CRONACA

Ischia e le politiche di sostegno all’economia

L’isola ha un sistema fragile perché basato esclusivamente sull’indotto turistico: ecco perché la situazione richiede allora una “legge speciale”

DI GIUSEPPE MAZZELLA

Dopo l’annuncio che i giardini termali Poseidon resteranno chiusi questa estate 2020 per i divieti e le restrizioni dell’epidemia del covid 19 occorrono forti politiche di sostegno al sistema economico dell’isola d’Ischia tutto imperniato sul turismo. La nostra è una economia da almeno 50 anni “esclusivamente” turistica, non “prevalentemente”. Ciò significa che tutto il sistema economico E sociale ruota intorno alla ricettività o ospitalità. Il commercio, i servizi la viticoltura non possono sopravvivere senza la ricettività. La nostra economia è “aperta” al mondo intero e non è “chiusa” a circa 65mila abitanti. I dati quantitativi del sistema – in estrema sintesi 50mila posti letto, 3mila imprese, almeno 6500 lavoratori stagionali e senza tener conto del “sommerso” – danno la dimensione della più importante località turistica della Campania che offre e dispone di circa il 30 per cento di tutta la ricettività della Regione. 0ra la situazione richiede una “legge speciale” sia per le cosiddette “politiche passive del lavoro” cioè almeno il 70 per cento del reddito complessivo dei lavoratori stagionali “precari a vita” nonostante il diritto costituzionale al lavoro e contributi a fondo perduto alle imprese con la stessa percentuale dei redditi dichiarati nel 2019 sia di “politiche attive” con nuovi investimenti pubblici misurati nelle opere pubbliche e nella partecipazione “diretta” dello stato e della Regione nel capitale di rischio di nuove e vecchie imprese di tutti i settori produttivi.

La legge speciale non può escludere un nuovo assetto istituzionale in un sol comune con una unica sanità locale da potenziare con un secondo ospedale o villa della salute nell’ex palazzo reale oggi superfluo stabilimento termale militare e da razionalizzare con una efficiente medicina di territorio ed un unico ente per la valorizzazione come lo è stato dal 1952 al 1972 l’evi. Dal nuovo assetto istituzionale emergerà una sensibile diminuzione della spesa pubblica il cui risparmio potrà e dovrà essere impiegato in aggiunta agli investimenti nuovi e forti pubblici e privati nella edificazione di un modello di sviluppo “programmato” con unico piano di “assetto territoriale” ed un unico piano “strategico” di una “finanza di territorio” capace anche di fare “marketing territoriale” cioè di attirare investitori italiani europei internazionali. Il momento per Ischia è decisivo. 

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