INCHIESTA ESPURGHI, L’EVI APPOGGIA TOTALMENTE LA PROCURA: “SE CI SONO COMPLICI, LI COLPIREMO”

L’inchiesta sullo smaltimento illecito dei liquami fognari prelevati da due ditte di autoespurghi dell’isola d’Ischia, che ha portato ad una raffica di denunce e sequestri, vede marginalmente implicata anche l’EVI spa, l’azienda pubblica locale che gestisce acquedotto e fognature.
Come appreso dai mass media emerge dagli atti dell’indagine che l’impianto di pretrattamento e sollevamento fognario presente sulla collina di S. Pietro, a ridosso del porto d’Ischia, e gestito dall’EVI, sarebbe stato utilizzato da queste ditte per scaricarvi illecitamente i liquami prelevati dalle proprie autobotti, per poi essere immessi e smaltiti in condotta sottomarina, unitamente ai liquami della rete fognaria cittadina.
L’apertura dell’impianto di S. Pietro, sempre secondo l’ipotesi d’inchiesta, sarebbe stata effettuata di notte e con la complicità di dipendenti del settore fognario dell’EVI spa.
La posizione del management aziendale su questa vicenda è netta: nessuna debolezza e massima severità.
Se dalle indagini dovessero emergere precise responsabilità, i dipendenti accusati saranno, nell’immediato, sospesi dalle funzioni e dallo stipendio, e licenziati se condannati.
Nel momento in cui si aprirà il processo, inoltre, l’EVI spa si costituirà parte civile, perché si ritiene danneggiata dall’ipotetica condotta illecita di qualche suo dipendente.
Per l’amministratore dell’EVI spa, dott. Alessandro Condurro, “se c’è del marcio tra il personale dell’EVI, lo colpiremo. Non faremo sconti a nessuno, perché è mostruoso pensare che l’azienda che rappresento, e che ritengo un’eccellenza nel panorama imprenditoriale ischitano, possa macchiarsi di complicità in un’ipotesi di un reato ambientale così grave, oltretutto in un paese turistico. Se si troveranno dei colpevoli, li puniremo”.

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