Il saluto di Enzo Ferrandino: «Ischia chiama, De Luca risponde»
Il primo cittadino ha aperto l’incontro al Regina Isabella portando i saluti al governatore anche a nome dei suoi colleghi sindaci isolani: ecco il testo integrale dell’intervento
DI ENZO FERRANDINO
Caro Presidente, colleghi Sindaci e Commissario Prefettizio, rappresentanti degli organi di stampa, delle televisioni, delle agenzie di comunicazione, nell’era del villaggio globale, delle notizie ridotte spesso a slogan e a sintesi talvolta arbitrarie, anche se qualche volta efficaci, consentitemi di aprire questo mio breve intervento esattamente nel modo in cui l’ho fatto: «Ischia chiama, De Luca risponde». E’ questa, infatti, la sintesi più efficace non solo di uno stato d’animo, ma di un riscontro serio, immediato,realistico, puntuale, alle richieste partite dall’isola verso la Regione Campania e verso il suo Presidente da quando, intorno al 21 di Febbraio dell’anno scorso, è esplosa in tutta la sua drammatica tragicità la pandemia da Covid 19 che ci ha accompagnato per tutto il 2020 e che con alterne vicende è ancora in corso, sia pure attenuata nel suo livello di diffusività e di capacità di mietere vittime.
Ischia ha chiamato, perché prima ancora che apparisse chiaro a tutti il livello di pericolo che si profilava all’orizzonte, i Sindaci dell’isola avevano intuito che per una piccola comunità, chiusa su un’isola meravigliosa ma circondata dal mare, con difficoltà di trasporti marittimi e un unico ospedale con un unico eliporto per il trasporto dei pazienti in continente, una emergenza sanitaria come quella che si stava profilando, poteva rappresentare una catastrofe. Una grande nave da crociera in mezzo al mare con il pericolo di un’epidemia per equipaggio e viaggiatori. Questa fu l’immagine che si faceva spazio nella mente di alcuni di noi mentre proprio dalle valli del Nord Italia colpite dall’epidemia, in una prima fase, continuavano ad arrivare turisti -soprattutto anziani- attratti dalle terme dell’isola aperte anche durante la stagione invernale.
Fin da quei primi momenti di grave preoccupazione per un nemico subdolo di cui ancora non si conosceva la pericolosità, il Presidente De Luca ha manifestato -da subito- grande comprensione nella percezione del pericolo e fin dalle prime ordinanze regionali,ha considerato le isole del golfo come realtà che meritavano un regime di particolare protezione, disponendo d’intesa con le Asl territorialmente competenti, agli imbarchi da Napoli e Pozzuoli e agli sbarchi presso i porti dell’isola, presidi per la misurazione della temperatura e verifiche sul puntuale rispetto delle disposizioni che vietavano l’accesso alle seconde case e ai comuni diversi da quello di residenza, spesso anticipando con lodevole lungimiranza i provvedimenti del Governo, via via che l’emergenza assumeva i caratteri di una vera pandemia globale, la prima del terzo millennio.
Dalle dirette via social del venerdì, divenute attesa consuetudine durante il primo lockdown e poi continuate, abbiamo imparato a conoscere dal tono grave del Presidente, spesso accorato, talvolta preoccupato, qualche volta incoraggiante, le iniziative poste in essere dalla Unità di crisi della Regione Campania, quella con l’area a più alta densità abitativa d’Italia, o se riferita alla cintura dell’Area metropolitana di Napoli, l’area a più alta densità abitativa d’Europa, nella quale era da scongiurare ad ogni costo, una diffusione pervasiva del contagio che avrebbe potuto produrre la perdita di tante vite umane e danni dal costo incalcolabile. Con trepidazione, spesso con ansia, abbiamo letto i dispositivi via viapiù restrittivi delle ordinanze regionali. Di una cosa però eravamo certi. Al di là delle singole disposizioni di divieto, era chiara la finalità general-preventiva: evitare che le strutture ospedaliere cittadine ed ancor più i pochi presidi sanitari delle aree periferiche e delle isole, fossero presi d’assalto dai malati di Covid con difficoltà respiratorie, senza che vi fosse per tutti la possibilità di trovare cure e assistenza nei reparti di terapia intensiva e sub-intensiva.
Ad oggi possiamo dire che l’obiettivo è stato centrato. E di questo non possiamo che ringraziare chi lo ha reso possibile. Ora si apre davanti a noi una nuova stagione. L’impegno profuso dalla Regione nella campagna di vaccinazione della popolazione voluta dal Governo, ha coinvolto fin da subito anche le isoleminori, dove grazie alla sinergia fra enti locali e Azienda Sanitaria Locale, insieme alle categorie fragili con gli anziani ultraottantenni, si è data la possibilità ai lavoratori del comparto termale di accedere alla vaccinazione quasi contemporaneamente al personale scolastico e delle forze dell’ordine. Era il preludio di una iniziativa di grande lungimiranza fortemente voluta dal Presidente De Luca che ringrazio: il progetto delle isole dell’arcipelago campano finalmente Covid free. Un progetto lungimirante ed inizialmente incompreso, come spesso accade in questo nostro paese dove le polemiche superano persino la bontà delle iniziative, per l’eco che producono. Ebbene, dall’isola che rappresenta -in considerazione del sua estensione territoriale -per numeri di posti letto e strutture ricettive, la prima località turistica della Campania e per l’indotto senz’altro la località turistica più importante del Sud Italia, io mi sento di ricambiare le attenzioni del Presidente della Regione Campania, con un’osservazione che è insieme un dato di fatto e un auspicio: Presidente, se riparte il turismo a Ischia, e sulle altre isole dell’arcipelago, senza nulla togliere alle famose località della costiera, riparte il motore della Campania e diamo un segnale di ripresa ad almeno la metà del paese che ci guarda con attenzione e speranza.
Grazie allora, per l’intuizione del progetto delle isole Covid free, ma ancora di più grazie per l’interlocuzione costante che dovrà continuare sui grandi temi che l’isola non può affrontare da sola e che richiedono importanti sinergie: prima fra tutte il trasporto marittimo di passeggeri e merci nel Golfo, spesso inadeguato quando non insufficiente, grazie per la forte rivendicazione di un numero adeguato di vaccini, uno per ogni abitante della Regione, principio semplice eppure spesso contrastato, ma grazie anche per l’attenzione che dovrà continuare per assicurare l’ampliamento del nostro Ospedale Rizzoli, ed il potenziamento dell’organico dei sanitari e parasanitari il cui numero spesso presenta criticità. Grazie per sentire vicina questa comunità isolana che forse poche volte nella storia della Regione Campania ha ricambiato il senso di vicinanza verso il suo Presidente, come in questo anno.
Dalle nostre parti, in un’isola che è stata di contadini e pescatori si dice che”un buon marinaio si conosce quando il mare è in tempesta”. Noi la tempesta ci auguriamo di essercela lasciata alle spalle o almeno di aver scansato le onde più alte e pericolose,ma, per quanto è dipeso da Lei, siamo grati di come ha affrontato i marosi, trasmettendo un senso di sicurezza anche nei momenti più duri. L’auspicio per tutti è che andremo ancora avanti. Insieme. Grazie Presidente!