“Il progetto di codice marittimo” del procidano Michele De Jorio
Il libro scritto da Alfonso Mignone per Passerini editore è stato presentato lo scorso 3 giugno nell’incantevole coffe-house dei coniugi Scotto-Capodanno
Venerdì 3 giugno presso la coffe-house dei coniugi Scotto-Capodanno alla via P. Umberto, nell’ambito della rassegna culturale “Fiera del libro di Procida”, si è tenuta l’anteprima del nuovo libro di Alfonso Mignone “Il progetto di codice marittimo del procidano Michele De Jorio” edito da Passerino Editore, presente l’autore, sono intervenuti per i saluti istituzionali il sindaco Raimondo Ambrosino ed il consigliere delegato del Comune di Procida al lavoro marittimo Carmine Sabia.
Maria Capodanno ha introdotto la presentazione del libro ricordando la figura dei De Jorio che hanno dato lustro all’isola ed in particolare del giurista Michele di cui il libro tratta.
Raffaella Salvemini, dirigente di ricerca CNR, ha collocato l’attività del De Jorio nell’ambito dell’azione riformatrice in campo marittimo e del commercio di Carlo III prima e del figlio Ferdinando IV dopo.
Pasquale Lubrano ha tratteggiato le difficoltà dei rapporti commerciali tra i popoli marinari dal medioevo ai tempi moderni fino allo scorso secolo e l’evoluzione della ricerca di regole per disciplinare i rapporti commerciali e le relazioni in campo marittimo tra i popoli.
Naturale è stato il raccordo tra la figura e l’opera di Michele De Jorio ed il contenuto del libro appena edito, scritto dallo stesso Lubrano: “Procida. Un pacifico popolo di mare” che descrive la carta identitaria dei procidani e, tra tanto altro, ricorda anche l’opera di de Jorio.
Michele De Jorio, avvocato e magistrato del foro napoletano, poi presidente del Sacro Regio Consiglio borbonico, che si occupò, sin dalla giovane età, di economia e diritto marittimo. il 20 dicembre 1779 da Re Ferdinando IV di Borbone, ebbe incarico di compilare un Codice di leggi marittime e navali, per regolamentare, e trattare i suoi diversi aspetti della navigazione e del commercio nel Regno di Napoli.
L’opera fu realizzata in due anni nel 1781 con il titolo provvisorio di “Codice Ferdinando o Codice marittimo compilato per ordine di S.M. Ferdinando IV”, ma rimase incompiuta travolta dagli eventi politici di fine secolo. De Jorio aveva riunito teoria, storia e consuetudini di diritto pubblico e privato, in latino ed in italiano, sotto il titolo “CodicisLegumNeapolitanarum”. Si ispirava alle fonti precedenti ed esponeva il suo pensiero filosofico non solo nella materia della navigazione ma anche in altri campi legati agli interessi del regno: agricoltura, manifatture, lettere e arti, la morale e la finanza. L’opera nella parte normativa trattava: le persone, le cose e le azioni del mare, i dazi marittimi, i diritti reali sulla nave, la proprietà e possesso dei beni ritrovati in mare, i contratti marittimi come la lettera di cambio, la polizza di carico, il deposito nautico, il pegno e l’ipoteca marittima, nonché quelli connessi alla gestione della nave, le controversie.
Il libro, disponibile nelle librerie dell’isola di Procida, non si limita a tratteggiare l’opera di De Jorio ma tratta dell’evoluzione normativa nel tempo.
Alfonso Mignone, avvocato marittimista salernitano e appassionato studioso di diritto marittimo ha pubblicato già diversi saggi in materia. Fa parte del “Propeller Clubs Sez. di Salerno” che ha lo scopo di promuovere, appoggiare e sviluppare le attività marittime allo scopo di migliorare le relazioni umane ed i rapporti internazionali.
Ha iniziato un ampio tour di presentazione della figura del nostro Michele de Jorio, iniziando da Procida in suo onore ed in omaggio a “Procida Capitale della Cultura”.
L’incontro con l’autore in un luogo ameno e testimonianza dell’epoca d’oro della marineria procidana, quale è la coffe-house dei coniugi Scotto-Capodanno, ha favorito un cordiale confronto di approfondimento con i marittimi presenti sui temi trattati. Una bella serata di storia e cultura marinara!