Il racconto: quella preghiera al Santo, la sedia di legno e il miracolo delle albicocche
Si narra, infatti, che una donna, in dolce attesa, si rivolse a Santo ischitano San Giova Giuseppe della Croce, col desiderio di assaggiare un’albicocca, introvabile però nel periodo invernale. Il santo, allora, le regalò una piantina da cui spuntarono presto i frutti agognati dalla donna. Dopo la beatificazione del santo, la sua sedia divenne oggetto di culto e preghiera, tanto da pensare che avesse il potere di proteggere le donne incinte che vi si sedevano
Sul finir del ‘600, le albicocche entrano nella vita monastica del Nostro San Giovan Giuseppe della Croce e con esse una sedia di legno su cui seduto il santo pregava incessantemente. Albicocche e sedia sono gli elementi “sacri” che avviarono al “miracolo”. Questa in sintesi la storia che raccontiamo. Al Corso Vittorio Emanuele, una delle strade più importanti e panoramiche di Napoli, sorge uno splendido monastero incastonato nella roccia, ricavato inizialmente da una cella scavata nella collina di San Martino, da un frate francescano. La cella fu prima trasformata in una chiesa, poi in un convento, chiamato “di Santa Lucia al Monte”.Questo luogo, che conserva il suo antico valore mistico e religioso, oggi è stato trasformato in un albergo, un hotel panoramico, “San Francesco al Monte”, dove sono custodite una vecchia cappella e una sedia che avrebbe il potere di proteggere le donne incinte. La storia del Convento iniziò con Frate Agostino de Miglionico, che nel ‘500 decise di ricavare da una roccia una piccola chiesa, che poi divenne un convento. In questo luogo visse per 12 anni, e poi morì, anche colui che poi diventò San Giovanni Giuseppe della Croce, nativo e patrono di Ischia.Il santo operò qui con devozione e spirito di carità, tanto da essere considerato un oracolo dai napoletani. Dal 1734, anno in cui morì, la sua cella fu trasformata in una cappella in sua memoria. Qui c’è nascosta una sedia in legno, dove era solito sedersi per pregare. Secondo la leggenda, infatti, fu proprio qui che si verificò il cosiddetto “miracolo delle albicocche” attribuito al santo. Si narra, infatti, che una donna, in dolce attesa, si rivolse a lui col desiderio di assaggiare un’albicocca, introvabile però nel periodo invernale. Il santo, allora, le regalò una piantina da cui spuntarono presto i frutti agognati dalla donna. Dopo la beatificazione del santo, la sua sedia divenne oggetto di culto e preghiera, tanto da pensare che avesse il potere di proteggere le donne incinte che vi si sedevano.
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