Amarcord del cuore e dei sentimenti che non muoiono mai. Ad onta dello scorrere beffardo degli anni che tutto divora e trasforma, ricordare Ischia dei primi anni del dopoguerra, è come respirare un piacevole balsamo per quelli che hanno attraversato l’epoca d’oro del turismo Internazionale, ma anche momenti irripetibili di svaghi estivi e di vita mondana isolana all’insegna della semplicità, del buon gusto, della educazione e del rispetto altrui.
Sorrideranno con sufficienza i giovani di oggi, abituati a ben altri ritmi vacanzieri, dove il by night viene consumato invariabilmente nelle assordanti discoteche, fra discutibili “emozioni” sopra le righe e sempre più frequenti episodi di gratuita violenza, ma noialtri inguaribili sognatori restiamo dell’opinione che le mode cambiano, ma alla fine c’è un ritorno alle origini che conservano valori umani autentici e incancellabili!
Il Dopoguerra (anni cinquanta-sessanta) fu un momento magico per Ischia perché riuscì a far confluire in una unica direzione tutti gli sforzi e gli entusiasmi degli isolani, desiderosi di dimenticare le dolore esperienze del secondo conflitto mondiale e aspirare, con tenacia e speranza, ad un avvenire da ricostruire, reinventare e plasmare tenendo conto delle enormi possibilità che offriva Ischia nei settori del Turismo e del Termalismo.
Quegli anni furono decisivi per mettere insieme le infrastrutture necessarie per un’Accoglienza moderna e capace di sfidare la concorrenza di altre località di villeggiatura ugualmente rinomate e privilegiate da madre Natura. La cosiddetta Riva Destra, sul porto d’Ischia, fu il primo luogo d’incontro per i vacanzieri e i turisti di spessore, con ristorantini accattivanti, Taverne e locali by night, creati dall’estro e dalla fantasia di Antonio Cervera, Gennaro Rumore, Tonino Baiocco….. Una foto d’epoca ritrae Sofia Loren a tavola da “Gennaro”. Giornalisti e fotoreporter ci ricamarono reportage formidabili che fecero il giro del mondo regalando all’isola una pubblicità preziosa per un’epoca agli inizi del suo lungo e fortunato cammino turistico!
Nell’isola by night arrivò per primo il “Monkey Bar” (1949), locale allestito in parte all’aperto, nella pineta Nenzi Bozzi alla Piazzetta. Un gruppo societario costituito da Franco Di Manso, il conte Tommaso Leonetti e il romano Fabbricatorefece da apripista riuscendo ad anticipare altri imprenditori nel creare l’attrazione notturna più in voga nelle città e nelle località più prestigiose di villeggiatura italiane. Nei locali by night si alternavano complessini musicali, sull’esempio delle jazz band americane e anglosassoni, e cantanti singoli, regalando ai danarosi clienti (l’ingresso costava ben 800 lire!) una serata musicale a ritmo di cià-cià-cià, flamengo, tango e “ballo della mattonella”, quest’ultimo il più ambito da quelli che preferivano i “lenti”, tet-a-tet- con la bella accompagnatrice!
Naturalmente gli impresari ischitani non stavano alla finestra a godersi la frescura serale e le musiche ovattate provenienti dalla pineta di Corso Vittoria Colonna. Nel 1952 ecco irrompere nelle notti ischitane il “Rangio Fellone”, night con la pista da ballo affacciata sul mare e i secolari pini per paravento, fra le cui chiome si intravedeva un cielo stellato oggi del tutto scomparso dalla circolazione!
Qui esordi Peppino di Capri, uno sconosciuto cantante proveniente dall’Isola Azzurra con un complessino agguerrito e talentuoso –“The Roker’s” ,in anticipo sui “Camaleonti”,i“Giganti”, i “Pooh”,….
Fu un successo strepitoso propiziato da ritmi jazz e canzoni napoletane rivisitate in chiave moderna, ma anche da melodie scritte da musicisti del momento e dallo stesso Peppino di Capri, fra cui le famosissime “Nun è peccato”, “Malatia”, Champagne”, Roberta, che fecero sognare intere generazioni di giovani!
Qualche albergo importante prese la palla al balzo e creò per la propria esigente clientela una Tavernetta che imitava il night club dei locali pubblici. L’Hotel Moresco tenne così a battesimo -tenetevi forti amici Lettori- nientemeno che una esordiente Mina con il nome di Baby Gate. Un complesso musicale di giovani talenti Ischitani – “I Jokers”, (Enrico Roja, Nik Pantalone, Gino Pinto, Saverio Toma e Geppino Zotti) “accompagnarono” Mina nel breve soggiorno ischitano segnalandosi per l’eccezionale bravura degna di ben altri successi nazionali!
Seguirono l’Hi F, Il Bikini, Il Castillo de Aragona dove passarono i migliori cantanti del momento, fra cui il compositore-cantante Ugo Calise, Adriano Celentano, Renato Carosone, Maria Paris, Nilla Pizzi, Sergio Bruni, Carla Boni, Gino Latilla, Roky Roberts… Gli altri Comuni dell’isola si sveglieranno dal lun go torpore in cui erano caduti negli anni della guerra e fecero a gara per animare le serate estive prese d’assalto dai villeggianti. A Casamicciola un ricco italo-americano, MaikoneBuono, aprì in un vigneto di Perrone “La Conca D’Oro”, con pista da ballo all’aperto. Idem alla Sentinella con l’Eureka e alla Marina con il Ragno d’Oro (poi ‘U Sarracino) di Fortunato Martinetti Qui si tenne la prima Edizione nazionale di Miss Italia; vincitrice Marisa Jossa. A Lacco Ameno furoreggiava ‘O Pignatiello” del cav. Angelo Rizzoli, seguito a ruota dall’Oleander Dancing “Da Marietta”.
A Forio un Complessino niente male, The Snobs, animava le serate by night alla “Conchiglia”, specie di Bar-Taverna-Risto affacciato sul mare, ad un tiro di schioppo dal Torrione. Il complesso era diretto dal grande maestro musicista Nino Colella con l’apporto del chitarrista Di Maio, dal batterista Cucinotta e di altri due componenti al basso e al sax. The Snobs incisero il disco.”Ischiastòccu te” oggi introvabile!
Si consumarono velocemente gli anni Cinquanta e Sessanta in una girandola di musiche e di balli memorabili, alla tenue luce delle candele e delle lampare guizzanti nel mare corallino di Ischia. La stagione irripetibile di un’epoca irreale si avviava al tramonto, portando con sé la magia e i sogni di un’Isola che non tornerà più.