In una lettera l’atto d’amore per Procida: «E’ il posto più bello del mondo»
Viviamo nel posto più bello del mondo. L’ho sempre pensato. A volte mi danno del matto, i più grandi mi consigliano di andare via. “Quest’isola non ha nulla da offrire” oppure “qui non c’è niente da fare” dicono. Ma io non ci sto! Voglio restare, voglio che la gente veda quanta bellezza ci sia sull’isola. Se accosto le parole “bellezza” e “Procida”, presumibilmente la prima immagine che vi affiora alla mente è la cartolina della Corricella. Siamo d’accordo che quel posto, con i suoi colori e la sua pace, sia sicuramente il fiore all’occhiello dell’isola. Passarvi del tempo, specialmente non in estate (perché in estate è troppo affollato il piccolo porticciolo), o semplicemente guardarla – magari dal belvedere Elsa Morante – è un toccasana per l’anima. Depressione, malinconia, tristezza… volano via! Procida però non è solo questo.
Procida è l’aria pulita del mare, è il profumo della terra bagnata, è l’aroma e il colore della vegetazione mediterranea. Procida è la voglia di avventura, per mare. È l’autenticità della gente che sa distinguere chi è procidano da chi non lo è, ma che tratta anche gli ospiti come fossero fratelli. Procida è lavoro, quello più duro sull’acqua salata. È tradizione secolare di gente di mare e di una scuola, il Nautico, che preesiste alla nazione italiana. È un cuscino di tranquillità, in un mondo sempre più spietato che corre come un treno. Procida è quella madre che resta lì, ad aspettarti, quando parti per un lungo viaggio. Procida l’insieme di luoghi dall’incommensurabile bellezza. Oltre a quelli già citati, ricordo la spiaggia della Chioaiolella, da Vivara a Ciraccio, i faraglioni, punta Serra, tutto il complesso dell’ex carcere di Terra Murata, l’Abbazia di San Michele, il belvedere dei cannoni, i giardinetti della panoramica, la baia della Chiaia e quella del Pozzovecchio, le tre marine (Grande, Chiaiolella e Corricella) che d’estate rappresentano tutta la vivacità e la bellezza dell’essere vivi e che, per tutto il resto dell’anno, vediamo nude, maledettamente poetiche. La punta di Solchiaro.
Certo, si può migliorare. Non nego che ci sono tante cose che non andavano, non vanno e probabilmente continueranno a non andare. Potrei elencarle tutte perché, per quanto il mio occhio sia innamorato, non posso non vederle. Ma non lo farò, non qui e non ora almeno. Credetemi, la bellezza è ciò che può salvare le nostre vite dal nichilismo del terzo millennio e dalla freddezza di internet. Qui c’è bellezza da vendere! Pensateci, spegnete il telefono e la televisione, uscite. Poi, se vi resta del tempo, fate vedere a qualcun altro quello che avete visto voi.
Maurizio Visobello