CRONACA

Ischia patrimonio Unesco, Venia scrive a De Luca

La missiva indirizzata dall’avvocato isolano al governatore per chiedere il sostegno della candidatura a paesaggio culturale: il tutto, naturalmente, con motivazioni dettagliate e articolate

L’avvocato Luciano Venia, referente sull’isola di Fratelli d’Italia, ha scritto una nota al presidente della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca per chiedere il sostegno della candidatura Ischia-Aenaria a paesaggio culturale riconosciuto dall’Unesco da parte della Regione stessa. «L’isola di Ischia ha una lunga storia di incidenza e di importanza nello sviluppo dei popoli e delle culture del mediterraneo. Per millenni l’uomo ne ha solcato i mari e ne ha colonizzato le coste almeno dai fenici ai greci di Eubea, agli Italici e ai tanti popoli che si sono succeduti nel dominio del mezzogiorno», ha scritto l’avvocato motivando la richiesta.

Ed ancora: «Questi sono i mari dell’Odissea e restituiscono ancora gli echi di una straordinaria vicenda di incivilimento umano, di traffici, di confronto tra le culture, di diffusione di arti e tecniche, di elevazione di canti ed inni. Hegel afferma che “il mare scinde le terre ma unisce gli uomini”. E in questa chiave gli insediamenti protostorici alla Punta Chiarito con enigmatici avamposti di controllo strategico dei mari isolani, quelli al Castiglione, le testimonianze archeologiche del Monte Vico, di santa Restituta, della collina di Mazzola a Mezzavia, dei sepolcri di San Montano si sommano alle meravigliose tracce disseminate fino alla Vetta dell’Epomeo che con i suoi 789 metri torreggia sul Golfo di Napoli». Per le ricchezze culturali e paesaggistiche, Venia ritiene che «Ischia rappresenti un Unicum che include le sorgenti a mare di Cartaromana con gli scogli dalle forme fantastiche che le contornano, la chiesetta antica dedicata a Sant’Anna dove le partorienti portavano e scioglievano i loro voti, la Torre di Gevara (o di Michelangelo), il Castello Aragonese con i suoi edifici, le chiese monumentali, il carcere borbonico, il cimitero delle monache, lo specchio acqueo ricco di emissioni gassose e di praterie di posidonia, il Ponte storico e la sua apertura detta la Corrente che consente di attraversare la infrastruttura storica senza circumnavigare il Castello, la spiaggia del Muro Rotto davanti alla Siena, l’Arenile della Mandra, il carcere borbonico dove legge e umanità si davano la mano, gli scogli e la veduta di Punta Molino luogo di riprese cinematografiche per decenni, le grandi pinete pubbliche, il Lungomare Cristofaro Colombo, il Lido di Ischia ma anche le numerose basiliche cristiane del Ponte, i vicoli marinari come lo Stradone, le Chiazze, il vico di Lucione,  i Palazzi Antichi, il Litorale,  l’antica libreria, il palazzo dell’Orologio, il Museo del Mare, la fonte Mirtina, le piazze storiche, il cisternone, la fontana, il Palazzo dello Scuopolo, i luoghi favolosi dove si sono girati tantissimi film da Cleopatra con Burt Lancaster e Liz Taylor, a Il Corsaro dell’Isola verde, da Cosa è successo tra tuo padre e mia madre con Jack Lemmon a Il Talento di Mister Ripley con una delle più belle scene della storia mondiale del cinema quando dalle acque di Ischia nel film con Matt Damon emerge il corpo della ragazza, da L’amica geniale alle infinite altre pellicole ambientate a Ischia.

Ischia è davvero un Luogo di Cultura Reale non artefatto o propagandato ad arte ma veritiero e significativo per la civiltà europea». E quindi le motivazioni: «Prima di ogni altro aspetto particolare e politico, questo è il grido di battaglia, deve prevalere una tutela assoluta della Natura e della Cultura che devono tornare o diventare fattori trainanti della Nuova Ischia che risorge dalle proprie ceneri dopo la crisi di prodotto, il post terremoto di Casamicciola, la pandemia. Oltre a una ottimizzazione del servizio ricettivo e all’allestimento di una serie di altri fermenti della intrapresa bisogna quindi riscoprire le radici e trovare la genesi sommersa di quello che noi stessi siamo. Hegel definisce il mare l’elemento che scinde le terre ed unisce gli uomini. Braudel descrive nei suoi scritti con assoluta precisione il clima, i suoni, le rughe, gli afrori, i mestieri delle rive del Mediterraneo dal Nordafrica a Venezia, dalla Turchia alla Grecia. La cultura dell’Odissea. Queste onde sono le stesse dell’Odissea e questi sono i mari in cui le navi veloci degli achei, le imbarcazioni di Ulisse si aggiravano tra Ciclopi, Maghe, donne fascinose e dei. Oggi Nicos Kazantzakis finalmente pubblicato in Italia ci offre un secondo tempo di bellezza e ci narra un Ulisse inedito sin dal suo ritorno a Itaca. In ogni rigo dei classici vi sempre è un insegnamento ed un mito inteso da Giovanni Reale come escogitazione didattico-espositiva per iniziare alla conoscenza».

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