Il rinnovo del sì di Suor Rosa Lupoli per i venticinque anni di vita monastica

di Isabella Puca

Napoli – Una bellissima giornata di sole primaverile ha accompagnato i quasi cento ischitani che, ieri mattina, si sono recati a Napoli per abbracciare Suor Rosa Lupoli, la suora ischitana che, ieri nella solennità dell’Annunciazione del Signore ha rinnovato il suo sì dopo 25 anni di vita monastica. Arrivati al protomonastero Santa Maria in Gerusalemme di via Pisanelli in tanti, tra gli amici napoletani, erano già lì per la celebrazione eucaristica. A una, a una, le sorelle di Suor Rosa hanno salutato con affetto mamma Anna Lupoli, emozionata nel rivivere quei momenti quando, 25 anni fa, la sua giovane figlia Rosa aveva deciso di dedicare la sua vita a Cristo. I parenti di suor Rosa, gli amici di sempre, quelli incontrati durante la sua sororità, il sindaco Ferrandino, suo compagno di studi, e ancora tanti, appartenenti alla parrocchia di San Pietro e a quella di Ischia Ponte, hanno preso posto per vivere quel momento di forte emozione. Alle dieci in punto un corteo di preti e monaci ha fatto il suo ingresso; tra le file si riconoscono Don Agostino Iovine, Don Antonio Angiolini, Fra Pino Cianci e ancora Padre Luigi Santullosa, finalmente ripresosi da un recente malore e Padre Giorgio Ascione che per anni è stato il padre guardiano del convento dei frati minori di Sant’Antonio alla Mandra. Per ultima ha fatto il suo ingresso Suor Rosa Lupoli che ha preso posto accanto al coro. A celebrare la messa Padre Vincenzo che, sin da subito, ha accostato la figura di Suor Rosa a quella di Maria; il loro sì a Dio nella stessa giornata, quella dedicata alla solennità dell’Annunciazione del Signore. «Forse è stato soltanto un caso – ha detto dall’altare – quello che 25 anni fa fece cadere in questo giorno dell’Annunciazione del Signore l’emissione dei voti religiosi da parte di suor Rosa. Forse si trattò di una scelta determinata da parte dell’allora badessa con l’intento di unire la passione religiosa di Suor Rosa all’assenso dato dalla Vergine Maria al piano di Dio su di lei. Certamente, alla luce della fede, fu una disposizione della divina provvidenza, proprio l’aver scelto per suor Rosa questo giorno il 25 marzo, alla luce della fede infatti possiamo dire che non si poteva fare una scelta migliore». Il traguardo dei 25 anni di professione, così come ha ricordato Padre Vincenzo, offre la possibilità di riflettere sugli anni passati, di ripensare alle decisioni prese e di rinnovare quel patto d’amore che unisce la nostra amata Suor Rosa a Dio, «questo è avvenuto 25 anni fa ed è il percorso che farà suor Rosa nei prossimi 25 anni e 25 ancora. Sono due le parole che possiamo riassumere in questa giornata: grazie a Dio per averla chiamata, benvoluta e Sì, un sì che è risuonato qui in questo monastero 25 anni fa e che viene ripetuto oggi e che sarà rinnovato tante altre volte». Grande il sentimento di stima di Padre Vincenzo nei confronti di Suor Rosa che con la sua caparbietà, la sua cultura e la sua fede, ha voluto e portato avanti il processo di canonizzazione di Maria Lorenza Longo che fondò il l’ordine delle Trentatré e che si appresta, presto, a diventare beata. L’emozione è poi esplosa quando dall’altare ha preso la parola Suor Rosa che ha letto il suo grazie senza nascondere la commozione. «Oggi, dopo 25 anni di vita stabile in questa Gerusalemme napoletana, secondo una clausura sempre più attenta ai segni dei tempi, ti ringrazio Signore Gesù Cristo di tenere sempre vivo il desiderio di continuare a vivere solo per piacere a te, consegnando di nuovo a te i miei giorni, il mio cuore, la mia vita. In questa sororità continuamente riplasmata, che mi ha avvolta, fatta crescere, custodita e accompagnata, e che io ho contribuito a far camminare alla luce della nostra identità cappuccina, ho attraversato il mare della solitudine, ma anche quello della festa e dell’amicizia.  Ho scalato molte volte la strada del calvario,  ma sono stata stupita da mattini di risurrezione, mi sono sempre svegliata con la dolce certezza del tuo amore e il desiderio di volerlo ricambiare, nonostante gli incroci pericolosi e seducenti inviti di deviazione. Ho coltivato sogni importanti e tu li hai trasformati in realtà di luce, di bellezza, di cultura di comunione, sostenuta dalla mia famiglia allargata». Terminato il suo discorso, tutta l’emozione dei presenti è stata trasmessa in un forte applauso. Alla fine della celebrazione eucaristica un momento di festa nel chiostro con un buffet e l’immancabile torta. Tanti gli abbracci, i baci, i ricordi che hanno segnato la sua gioventù. In molti hanno dato a suor Rosa un regalo, ma tutti le hanno promesso di continuare a pregare per lei affinché Dio possa donarle, e donarci, altri venticinque e più anni di vita monastica da trascorrere con lo stesso spirito, con lo stesso coraggio e fiducia in Dio.

 

 

 

 

 

IL GRAZIE TRA LE PAROLE DI SUOR ROSA LUPOLI

«Ti ringrazio Signore Gesù Cristo per avermi incontrato lungo il mare di Ischia e per aver condotto i miei passi tra queste strade millenarie piene di bellezze e di santità. Nella logica dell’incarnazione ho abbracciato il tuo Mistero e la forma di vita voluta da santa Chiara, aggiornata da Santa Coleta per riformarla dalla mia Madre la venerabile Maria Lorenza Longo. Ho scelto e mi sono impegnata a vivere in castità inserendo nel sì di Maria la debole forza del mio cuore perché fosse sempre tuo e non di altri, trovando in te, unico Dio, la strada del ritorno. Senza nulla di proprio, in povertà altissima, affidata nella precarietà quotidiana alla tua misericordevole provvidenza paterna e provando a restituire ogni bene in ogni persona, in obbedienza, deponendo sempre nella tua volontà, la mia, e per essere totalmente libera l’ho cercata in tutte le cose ed essa si è fatta conoscere aprendo tante strade. Oggi dopo 25 anni di vita stabile in questa Gerusalemme napoletana secondo una clausura sempre più attenta ai segni dei tempi ti ringrazio Signore Gesù Cristo di tenere sempre vivo il desiderio di continuare a vivere solo per piacere a te, consegnando di nuovo a te i miei giorni, il mio cuore, la mia vita. In questa sororità continuamente riplasmata, che mi ha avvolta, fatta crescere custodita e accompagnata, e che io ho contribuito a far camminare alla luce della nostra identità cappuccina, ho attraversato il mare della solitudine, ma anche quello della festa e dell’amicizia. Ho scalato molte volte la strada del calvario, ma sono stata stupita da mattini di risurrezione, mi sono sempre svegliata con la dolce certezza del tuo amore e il desiderio di volerlo ricambiare, nonostante gli incroci pericolosi e seducenti inviti di deviazione. Ho coltivato sogni importanti e tu li hai trasformati in realtà di luce, di bellezza, di cultura di comunione, sostenuta dalla mia famiglia allargata che è Francesco, Imma, Domenico e tra qualche giorno Veronica. Come per le donne di Galilea che prese dal tuo amore ti hanno seguito, la tua parola, il tuo evangelo è stata la mia manna quotidiana. La Tua presenza eucaristica è necessario interscambio della vita dello spirito in me,  i patti del tuo popolo, i  salmi, nutrimento infinito di rara bellezza, della mia preghiera quotidiana.  Il mio essere donna, cristiana, consacrata, monaca ha riempito di colori il pezzo di storia della vita che mi hai dato da vivere, la zolla di chiesa che mi hai dato da fecondare. Le persone, sacerdoti, frati, suore, fratelli e sorelle dell’Osf, della Gifra, amici, amiche di ogni genere provenienza, esperienza culturale e religiosa che mi hai fatto incontrare, amare, abbracciare. La mia sororità, madre Immacolata, Chiara, Gabriella, Addolorata, Lorenza Serafina, Luisa Grazia, Pia Maria, Chiara Elena, Lucia, Liliana, Paola, e quella più grande del mio ordine di monache cappuccine presenti oggi qui con la Madre presidente, Madre Assunta e con Rosalina che viene dal lontano Messico, nella quale ogni giorno vivo, ogni giorno muoio, ogni giorno risorgo, sempre più vera, più umana, più libera. Per il lungo e bellissimo viaggio fatto insieme fino ad ora e per quello che comincerà domani, sostenuta dalla fede della mia mamma Anna, dalla speranza del mio papà Francesco in cielo, dall’amore dei miei fratelli Peppe e Tony, dalle loro spose Annamaria e Maria dalle loro bellissime figlie Sara, Federica, Francesca, Chiara, Valeria e da quanti amo e che ricambiano il mio amore. Grazie Signore Gesù Cristo, Signore della mia vita, del mio cuore, della mia intelligenza, della mia storia, del mio presente, del mio futuro, della mia eternità. Grazie Amore mio».

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