Il saluto alla sua isola del giovane Carlo Gaetano Calosirto
Il potere d’intercessione del grande Vescovo Pietro
di PASQUALE BALDINO*
Era un giovane di famiglia nota e benestante, eppure Carlo Gaetano Calosirto (questo il suo nome), nato a Ischia il 15 agosto 1654 e morto a Napoli 5 marzo 1734, lasciò tutto per essere Sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori (frati scalzi della riforma di san Pietro d’Alcàntara) come lo spagnolo San Pasquale Baylon. Quindi tutto di Dio, sulle orme di S. Francesco d’Assisi, di S. Pietro d’Alcantara e S. Pasquale Baylon, cui volle dedicare l’omonima Chiesa di Casamicciola Terme. Volle chiamarsi Fra Giovanni Giuseppe della Croce: Giovanni postolo prediletto con Maria sotto la Croce; Giuseppe come il casto sposo di Maria Santissima e omaggio alla memoria del padre; della Croce: tutto un programma come San Paolo: ‘Io sono crocifisso per Cristo, in Croce, e per me il vivere è Cristo’.
Divenne San Giovan Giuseppe della Croce, novello francescano di questo sublime ideale di cui Cristo dichiarò: “beati i poveri”; e Papa Francesco: “la bara non ha tasche”. Come ogni anno il 5 marzo è la festa di questo nostro Santo e Concittadino e la particolarmente gremita Chiesa dello Spirito Santo a Ischia Ponte, con la stupenda tela della Pentecoste dell’artista Alfonso Di Spigna sull’altare maggiore, ha fatto affascinante corona al grande Vescovo d’Ischia mons. Pietro Lagnese, all’infaticabile e lodevole Parroco don Carlo Candido, ai Parroci dell’isola e numerosi frati francescani intervenuti col dinamico Padre Mario Lauro e Padre Carlo d’Amodio Ministro provinciale dei Frati Minori di Napoli. Il Vangelo secondo S. Marco illustrato dall’eminente Vescovo Pietro ha colto il significativo episodio del giovane ricco gettatosi in ginocchio davanti al Maestro Divino a domandargli la strada per la perfezione e Gesù di Maria, vero Dio e vero Uomo, “fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: – Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni e seguimi!-. Ma a queste parole egli si fede scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: – Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!-“. La profonda coerenza di San Giovan Giuseppe nella lettera ai suoi esposta in un ampio pannello alla destra dell’altare: “Ischia, addio!/Madre, fratelli, amici, addio!/Voglio solo godere delle carezze/del mio Crocifisso Gesù/e della sua santissima Madre Maria,/mia protettrice e madre./Iddio vi benedica e consoli tutti./Amen”. Solennità coincisa quest’anno martedì 5 con il Carnevale (dal latino ‘carnem levare’, cioè ‘eliminare la carne’) e si è pensato assai al potere d’intercessione presso Dio (poi si capirà compiutamente!) del nostro grande Vescovo Pietro: “Non è il potere che redime, ma l’amore” nell’omelia del 24 aprile 2005 del Papa Emerito Benedetto XVI, quando all’inizio del pontificato spiegò il simbolo del ‘pallio’(lana d’agnello, pecorella, missione buon pastore) indossato dal Sommo Pontefice e dai Vescovi uniti a lui. Amare vuol dire essere pronti a soffrire, a morire, a immolarsi. Il Dio, che è divenuto agnello, dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Pietro meritò di impersonare la Chiesa intera: -‘ti darò le chiavi del regno dei cieli…’-. E in rapporto alle chiavi: -‘A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi’-. Stupefacente potere d’intercessione culminato nell’atto sublime della Consacrazione della diocesi al Cuore Immacolato di Maria NS di Fatima il 13 ottobre 2017 nella significativa Portosalvo. Immenso il potere d’intercessione del Papa, mentre è perfetto ed infinito solo quello quotidiano ed universale del Sacrificio Eucaristico della S. Messa, ove a intercedere è proprio Gesù Cristo che è Dio: la Chiesa cattolica col Sacramento del Sacrificio Eucaristico è il grande esorcismo che impedisce a Satana di dilagare e di portare l’umanità all’autodistruzione (“Il mistero d’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene”-2Tes 2,7).
Ancora costante corona al grande Vescovo Pietro le esemplari Autorità civili: i Sindaci Enzo Ferrandino, Dionigi Gaudioso, Rosario Caruso, Francesco Del Deo; e militari: il Vicequestore Alberto Mannelli Dirigente della Polizia di Stato; il Comandante della Compagnia Carabinieri Cap. Angelo Pio Mitrione; il Comandante della Guardia di Finanza Ten. Gerardo Totaro; il Luogotenente del Circomare Giuseppe Riviello; rappresentanza dei Vigili Urbani e dello Stabilimento termale militare (foto dello scrivente). Anche le Autorità hanno un alto potere d’intercessione: “Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite; perché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio”(Rm 13,1); e ancora: “Siate sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore”(1Pt 2,13). Grande coraggio per essere fedeli e coerenti dalle Ceneri all’immortale Giovedì Santo del Trionfo Pasquale. Grazie, grande Vescovo Pietro e Autorità tutte !
*Pasquale Baldino – Responsabile e promotore Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (email: prof.pasqualebaldino@libero.it)