«ISCHIA, ADESSO NON DEVI FERMARTI»
Anche il 2024 ha visto un agosto sulla falsariga dello scorso anno, con tanti turisti stranieri in vacanza sull’isola. Numeri più bassi in termini di presenze ma crescita di qualità: la nuova veste dell’isola commentata dal patron del Regina Isabella Giancarlo Carriero, che spiega cosa l’ha generata e come proseguire su un solco definito “virtuoso”
La stagione, peraltro ancora in corso, è sembrata andare nel solco della continuità rispetto allo scorso anno. Numero inferiore di presenze ma qualità oggettivamente migliore. Le chiedo se condivide quest’analisi, per quanto il suo osservatorio sia decisamente “privilegiato” e a 5 stelle lusso.
«A naso direi di sì, anche se devo ammettere che per motivi lavorativi fino a questo momento mi sono mosso decisamente poco dalla mia struttura. La mia dunque rimane una sensazione, anche se la ritengo abbastanza oggettiva e veritiera soprattutto alla luce di quanto mi è stato riferito. Insomma, le cose stanno così ma c’è anche un altro dato da tenere in considerazione».
Quale?
«Andrebbe verificato, ma il sentore è quello che nell’ambito degli alberghi di fascia più alta le cose finora siano andate decisamente bene. Nelle strutture di fascia inferiore e in quelli che oggi vengono definiti bed & breakfast piuttosto che appartamenti ceduti in fitto, invece, anche in alta stagione si sono registrati dei vuoti decisamente insoliti rispetto alle tradizioni. Forse il mese di agosto avrà fatto eccezione, e sarebbe anche normale, ma i restanti periodi avrebbero confermato tale trend. Questa sintesi dimostra che effettivamente siamo davanti ad una fase positiva per l’isola perché il miglioramento della qualità del turismo rappresenta la principale molla del miglioramento e la crescita del giro d’affari del comparto a tutti i livelli. Sì, perché non mi riferiscono solo ai grandi alberghi ma anche ad attività di ristorazione ed in particolare al commercio, segmento che forse più di tutti quanti gli altri è sensibile e dipendente dalla disponibilità e capacità di spendere da parte del turista».
Sembrano essersi capovolti gli scenari. Fino a qualche anno fa si pensava che il dilagare del turismo di massa avrebbe potuto portare all’estinzione l’ospitalità di target elevato. Adesso, paradossalmente, come ha sottolineato anche recentemente Luca D’Ambra al nostro giornale, se le strutture medie non si adeguano si rischia di assistere ad una “selezione naturale” messa in atto dal mercato. Insomma, quasi il mondo alla rovescia…
«Beh, è un termine forte quello di “selezione naturale” ma in ogni caso sento di condividere la sua opinione. Io credo che questo fenomeno vada letto insieme a quello relativo all’incremento della presenza di turisti stranieri. Noi storicamente siamo stati abituati a forti presenze di lingua teutonica come tedeschi, austriaci e svizzeri e pure scandidavi che sia pure in misura minore hanno sempre più o meno avuto un feeling con la nostra isola. Adesso però la vera novità è costituita dal numero di nazioni diverse da cui arrivano i vacanzieri, cominciando dalle presenze statunitensi che nel passato erano davvero pochissime. E con loro tutti quelli di lingua inglese come gli stessi inglesi, i canadesi, gli australiani, i neozelandesi, popoli mai visti dalle nostre parti. E poi ci sono i francesi, che pure sono in notevole aumento. E’ vero, i tedeschi sono ovviamente diminuiti rispetto ai tempi d’oro ma continuano ad essere presenti in maniera significativa. Quello che sta davvero cambiando è l’internazionalizzazione dell’isola, questo fenomeno finisce col migliorare anche la qualità. Mi spiego con un esempio semplice: il turista che arriva dall’Australia a Ischia si sobbarca un volo aereo di 24 ore per arrivare fin qui e dunque se lo fa è fortemente incuriosito dalla località che si va a visitare, attratto da quello che rappresenta l’Italia, da quello che è il Mediterraneo, da quella che è un’isola nel Mediterraneo e ancor più nello specifico da quello che è Ischia. E parliamo di turisti generalmente di qualità, la cui presenza evidentemente non passa certo inosservata».
Lo scorso anno quando le chiesi i motivi di un turismo meno di massa e più qualitativo ad agosto, lei con proverbiale sincerità e schiettezza ebbe a rispondermi che non riusciva a darsi una risposta di questo cambio di rotta ma che in ogni caso lo stesso era gradito. Ora che anche il 2024 ha confermato questo trend le domando: in che cosa il sistema Ischia può e deve lavorare per far sì che poi questa stessa tendenza si consolidi e se possibile si vada ulteriormente implementando?
«Secondo me l’isola deve lavorare su quella che è la sua specificità, ossia il fatto di essere ancora un’isola autentica. La nostra non è una terra “fasulla” e credetemi questo lo dico senza voler azzardare paragoni con nessun’altra località. Però è inutile che ce lo neghiamo, molte località turisticamente alla moda del Mediterraneo si vestono d’effimero: si somigliano un po’ tutte, noi invece abbiamo delle peculiarità anche culturali, di tradizioni enogastronomiche, finanche di feste patronali. Ecco, io ad esempio quando penso che sull’isola ci sono 6 Comuni storco il naso, ma di conseguenza questo porta ad avere molte feste patronali, una più bella dell’altra: è come se ogni municipalità facesse a gara per renderla migliore rispetto alle altre. E devo constatare che sono appuntamenti che risultano molto graditi ai turisti. Tutte queste cose sono ricchezze che vanno coltivate e laddove possibile arricchite e poi se vuole a questo punto provo a spiegare anche perché stiamo riuscendo ad esercitare tanto richiamo e appeal nei confronti degli stranieri».
Prego.
«Mi sto rendendo sempre più conto di una cosa, ossia dell’importanza dei social e dei social media. Non intendo quanto realizza il soggetto interessato perché che in fondo sul profilo Instagram del Regina Isabella si trovino dei video probabilmente se lo aspettano tutti, poi se uno vuol soffermarsi a guardarlo bene altrimenti ci sta che tiri dritto. Che un prodotto del genere, una foto magari, la realizzi chi è stato in vacanza a Ischia immortalando uno dei nostri meravigliosi panorami o attrazioni, e commenti che si è trovato in un paradiso, beh, questo fa enormemente più bene all’isola della pubblicità istituzionale. Ecco, allora bisogna lavorare nell’ottica di creare proposte fotografabili, che siano cose che attraggano, che il turista debba avere interesse a condividere sui social. Questo è l’aspetto più complicato e delicato perché la tradizione va bene, anzi va benissimo, l’ho detto poc’anzi: però bisogna anche riuscire a dare qualcosa in senso un po’ moderno, innovativo, coniugando modernità e tradizione perché non si può basarsi soltanto sulla seconda. C’è la necessità di cambiare pelle, di aggiornarsi, per risultare sempre attuali ed appetibili anche su una piattaforma come quella virtuale sempre più gettonata»