Il piano “salva tribunale” degli avvocati sul tavolo del Ministro
La proposta di legge per la stabilizzazione delle sezioni distaccate è stato inviato ieri mattina a via Arenula. Moderata soddisfazione dell’Assoforense in vista dell’iter legislativo
Arrivano buone notizie da Roma per la giustizia isolana. Il testo con la proposta di legge per la stabilizzazione della sede distaccata del Tribunale è stato inviato ieri mattina al Ministro della Giustizia, e finalmente essa può iniziare il suo cammino legislativo. È stato il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, avvocato Andrea Mascherin, a presentare al Ministro la proposta per la stabilizzazione dei Presidi Giudiziari delle isole di Ischia, Elba e Lipari.
Il testo è composto da un articolo con tre commi, con la rubrica che recita: “Ripristino delle sezioni distaccate insulari di Ischia, Lipari e Portoferraio”. Il provvedimento punta a modificare alcune previsioni del decreto legislativo del 19 febbraio 2014 n. 14, quello che ridefiniva la geografia giudiziaria del Paese tramite la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari. «Non possiamo che esprimere soddisfazione per questo primo importante atto, risultato dell’intensificazione dei nostri sforzi tesi all’ottenimento di un Servizio Giustizia stabile ed efficiente per i Cittadini delle isole», hanno dichiarato ieri gli avvocati Gianpaolo Buono, presidente dell’Associazione forense dell’isola d’Ischia, e Francesco Cellammare, consigliere delegato alla stabilizzazione ed al riconoscimento della sede disagiata, che hanno poi spiegato: «Naturalmente si tratta solo di un primo passo avanti che, se incontrerà il favore del Ministro, del Governo e delle forze politiche presenti in Parlamento, garantirà il mantenimento definitivo delle Sezioni Distaccate di Tribunale o di Tribunalini insulari da efficientare poi mediante il riconoscimento dello status di sedi giudiziarie di prossimità disagiate e la conseguente previsione di incentivi economici, di carriera o pensionistici per il personale ed i magistrati provenienti dalla penisola».
L’Assoforense non ha d’altra parte dimenticato chi tuttora sta contribuendo a questa lunga lotta per la salvaguardia del presidio giudiziario: «Un plauso ed un ringraziamento accorato va rivolto al CNF, al Presidente Mascherin ed ai Consiglieri Francesco Caia e Giovanni Arena che insieme all’Ufficio Studi ed all’Osservatorio Permanente sull’Esercizio della Giurisdizione, hanno raccolto il nostro grido di dolore ed analizzato tutti i dati che giustificano e sorreggono graniticamente la proposta di legge. D’altro canto siamo grati anche ai nostri rappresentanti politici, al Sindaco Francesco Del Deo nella sua veste di Presidente Ancim ed a tutti i parlamentari di ogni colore politico che comprenderanno la drammatica condizione in cui versa l’amministrazione della Giustizia sulle isole, e ringraziamo per i loro interventi e sollecitazioni in tal senso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, il Presidente Tafuri, ed il Presidente del Tribunale di Napoli, dottor Dario Raffone». Naturalmente la strada verso la risoluzione dei problemi della giustizia locale è ancora lunga: «È evidente – hanno dichiarato i vertici associativi – che la stabilizzazione da sola non risolve il problema dell’inefficienza del servizio per assenza o carenza di risorse umane e che lo step successivo deve essere quello dell’introduzione dei benefits che possano alleviare i disagi delle sedi insulari, ma ciò sarà possibile solo dopo che queste sedi precarie siano state finalmente istituzionalizzate». Ci auguriamo in definitiva che il duro lavoro messo in campo con il CNF dal mese di novembre ed i nostri continui viaggi a Roma con i Colleghi delle Associazioni Forensi di Elba e Lipari e con i rispettivi Sindaci o Amministratori locali, possano dare i frutti sperati e che le nostre legittime istanze siano accolte dal Governo e dal Parlamento affinché il nuovo anno sia foriero della tanto agognata Giustizia per gli isolani», hanno concluso gli esponenti dell’Assorense isolana.
La proposta di legge era accompagnata da una relazione sintetica “sulla necessità e la urgenza della definitiva stabilizzazione” delle sedi distaccate insulari. La parte relativa all’isola d’Ischia riassumeva dati e statistiche ben note a chi ha dimestichezza con la questione: «L’isola ha una popolazione residente (aggiornata al novembre 2019) di 62.150 abitanti, che raggiungono le 500.000 unità nei mesi estivi, ed una popolazione fluttuante di circa 4\5 milioni di turisti all’anno; ha un indice di contenzioso storico di circa 8.000-10.000 procedimenti nella sola Sezione Distaccata tra civile, penale, lavoro, previdenza, volontaria giurisdizione, esecuzioni (al 14 novembre 2019 si contano 2034 cause civili pendenti, 4793 procedimenti iscritti al mod. C registro esecuzioni civili, 1011 procedimenti penali pendenti, 350 procedimenti di Volontaria Giurisdizione tra tutele, amministrazioni di sostegno e curatele) senza contare il carico di lavoro dell’Ufficio del Giudice di Pace per altri circa 5.000 procedimenti annui e circa 7000-8000 pendenze (le cause civili iscritte al 28 ottobre 2019 sono 2.894, circa 600 cause penali), all’esito dei quali non può farsi a meno del Tribunale per le impugnazioni e le esecuzioni; l’isola dista 18 miglia marine dalla terraferma, distanza che diventa siderale nel periodo invernale (da novembre a marzo-aprile), allorquando le continue mareggiate rendono pesantemente disagevole la trasferta marittima, sino a determinare, il più delle volte, la sospensione dei collegamenti con le isole del golfo di Napoli per avverse condizioni meteo.
Inoltre, il numero dei navigli disponibili è del tutto insufficiente e inadeguato per il trasporto in terraferma della intera utenza isolana della Giustizia, e durante la stagione turistica (da aprile a novembre) quei pochi aliscafi disponibili sono sempre saturati dai turisti. Solo sull’isola d’Ischia esercitano stabilmente la professione circa 400 Avvocati iscritti all’Albo COA di Napoli, molti dei quali, nel caso di chiusura del Tribunale, incontrerebbero difficoltà enormi alla prosecuzione della loro attività, finendo per essere costretti a cessare l’attività professionale (con un danno indiretto per lo stesso Erario)». Mentre arrivava la buona notizia nei corridoi del Palazzo di giustizia di via Michele Mazzella, nell’aula del Giudice di Pace ieri mattina si stava svolgendo un evento formativo a cui hanno partecipato diversi avvocati: oltre all’avvocato Cellammare, i relatori erano i colleghi Pasquale Altamura e Loredana Capocelli. L’incontro era intitolato “Spunti di riflessione dal codice deontologico forense”, e ha riguardato l’evoluzione della funzione sociale dell’avvocato, mentre il segretario del Consiglio dell’Ordine di Napoli, avvocato Giuseppe Napolitano, ha portato i saluti del Presidente e dei consiglieri.