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Il personale scappa, così il Rizzoli “muore”

Unità lavorative che vanno e vengono e quasi sempre - favoriti anche da norme francamente incomprensibili - sostituiti dopo appena un paio di mesi. Ecco cosa c'è dietro il coma (che rischia di diventare irreversibile) dell'unico ospedale isolano. A meno che anche stavolta non arrivi la solita pezza a colori...

Presso il P.O A. Rizzoli di Ischia vi è carenza di 12 CPS Infermieri e 2 CPS Fisioterapisti, per la quiescenza di alcuni e le vecchie carenze già note. Ad acuire la situazione, nel totale disinteresse di chi dovrebbe intervenire ed invece latita, il cambio compensativo della CPSI Cecere Anna che dall’1 aprile 2023 non è stato allocato presso il P.O. “A.Rizzoli” ma ad altra struttura aziendale senza alcun “nulla osta” da parte della direzione del Rizzoli di Nunzio Quinto. Alla Cecere doveva subentrare un professionista di Avellino che invece a scelto altra destinazione.Non essendovi altre risorse disponibili da riallocare in quel di via Fundera proprio Quinto a proceduto ad assegnare le 4 CPS Infermiere in forza all’organico dell’Ostetricia/Ginecologia ad altre articolazioni carenti.

Nunzio Quinto

A pagare le spese,se la direzione sanitaria dovesse perseverare in questa decisione, sarà la Ginecologia ed Ostetricia destinata a nuovi tagli e restrizioni di personale e soprattutto l’utenza che non potrà beneficiare del servizio prelievi offerto dal punto prelievi del Rizzoli che su disposizione del direttore Quinto doveva essere chiuso sino a nuovo ordine, a partire dal 1 maggio 2023 per far si che la CPS infermiera sia allocata presso la Radiologia (vista la quiescenza della CPSI De Rosa Giuseppina); e Le CPS Infermiere in carico alla Ginecologia/Ostetricia siano allocate con Baccichetto Monica presso la UO Chirurgia/Ortopedia (per la mancata assegnazione del cambio compensativo di Cecere Anna). Una situazione più che catastrofica per la struttura di via Fundera alle prese con molteplici criticità e che di certo non potrà affrontare in queste condizioni i mesi a venire ed il carico della stagione turistica alle porte con un prevedibile aumento delle richieste di accesso e di cure al PO di Lacco Ameno.

Unità lavorative che vanno e vengono e quasi sempre – favoriti anche da norme francamente incomprensibili – sostituiti dopo appena un paio di mesi. Ecco cosa c’è dietro il coma (che rischia di diventare irreversibile) dell’unico ospedale isolano. A meno che anche stavolta non arrivi la solita pezza a colori… Intanto Quinto annuncia il dietrofront: il punto prelievi non chiuderà, attività sospesa forse per due giorni poi tutto di nuovo nella norma di una servito che appartiene al territorio ed alla dottoressa Rossetti che dovrà farsi carico di risolvere anch’ella la situazione collaborando con la direzione ospedaliera. Il grido di allarme è stato lanciato. Ma come si è potuti arrivare sino a qui? Come si è potuti aspettare diperdere più di 10 unità dall’unico ospedale isolano prima di prendere il bandolo della matassa?

Al momento la decisone di Quinto ha scatenato un polverone, di cui hanno avuto, pare contezza il Direttore Generale ASL Dott. Mario Iervolino, il Direttore Sanitario Dott.ssa Monica Vanni, il Direttore Amministrativo Dott.ssa Carmela Cardella, il Direttore UOC Gestione Risorse Umane Dott.ssa Maria Anna Malvone. A loro il compito di disinnescare una bomba sanitaria che rischia di esplodere e che mette in risalto una riduzione di servizi che vanno immediatamente ripristinati. È impensabile chiudere il punto prelievi, depauperare di assistenza infermieristica il reparto di Ostetricia/Ginecologia e riversare, da un giorno all’altro, responsabilità e competenze specifiche alle Ostetriche creando disparità di assistenza rispetto agli altri Presidi Ospedalieri.

In più l’assenza dei tecnici della riabilitazione, fisioterapisti, la carenza di infermieri potrebbe spingere i reduci del Rizzoli, i medici costretti in tri cena senza aiuto a forme di protesta estreme con grave nocumento per la comunità ospedaliera. La situazione del PO Anna Rizzoli di Ischia, sembra ormai giunta ad un punto di non ritorno e fa il paio con lo stato comatoso della sanità sulla intera isola. Una vergogna pubblica manifesta al punto da divenire indecente. Gli operatori sono costretti a turnazioni assurde ed assistiamo ad un progressivo impoverimento del sistema con la chiusura di ambulatori e la impossibilità di erogare servizi minimi di assistenza.

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C’è bisogno di interventi urgenti e straordinari, come chiedo da anni, a maggior ragione con gli ultimi accadimenti catastrofici che dal 2017 ad oggi rendono la nostra Isola maggiormente esposta, fragile,insicura bisognosa di certezze, servizi e luoghi di cura adeguati.

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Tutte le criticità lo scambio Quinto-Rossetti e la chiusura del punto prelievi congelato

Come abbiamo avuto modo di apprendere Un turnover continuo di infermieri e, secondo quello che sono i calcoli, noi siamo in sottorganico, poi l’altra cosa che sta dando molto scalpore è il punto prelievi aperto da poco meno di un anno, come il CUPche fortunatamente vien gestito grazie all’invio da parte del’ASL di nuovi amministrativi. Al contrario il punto prelievi è stato aperto da Quinto con gli infermieri cosi detti “stornati”. Il punto prelievi è, però, una competenza strettamente territoriale. Di stretta competenza della dottoressa Rossetti. Con l’infermiere dedicato, dinuovo stornato ed inviato nei reparti di radiologia,importante al pari del punto prelievi, sia per gli interni che per gli esternisalvo schiarite, dovrà essere la dottoressa a provvedere.

Secondo quanto apprende il nostro giornale Nunzio Quinto starebbe ripensando la sua decisione prevedendo una riapertura con nuovi patti e condizioni in via di pianificazione dopo una chiusura di un paio di giorni. In questo sarebbe nata una sorta di diatriba collaborativa. Stando ai rumors, la direzione di Quinto viene accusata di essere distratta, il territorio di converso viene tacciato di “poca collaborazione” che ha determinato una carenza di personale con la necessità di procacciare il personale in terraferma, reperendolo in altre strutture con costi altissimi. Spesso, l’insularità poi determina, alla manicata accettazione degli incarichi. È il caso dei fisioterapisti che ad Ischia mancavano da tre anni e che ora vengono a lavorare dal presidio di Giugliano, dove Quinto è direttore Sanitario.Tra gli scambi che ha questo punto ha tutta l’aria di essere un braccio di ferro Rossetti-Quinto e che vede coinvolta anche la riapertura del punto prelievi, c’è il “prestito” di Rossetti, quando occorre, del fisioterapista che la stessa ha in dotazione al contrario del Rizzoli.

L’insularità e la mancata accettazione degli incarichi

Ischia paga lo scotto di un tour over continuo, di cui sanno anche i sindacati, di professionisti che non accettano gli incarichi o li accettano prendendosi tutti i benefici slavo poi andarsene. Su tutti il caso è 104 di gente che accetta di venire ad ischia poi si mette in malattia, chiede l’avvicinamento a casa prova e poi fa anche causa all’ASL. Questo è deleterio. Il mancato riconoscimento dell’isola disagiata pesa. Serve dare continuità almeno per tre anni agli incarichi su Ischia. Lo stesso serve per gli amministrativi. Mancano anche i medici. Quinto ha avviato l’avviso per gli specialisti ambulatoriali e nel merito, rivelato fonti interne, stanno arrivando i chirurghi( 2 arriveranno tra fine maggio e giugno). Arriveranno pediatri eginecologi secondo lo stesso sistema, questo consentirebbe almeno di rinfoltire l’organico dei medici.Servono cose mirate su Ischia, al momento olio palliativi.

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