Le polemiche politiche, le verifiche del Ministero, il braccio di ferro del presidente De Luca: c’è un po’ di tutto nella diatriba sulle restrizioni della Campania che, ad oggi, resta in ‘zona gialla’ così come disposto dall’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza lo scorso 4 novembre. Il peggioramento dell’emergenza coronavirus, dunque, sembrerebbe ancora sotto controllo nella regione guidata da Vincenzo De Luca, nonostante da più parti si sollevino grida d’allarme: dai familiari di pazienti deceduti ai medici che denunciano l’incapacità di gestire la situazione nelle strutture sanitarie. Eppure il “tanto atteso” aumento delle restrizioni (chiesto, a più riprese, dal sindaco di Napoli De Magistris ed ora anche dal Movimento 5 Stelle) non è ancora arrivato. De Luca resiste e cercherà di farlo fino alla fine per ‘difendere’ la sua gestione della pandemia, in una partita che rischia di diventare fin troppo politica (viste anche le polemiche che stanno scoppiando).
«Occupato il 27% delle Terapie intensive»
Il primo dato di rilievo è quello delle Terapie intensive. In Campania, secondo quanto comunicato dall’Unità di Crisi, «nella settimana del 2-8 novembre la percentuale di occupazione dei posti di terapia intensiva su scala regionale è del 27%. L’indicatore di occupazione dei posti letto di terapia intensiva – viene spiegato – è dato dal rapporto tra il tasso giornaliero di pazienti Covid ricoverati nel giorno indice sul numero di posti letto totali di Terapia intensiva attivi nel giorno indice moltiplicato per 100». Un chiarimento necessario visto che, come ha dichiarato spesso De Luca, i posti di Terapia intensiva organizzati in Campania riguarda quelli ‘attivabili’ a fronte di necessità. La soglia considerata critica resta quella del 30%, già superata, ad esempio, in Lombardia, Piemonte, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Valle D’Aosta e nella provincia di Bolzano. Un ‘tetto’ che anche la Campania potrebbe superare nel prossimo report della Cabina di regia.
Le verifiche degli ispettori del Ministero in Campania
Ed è proprio sui ‘numeri’ della regione guidata da De Luca che il Ministero della Salute ha inteso fare un focus. Perché se da un lato il dossier settimanale della Cabina di Regia rappresenta una situazione regionale «moderata con probabilità alta di progressione a rischio alto», Speranza non ha ritenuto necessario passare la Campania in ‘zona arancione’, aumentando le restrizioni. Per questo, su input dello stesso governatore campano, gli ispettori del Ministero sono giunti in Campania, accompagnati dai carabinieri del Nas, e negli scorsi due giorni, si sono recati in quattro ospedali di Napoli. I sei ispettori e i militari dell’Arma, riporta l’Ansa, si sono recati (per un confronto con i manager e per acquisire dati su posti letto, anche in terapia intensiva, e sul personale) in 4 strutture sanitarie partenopee: l’azienda ospedaliera di rilievo nazionale Antonio Cardarelli, l’Ospedali dei Colli (per i nosocomi Monaldi e Cotugno) e l’Ospedale del Mare di Ponticelli.
La preoccupazione di Caserta e Napoli
Il rischio che la Campania possa ‘cambiare zona’ non è, naturalmente, in alcun modo escluso. Anzi, da Roma giungono voci che tra venerdì e domenica, possa essere ridefinita la situazione, anche sulla base del nuovo dossier che sarà preparato dagli ispettori inviati in Campania per verificare la situazione della sanità. Il nodo, come viene ripetuto da giorni, è relativo soprattutto alle province di Caserta e Napoli, dove il trend dei contagi è in aumento costante (come si evince anche dai grafici). Per questo motivo, rimbalza anche l’ipotesi di possibili misure restrittive che possano riguardare solo queste due province senza ‘toccare’ Avellino, Benevento e Salerno dove l’epidemia sembra essere ancora sotto controllo.