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“Immaginare ripari” i liceali raccontano il sisma del 21 agosto

di Isabella Puca

foto Giovangiuseppe Lubrano

Ischia –S’intitola “Immaginare ripari”, il libro edito da Valentino Editore e presentato alla Biblioteca Comunale Antoniana martedì sera scorso. All’interno 19 racconti scritti da altrettanti studenti del Liceo Statale Ischia che, guidati dal loro prof. di filosofia, il pop filosofo Tommaso Ariemma, hanno immaginato storie di quel 21 agosto. «Un’operazione coraggiosa pubblicare oggi sull’isola parlando di un tema così delicato e ancora aperto», così il giornalista Pasquale Raicaldo che ne ha firmato la prefazione. «Benvenuti in Biblioteca! – ha detto ai ragazzi la direttrice, la dott.ssa Lucia Annicelli –Mi sono davvero emozionata nel vedere nel booktrailer l’ immagine di un libro raccolto dalle macerie. In qualche modo racconta la biblioteca; nel fondo manoscritti c’è la raccolta di poesie del parroco Mennella che fu salvata proprio dalle macerie della sua abitazione. Con voi s’inaugura la seconda fase del maggio dei libri, il senso della biblioteca è quello di raccogliere la memoria storica e quella del sisma lo è. La vostra è un’operazione intelligente e la presenza di voi giovani, la vostra capacità di sapervi raccontare, è senso di appartenenza a un territorio». Il professore Gianni Ferrandino, responsabile dell’Alternanza scuola lavoro, ha poi portato i saluti del dirigente scolastico sottolineando come, questo lavoro, deve essere da auspicio per l’intera comunità che deve saper ribaltare ciò che è negativo in positivo. Al tavolo della presentazione anche Erminia Turco per la casa editrice Valentino, «siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di questa raccolta, tutta la comunità deve contribuire al ritorno alla normalità. I ragazzi con le loro parole hanno sollevato le macerie e immaginare ripari è il nostro nuovo inizio». Al professore Ariemma il compito di spiegare la genesi del  lavoro che ha visto i ragazzi impegnati per tutto l’arco dell’anno e misurarsi con testi di autori contemporanei ed esperimenti di scrittura creativa. «La filosofia si occupa di luoghi e al rientro a scuola, a settembre, non potevamo fare finta di niente. Abbiamo sofferto molto quel ritornare a scuola non potevamo fare la solita lezione». Partendo dalla filosofia, in modo particolare da Aristotele che ha parlato della tecnica di narrazione è stato spiegato ai ragazzi com’è che si scrive un racconto che funziona e spesso, quest’ultimo, parte proprio da una catastrofe. «Aristotele è famoso per la parola catarsi che inserisce in ogni racconto. La catarsi chiude ogni narrazione e così, ripara. Dovevamo provare ad elaborare quanto accaduto attraverso il racconto e abbiamo trasformato l’aula in un laboratorio di scrittura creativa». A giocare un ruolo importante anche il Social Network piattaforma usata dai ragazzi per buttare giù le prime idee che, grazie al brainstorming, sono state rielaborate seguendo la chiave narrativa. «Abbiamo pensato che raccontare una catastrofe fosse fondamentale  per il territorio, ci aiuta a riparare ciò che non è stato riparato.  La letteratura  – ha concluso il prof. Ariemma – per me è impegno civile. Non mi piace far crescere i ragazzi come dei  vigliacchi, se c’ è un problema bisogna impegnarsi con tutte le competenze che dà la scuola ed era fondamentale che tutti partecipassero per creare un affiatamento di classe». La parola è poi passata ai protagonisti di questa avventura di carta, i ragazzi, gli autori dei racconti, che hanno espresso al microfono la loro testimonianza. «Vivere un evento visto sempre e solo in tv lascia senza parole. Avevo la gamba ingessata da due giorni e ho pensato che se fosse andata peggio di così non sarei potuta scappare. Non avevo idea da dove iniziare e proposta la trama sono andata avanti stimolata dal prof.». «Ho cacciato fuori emozioni che altrimenti non sarei riuscita a fare – racconta invece qualche altro – parlarne in maniera indiretta mi ha fatto sfogare nel modo giusto». L’emozione di Ester si tramuta poi in pianto, ed è quella la testimonianza più vera di quanto i ragazzi, se stimolati nel modo giusto, possono arricchire una comunità ancora sconvolta da un evento sismico come quello dello scorso agosto.

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