Ischia, il consiglio cambia il regolamento e “blinda” la monnezza

Approvate le modifiche relative all’applicazione della Tari, tra cui le prescrizioni per le aziende che non intendono avvalersi del servizio pubblico di raccoltav

Via libera al nuovo regolamento per la Tari. Ieri nel tardo pomeriggio si è svolta la seduta di consiglio comunale a Ischia che aveva ad oggetto proprio quest’unico punto all’ordine del giorno. Regolamento che è stato modificato, visto che sono cambiate a livello normativo le definizioni di rifiuti urbani e rifiuti speciali, come ha spiegato il sindaco Enzo Ferrandino illustrando sinteticamente la proposta di delibera: secondo il testo unico ambientale, i rifiuti urbani sono tutti i rifiuti indifferenziati o differenziati di origine domestica, oltre a quelli provenienti da altre fonti, simili per natura e composizione ai rifiuti domestici individuati nel Codice Ambientale e prodotti dalle attività riportate dallo stesso codice, mentre quelli speciali sono i rifiuti che si producono sulle superfici destinate ad attività agricole e connesse, oltre ai rifiuti delle attività di costruzione e demolizione, di recupero e smaltimento rifiuti e i veicoli fuori uso. Inoltre, i rifiuti della produzione sono sempre e tutti speciali a prescindere dalla tipologia merceologica e della prevalenza rispetto agli urbani. Tali rifiuti non sono conferibili al pubblico servizio e sono generati nelle aree in cui avviene la trasformazione della materia, che sono pertanto escluse dalla tassa. Per le aree industriali non di produzione vigono invece le regole ordinarie in merito alla presunzione di produzione di rifiuti urbani.

Aggiornate le definizioni per le categorie dei rifiuti urbani e speciali dopo le modifiche del Testo unico ambientale

Ma la modifica forse più importante concerneva l’articolo 15 bis del regolamento, relativo agli “obblighi di comunicazione per l’uscita e il reintegro dal e nel servizio pubblico di raccolta”. In sostanza, i privati e le aziende per la raccolta dei rifiuti non sono obbligati a servirsi dell’azienda pubblica che opera sul territorio, ma possono rivolgersi teoricamente a un qualsiasi soggetto privato del settore. In pratica una sorta di “liberalizzazione” del servizio di gestione dei rifiuti.

E se è ben difficile immaginarsi un singolo privato utente che si rivolge a ditte private, meno teorica è l’ipotesi di un consorzio di strutture alberghiere che decidano di servirsi di una ditta diversa da Ischia Ambiente. Di conseguenza, l’amministrazione ha inteso delimitare in maniera precisa i limiti di tale possibilità. Il nuovo articolo 15 bis stabilisce l’obbligo di comunicazione al Comune tramite un modulo predisposto, da inviare entro il 30 giugno di ogni anno, con effetti per l’anno successivo. L’utente è tenuto alla presentazione di una comunicazione in cui vengono indicati gli immobili di riferimento, il tipo di attività con codice Ateco, i quantitativi stimati di rifiuti conferiti al di fuori del servizio pubblico da avviare a recupero, la durante del periodo non inferiore a cinque anni per cui si intende esercitare tale opzione, e comunque la ditta dovrà avere nel territorio di Ischia la disponibilità di idonea e autorizzata area per la trasferenza e lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti e degli automezzi adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti.

Domani nuova seduta del civico consesso per approvare i piani finanziari e le tariffe della tassa sui rifiuti

La mancata presentazione della comunicazione di recupero autonomo entro giugno sarà intesa come una scelta dell’utenza non domestica (quindi delle aziende) di avvalersi del servizio pubblico. Il termine del 30 giugno vale anche come scadenza per quelle utenze non domestiche che intendono riprendere ad usufruire del servizio pubblico prima della scadenza del periodo di esercizio dell’opzione di avvalersi di soggetti privati.

La modifica regolamentare stabilisce inoltre che entro il 20 febbraio di ciascun anno l’utenza non domestica che ha usufruito di servizi privati deve comunicare al Comune i quantitativi dei rifiuti urbani avviati autonomamente a recupero nell’anno precedente, che dovrà essere uguale o superiore al totale dei rifiuti prodotti nell’anno precedente. Dunque, una serie di “paletti” da rispettare per chi ipoteticamente decidesse di non avvalersi del servizio pubblico, col Comune che ha facoltà di eseguire controlli e ispezioni allo scopo di verificare la correttezza delle rendicontazioni presentate rispetto all’attività svolta e alle quantità prodotte, con sanzioni apposite tra cui il recupero della Tari dovuta e l’applicazione della disciplina prevista per le dichiarazioni infedeli. Dopo la relazione illustrativa, si è proceduto alla votazione con la scontata approvazione. Domani sera il consiglio tornerà a riunirsi, con un’unica convocazione d’urgenza, per questioni diverse, ma sempre collegate al tema-Tari. Infatti alle ore 19.00 saranno esaminati i seguenti punti all’ordine del giorno: dapprima la presa d’atto del piano finanziario del servizio integrato di gestione rifiuti per l’anno 2020, poi l’approvazione del piano economico finanziario per il 2021 della tassa sui rifiuti, e poi le tariffe della stessa Tari, con le agevolazioni e le scadenze per l’anno in corso.

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