del Castello Aragonese ha accennato alla divisione in 6 comuni per l’isola e qualche aneddoto sulla sua storia. Ma le immagini parlano da sé e quella in tv sembra un’ isola paradisiaca, la stessa che spesso ci dimentichiamo di abitare. È il parroco Don Carlo Candido a raccontare le tre chiese presenti nel borgo, la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, voluta da Pietro Cossa nel 1388 che venne distrutta completamente e poi ricostruita. Al suo interno tante opere, alcune delle quali erano presenti sulla cattedrale posta su al Castello Aragonese distrutta dal bombardamento degli inglesi dalla collina di Soronzano. E ancora la collegiata dello spirito Santo voluta dagli artigiani del borgo e quel culto a San Giovan Giuseppe della Croce, il santo patrono, verso il quale gli ischitani sono particolarmente fedeli. All’interno della Chiesa dello Spirito Santo vi è infatti la fonte battesimale dove fu battezzato Carlo Gaetano Calosirto, il santo nato qui sull’isola la cui casa è ancora oggetto di culto. Nicolina Di Meglio, figlia del celebre Cocò ha invece raccontato della tradizione enogastronomica dell’isola, fatta sì di prodotti di mare, ma soprattutto d terra come il coniglio da cucinare rigorosamente nel coccio di terracotta. «Mio padre aveva grandi idee, costruì un gazebo qui sotto al castello e iniziarono ad arrivare gli amici che gli chiedevano di cucinare uno spaghetto, una zuppa di cozze e così via». A Giovan Giuseppe Lanfreschi, presidente del consorzio Borgo di Ischia Ponte, il compito di tracciare quel sottile filo rosso che collega l’arte alle botteghe artigiane, da quella recente con lo scultore De Angelis che modella le sue opere tra la gente a quella più antica con la storia di Mario Mazzella raccontata fedelmente da suo figlio Luca. Ischia, e in modo particolare il borgo, appare così un’isola di pescatori e di artigiani che riprendono per le loro ceramiche i colori del cielo e del mare. Con Giulio Lauro della cooperativa Marina di Sant’Anna, le telecamere di borghi d’Italia hanno fatto un tuffo nel passato di Aenaria, le cui rovine sono ancora sommerse nella baia di Cartaromana, ma grazie al lavoro della cooperativa e dell’archeologa Alessandra Benini stanno venendo piano piano alla luce. Nicola Mattera ha approfondito la storia del Castello Aragonese simbolo dell’isola d’Ischia, raccontando la sua storia passata e quella più recente. In ultimo è il vescovo di Ischia mons. Pietro Lagnese a parlare della sua isola dall’ufficio del Vescovado, «Ischia, pur essendo una piccola diocesi, – racconta il Vescovo – ha la vocazione dell’accoglienza. Durante la visita di Papa Giovanni Paolo II, era il 5 maggio del 2002, dal piazzale Aragonese ci invitò ad ascoltare, accogliere e amare e oggi siamo una chiesa in uscita». Il vescovo ha concluso la sua esperienza raccontando della famiglia siriana scappata dalla guerra e accolta, circa un mese fa, nella nostra isola, un esempio concreto di un’isola che accoglie.