IL VESCOVO Lagnese: «Gli stagionali? Vittime di un’ingiustizia che va denunciata con forza»
«Ho voluto essere qui stamattina perché sin dal primo momento ho avuto la percezione che eravamo davanti a un’emergenza sanitaria e sociale. Per fortuna da quella sanitaria ne stiamo venendo fuori, adesso facciamo i conti con quella sociale. E a me sta a cuore la sorte dei lavoratori stagionali, che poi sono la maggior parte dell’isola d’Ischia». Sale sul palco, applauditissimo, e va subito dritto al nocciolo della questione mons. Pietro Lagnese, vescovo di Ischia, che ha seguito l’intera manifestazione svoltasi ieri a Piazza Antica Reggia. Sua Eccellenza ha poi aggiunto: «Sono presenti gli operatori della nostra Caritas, che possono testimoniare come stia aumentando vertiginosamente il numero delle famgilie che ci chiedono una mano. C’è il rischio fame per tante famiglie isolane: senza i lavoratori stagionali quest’isola non esiste e rischia di morire. E questa magnifica terra, che ha dato tanto in termini economici e sociali alla Regione e all’intero paese, non merita questo. Adesso è il momento della solidarietà, che i politici tutti si diano da fare e si ricordino che soltanto nella misura in cui costruiremo insieme una rete solidale potremo sostenere i lavoratori e l’intero territorio».
Lagnese mette al bando la diplomazia ricordando anche come «già cinque anni fa gli stagionali hanno subito una vera e propria beffa vedendosi dimezzare la NASPI, e adesso per cavilli burocratici si vedono sottratto pure il bonus che invece è stato riconosciuto a tanti altri lavoratori. Questa è un’ingiustizia che va denunciata con tutte le forze». Poi il vescovo fa un’altra interessante osservazione: «La solidarietà, quella solidarietà di cui pare finalmente anche l’Europa si stia convincendo, potrebbe essere una carta da giocare nell’ottica del rilancio turistico di Ischia. Chissà, magari il coronavirus rimetterà in moto la vita economica e sociale: ecco perché chiediamo a tutti coloro che hanno incarichi di responsabilità a ogni livello perché da questa esperienza di dolore si possa partire con maggiore slancio. Per una vita più dignitosa per tutti, a partire dai lavoratori, che sono il cuore pulsante della vostra terra. Io e la Chiesa di Ischia preghiamo per voi e vi incoraggiamo a proseguire in questa battaglia».