IL PUNTO La Santanchè e il distretto turistico

DI BENEDETTO VALENTINO

Non posso nascondere una grande amarezza nell’ascoltare le parole del Ministro del Turismo Daniela Santanchè,  giunta a Ischia per annunciare una campagna promozionale della nostra isola, dopo l’alluvione del 26 novembre scorso che si concretizza nell’hastag #ThisisIschia. Il Ministro si è soffermata più volte nel suo discorso sul Distretto Turistico dell’isola d’Ischia. Chi mi legge conosce bene quanta energia ho profuso, unitamente agli amici, per far approvare il decreto legge che lo istituisce. Purtroppo nonostante gli sforzi personali, le sei delibere di adesione dei municipi isolani e le centinaia e centinaia di aziende coinvolte nulla di concreto in questo lunghi anni è stato prodotto. Le parole pronunciate dal Ministro sono nette: <<Nel 2013 era stata siglata (ma poi poco si è fatto) l’introduzione dei famosi distretti turistici. Il decreto è di ormai nove anni fa, ai sindaci dico che non è possibile che in dieci anni uno strumento del genere non lo si riesce ad attivare dopo che in altre realtà hanno sortito risultati straordinari. E’ assurdo che non si capisce l’importanza dei distretti, è chiaro che io mi chiedo cosa sta succedendo: oggi rimettere mano con forza a questo organismo significherebbe avere a che fare con burocrazia zero, riqualificare un’offerta turistica a livello nazionale e internazionale. E’ opportuno che tutti i soggetti collaborino per far partire questo distretto, ai primi cittadini il compito di mettere tutti insieme dimenticando personalismi e particolarismi. Ischia vince solo se si lavora insieme>>. 

Purtroppo sono buoni propositi che poi non troveranno una applicazione nella vita amministrativa. La questione riguarda la cultura locale: sei municipi, i cui amministratori non hanno una visione comune, decine di associazione di categoria, divisi e quasi sempre autoreferenziali. In questo contesto qualsiasi tentativo di far fronte comune al di là della facciata e delle dichiarazioni di intenti non trova mai una sintesi pratica. Ischia è un sistema in crisi, il turismo è “malato”: lo sappiamo tutti, tutti facciamo sempre la stessa analisi ma nessuno ha il coraggio di cambiare nella paura di perdere il proprio piccolo orticello. Basta vedere quello è successo con il terremoto e quello che si è ripetuto dopo l’alluvione, stesso copione, stesso dramma. Spente le telecamere il “guaio” è rimasto solo agli abitanti di Casamicciola.

Se non scatta una presa di coscienza collettiva Ischia resterà eterna fedele al suo clichè, con gli isolani beati nel ripetere che siamo l’isola più bella del mondo, ignari delle grandi potenzialità che possiamo ancora esprimere. 

Fin qui, come isolani, abbiamo le nostre colpe. Ma anche lo Stato non è da meno. Va detto infatti, per onore della verità, che i distretti turistici  italiani, nella loro fase attuativa non hanno mai trovato la loro piena realizzazione della zona a Burocrazia Zero e delle agevolazioni fiscali, tanto sbandierati da tutti i governi, perché si sono impantanati nella Conferenza Stato- Regione, nell’enorme apparato burocratico e nella legge non sempre chiara. La competenza del turismo non è infatti statale ma regionale e lo stato non può intervenire sui sistemi turistici regionali. Ogni regione ha scelto il suo modello, la Campania ha una legge sul sistema turistico che di fatto non ha mai trovato una applicazione pratica e che non contempla i distretti. Esiste però una parte di competenza dello Stato su cui le Regioni non possono intervenire: è la parte della legge 106/2011 che teorizza le “zone a Burocrazia zero”. E su questo il Ministro Santanchè potrebbe essere di aiuto e di supporto, non solo a Ischia ma a tutto il sistema turistico nazionale. 

Dopo le parole della Santanchè per entrare nella fase operativa i sei sindaci di Ischia dovrebbero mettere in pratica quello che la legge, in maniera molto confusa, stabilisce: inviare una pec al prefetto con un documento unitario che lo invita ad attuare quanto stabilito dalla legge: istituire sull’isola una zona a burocrazia zero e invitare contemporaneamente il Ministero per l’economia ad attuare tutte le previste agevolazioni economiche stabilite dal decreto legge per la nostra isola. Noi lo abbiamo fatto più di dieci anni fa e non ci stata inviata risposta. Magari i tempi sono maturi per attuarlo. Ma i sei sindaci avranno il coraggio di farlo? Sarebbe una bella sfida di un’isola finalmente unita alle inefficienze burocratiche dello Stato che tanto promette ma poi non attua. Personalmente resto a disposizione dei sindaci e degli amministratori dell’isola per ogni chiarimento. Non ci nutro molta fiducia perché, onestamente, dopo tanti anni, sono stanco delle parole. 

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