IL PUNTO Procida e il rito di San Michele che cambia

San Michele, il nostro angelico protettore, il 29 settembre prossimo non attraverserà tutta Procida, come era stato preventivato, dopo la mancata processione di maggio scorso per l’inclemenza del tempo. Il curato Michele del Prete, con una mossa a sorpresa, ha deciso di dare una svolta alla manifestazione. Il divino arcangelo, dopo la celebrazione della messa nella chiesa madre, verrà preso e trasportato con processione solenne nella chiesa di Santa Margherita nuova, ove rimarrà fino all’imbrunire, e da dove ritornerà in abbazia. Di sicuro è una completa novità! A dire il vero a me la soluzione è piaciuta moltissimo. Tutta la cerimonia conferisce all’insieme una sensazione di antico ed una sorta di fede rinnovata. Sembra ritornare ai tempi passati quando la chiesa di Santa Margherita accoglieva un convento domenicano; i buoni monaci cantavano il mattutino, celebravano le messe, officiavano tutte le funzioni; fino ad una settantina di anni fa io da casa mia, alla Madonna della Libera, scorgevo le vetrate illuminate e udivo il suono delle campane portato dal vento di scirocco e levante. Poi, dopo pochi anni, andò tutto in rovina.

Ricordo che agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso entrai in questa chiesa. Era tutta una rovina e la volta era parzialmente crollata. Insieme agli amici con i quali vi ero entrato ci affrettammo ad uscirne. Poteva essere pericoloso rimanere. Feci in tempo ad ammirare il magnifico altare barocco e le pareti e la volta affrescate. Poi, in seguito, crollò tutto, salvo poi in tempi più recenti ad essere oggetto di un vigoroso restauro. Oggi questa chiesa, tranne gli affreschi delle pareti e della volta, andati irrimediabilmente perduti, è ritornata alla bellezza originale. Quello di Santa Margherita è un sito dall’altissimo valore storico e religioso. I monaci domenicani di stanza a Procida fino al ‘500 avevano la loro sede in Santa Margherita vecchia alla Chiaiolella. Ma per i poveri frati la sede era piuttosto scomoda perché incontravano grosse difficoltà a scendere in paese per le incombenze del loro ministero, specie nelle notti invernali. Si narra anche di qualche monaco malmenato da qualche malintenzionato. Il cardinale Innico D’Avalos, in quel tempo feudatario di Procda e abitante nell’omonimo palazzo, era un “principe del Rinascimento e mal sopportava il non potere andare a caccia per la ristrettezza del territorio a Terra Murata. Approfittando dello stato di disagio dei domenicani di Santa Margherita vecchia, fece loro una proposta che che questi non potevano rifiutare: i monaci gli avrebbero ceduto la collinetta alla Chiaiolella, dove avrebbe potuto andare a caccia e lui avrebbe dato a questi l’equivalente del terreno a Terra Murata con la costruzione di un convento e di una nuova chiesa, Santa Margherita nuova, per l’appunto. Affare fatto! I monaci domenicani accettarono.

Tutto filò liscio fino a quando i frati non si accorsero che il cardinale li aveva imbrogliati. Infatti il terreno ceduto da questo era inferiore per superficie a quello ceduto dai frati al cardinale. Ne nacque un contenzioso che vide il cardinale ed i monaci sul piede di guerra. Bisognò aspettare Napoleone per mettere fine alla questione. Tutti questi avvenimenti mi hanno richiamato alla mente la notizia che San Michele andrà in tournèè a Santa Margherita nuova. Complimenti al curato per l’idea.

P.S. Amici che mi leggete, a Terra Murata c’è tanta storia, tanta civiltà, tanta spiritualità che uno neanche se l’immagina. Meditate, gente, meditate….

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