Il trittico di natale: mandarini, tombola e roccocò a tutto campo dalla Cina con… sapore
Il profumo che emana il roccoco, il “dolce” croccante e duretto di Natale per eccellenza, lo deve in massima parte alle bucce di mandarino impiegate nella pratica dell’impasto insieme a zucchero e scaglie di mandorle. Il mandarino i n questi giorni che ci conducono al Natale ricopre tanti altri ruoli. Primo e non ultimo fra tutti l’utilizzo delle su buccie per il gioco della tombola. I giocatori le usano per coprire sulle cartelle da gioco i numeri chiamati
Cosa sarebbe il pranzo di Natale senza il profumo e il sapore dei mandarini sulla tavola a fine pasto? originario della Cina meridionale. Dall’Estremo Oriente fu portato a Malta dagli inglesi e da lì a Palermo nel 1810. Nel 1816 fu piantato a Napoli nel Real Orto Botanico e nel Parco di Capodimonte, e in breve si diffuse con successo in tutto il meridione. Sull’origine del nome, molti ritengono che la pianta e il frutto furono chiamati metaforicamente “mandarino” perché provenivano dalla Cina dove c’erano funzionari che venivano chiamati in questo modo. Altri, invece, affermano che la denominazione derivi da “mandara”, il nome che veniva dato a questo frutto nell’isola di Reunion (Madagascar), che era la prima tappa del “viaggio del mandarino” dalla Cina verso l’Europa.
Quando, tra il XIX e il XX secolo, fu impiantato a Napoli, ci si accorse subito della qualità e della bontà organolettica di questo frutto, tanto da assumere un ruolo primario sulle tavole napoletane e di tutta la regione, al punto da divenire un’interessante rendita economica.Da allora qualcosa è cambiato: nuove regole del mercato e nuovi frutti ibridi che dal mandarino traggono origine, come le clementine e i mandaranci, hanno orientato altrove la scelta del consumatore.Tuttavia, negli ultimi tempi, si è registrata una riscoperta del mandarino, in particolare quello dei Campi Flegrei per le sue eccellenti qualità.Su richiesta e interessamento de L’Immagine del Mito, nell’aprile 2015 la Regione Campania ha inserito il Mandarino dei Campi Flegrei e il Liquore di Mandarino dei Campi Flegrei nell’elenco dei prodotti tradizionali della Campania, approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con decreto del 17 giugno 2015, pubblicato sul supplemento n° 43 della Gazzetta Ufficiale, prima parte, del 22 luglio 2015.Il mandarino è un frutto estremamente versatile, infatti ben si presta alla preparazione di prodotti da destinare all’igiene e alla cosmesi. Gli impieghi possono essere numerosi, dal sapone al deodorante, dal profumo all’olio essenziale, che si ricava dalla spremitura a freddo della buccia e che viene largamente utilizzato in ambito cosmetico per la preparazione di prodotti per la cura della pelle.A tavola, poi, nel periodo invernale, il frutto fresco trova il suo migliore utilizzo, mentre l’olio essenziale e le polveri delle bucce essiccate trovano impiego in pasticceria e nella preparazione di bevande come il mandarinetto flegreo di cui vi lasciamo la ricetta, facile e immediata da realizzare, magari in prossimità delle festività natalizie.Preparazione. Sbucciare i mandarini ed eliminare la parte bianca all’interno delle bucce. Far macerare le bucce del mandarino nell’alcool per 2 o 3 giorni. Successivamente, far bollire l’acqua con zucchero e mescolare con l’infuso. Bere dopo qualche giorno.Ovviamente del mandarino non va buttato via nulla, le bucce fresche possono essere bruciate per profumare la casa, con quelle secche si possono preparare tisane e con quelle in polvere si possono aromatizzare cibi e dolci.I mandarini si possono conservare a temperatura ambiente per 2 o 3 giorni, in frigo fino a 7 – 10 giorni.
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