CULTURA & SOCIETA'

Il pianista Antonio Faraò a Ischia

DI ROSSELLA BARBIERI

Venerdì 30 agosto si è tenuto lo spettacolo di Antonio Faraò (pianista) Quartet con Chico Freeman (sassofonista e clarinettista) per un omaggio al noto sassofonista John Coltrane, all’auditorium Leonardo Carriero (Lacco Ameno) . Il concerto è stato organizzato dall’Ischia International Jazz Academy per il festival “Piano & Jazz”, con la consulenza di Carlo Pagnotta ( fondatore dell’Umbria Jazz); inoltre vi erano il contrabbassista Makar Novikov, e il batterista Pasquale Fiore.

“La mia passione per il jazz è nata fin da bambino, son cresciuto in una famiglia dove tendenzialmente si ascoltava jazz con i vinili e i dischi di Benny Goodman, Fitzgerald, Louis Armstrong. Ho assimilato naturalmente questa musica; quando avevo 6 anni i miei genitori mi portarono al teatro lirico di Milano per assistere ad uno dei migliori concerti, ormai rimasto nel mio cuore, con la big band e la Fitzgerald. Iniziai a suonare il vibrafono, lo xilofono, successivamente la batteria, ed infine, a 9 anni, il pianoforte” – racconta il pianista Faraò.

“ Ho seguito il conservatorio, all’inizio andavo privatamente dal maestro Adriano della Giustina, e successivamente ho preso lezioni in conservatorio con Riccardo” – continua Antonio.

“ Ultimamente ho suonato a Sofia, in Bulgaria , e c’erano quindicimila persone, tra cui molti adolescenti che seguono questo genere di musica” – delinea Faraò.

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“Il mio brano preferito è Black Inside, è il mio cavallo di battaglia, è un blues minore, è uno standard” – sottolinea Antonio.

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“ Tra gli artisti con cui desideravo suonare sono Wayne Shorter, Miles Davis, ed ho avuto l’opportunità di conoscerli da vicino. Sono stato invitato per tre anni all’International Jazz Day in Marocco, è stato un grande onore essere ospite di questo team favoloso. Nell’edizione del 2015 suonai due brani con noti artisti, tra cui Wayne Shorter e Al Jarreau” – continua.

“ Tra i prossimi concerti vi è Milano , poi Parigi con il gruppo Asta (Antonio, Sylvain, Thomas, Andrè ) in uno dei locali più importanti della città; il gruppo Asta venticinque anni fa era il quartetto di Andrè Ceccarelli” – dice Faraò.

“ Il problema delle etichette discografiche è legato alla promozione dei dischi, c’è bisogno di un ottimo team; per esempio, il mio nuovo lavoro l’ho registrato con l’etichetta storica Criss Cross, e sto lavorando molto bene; le major invece lavorano sul commerciale” – evidenzia Antonio.

“ Artisticamente, vorrei dire che grazie al jazz, alla musica si impara ad assimilare ciò che si ascolta, non bisogna copiare ed imitare altri artisti, ma mantenere la propria personalità” – Faraò esprime ciò che la musica può insegnare.SELLA BARBIERI

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