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Ischia a Presa diretta, a raccontare il polmone blu Maria Cristina Gambi

Tra specie aliene e ondate di calore sottomarine, un fenomeno del tutto nuovo che sta cambiando l’intero Mediterraneo

C’è anche Ischia nel viaggio andato in onda qualche giorno fa suPresaDirettache ha raccontato “IL POLMONE BLU”, l’ecosistema oceano, oggi purtroppo sempre più a rischio.Il mare è infatti il polmone del mondo: è lui a produrre il 50% dell’ossigeno presente sul pianeta, un respiro su due lo dobbiamo a lui.Il mare finora è stato il nostro migliore alleato proprio nella lotta ai cambiamenti climatici: ha assorbito il 30% dei gas serra e il 90% del calore immesso in atmosfera.

Ma tra poco non ce la farà più: le acque degli oceani oggi sono più calde, più acide e meno produttive.La produzione di ossigeno è in diminuzione e il riscaldamento globale sta cambiando le correnti che regolano la vita e il clima.Cosa stiamo facendo per proteggere e salvare i nostri oceani? PresaDiretta ha attraversato l’Italia e non solo.E’ andata nel santuario dei cetacei per capire quali sono i limiti delle aree marine protette, lungo le coste aggredite dall’erosione costiera, a Venezia dove l’ eccezionalità dell’acqua alta ha messo in allarme gli scienziati di tutto il mondo e tra le isole del Mediterraneo, in modo particolare Ischia. E’ qui che ha incontrato la dott.ssa MariaCristina Gambi primo ricercatore della stazione Zoologica Anton Dohrn per parlare di un fenomeno che riguarda l’isola molto da vicino.

Intere foreste sottomarine di piante endemiche, proprie cioè del nostro territorio come la gorgonia, sono state sterminate da delle ondate di calore sottomarine, un fenomeno del tutto nuovo.«Si parla – ha spiegato la dott.ssa Gambi – di un riscaldamento eccessivo arrivato anche oltre i 28° che, se persiste in un periodo più lungo di 15 giorni,dopo essersi accumulato in superfice va in profondità. Di conseguenza questi organismi vanno in sofferenza e c’è lo svilupparsi di un patogeno che si attiva col calore, provoca una necrosi dei tessuti e resta solo uno scheletro. Questo distrugge l’habitat del coralligeno e quindi questa unicità che abbiamo nel Mediterraneo».Queste ondate di calore sono iniziate nel 2002 e si ripetono ogni anno estinguendo le popolazioni marine senza dar loro la possibilità di riprendersi. Queste temperature quasi tropicali sono fautrici anche di un altro fenomeno:portano con sé specie aliene. Già oggi, infatti, il Mediterraneo è un altro mare.

«C’è una pianta marina come la posidonia – ha continuato la Gambi – che viene dal mar Rosso. Ad oggi si stimano circa 1.000 specie aliene in tutto il Mediterraneo, in Italia ne abbiamo 180 ma ilcensimento è molto dinamico perché ogni giorno, quasi, si aggiungono elementi nuovi: un granchio bludel mar rossoè stato avvistato proprio qualche giorno a Linosa e a Lampedusa». Ma a favorire l’arrivo di queste specie aggressive c’è anche l’allargamento del Canale di Suez iniziato nel 2014, tuttavia, in questo modo, il mare non si arricchisce di biodiversità, ma al contrario. «Alcune specie – ha concluso la Gambi – sono invasive e dopo un po’ diventano monopolizzatrici». Salutata l’isola, che ancora una volta con le caratteristiche dei suoi fondali offre importanti opportunità di studio, le telecamere diPresaDirettasono tornate in Artico, il luogo sentinella dei cambiamenti climatici, la regione che si sta scaldando più velocemente del Pianeta.

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