IL PUNTO Procida e il Cristo Morto, giusto fare chiarezza
Poiché si corre il rischio che le mie parole sul Cristo morto procidano vengano travisate tengo a fare questa precisazione pubblica. Per prima io non sono per nulla favorevole ad una copia in resina della statua, anzi! Mi rendo conto che ai Procidani la presenza di una copia da portare in processione non piace. E ciò è normale. La mia era una proposta provocatoria per sollevare l’attenzione degli appassionati sul problema.
L’anno scorso, di questi tempi, in occasione dei vari tours turistici del Cristo per le varie chiese di Procida, il duomo di Napoli, l’isola di Ischia io feci sentire la mia voce del tutto contraria, ma non molti mi vennero dietro. Anzi qualcuno dell’enclave curiale mi disse chiaro e tondo: “Dottò, levati di mezzo!”Come a dire: ma chi te lo fa fare? Io allora mi resi conto che si poteva trattare di una sorta di congiura di cui il Cristo ne avrebbe fatto le spese. E mi interstardii ancora di più! Il Cristo è un’opera d’arte sulla quale ho scritto due libri e la conosco bene. I miei timori sono assolutamente giustifcati e non frutto di un particolare ed artefatto allarmismo. Se qualcuno non ha compreso il valore artistico della statua, e soprattutto è in malafede, io non ci posso fare niente. Se poi qualcuno , tramite il Cristo, pensa di farsi pubblicità e di soddisfare il proprio “Ego”vi avverto che siamo caduti proprio in basso. Cara Enrica Cozzolino e caro Antonio Brecciano. io la penso perfettamente come voi e mi rendo conto che bisogna assolutamente fare qualcosa. Lo chiede Procida, i Procidani, tutti gli amanti dell’isola, le persone di cultura. Ma soprattutto lo richiede il buon senso, che, di questi tempi, pare sia scomparso.