I cattolici dell’isola d’Ischia amano il melograno quale frutto particolare ed atteso nel periodo in cui si aspetta il Natale. Infatti il melograno o melagrana o granata è spesso presente nella decorazione religiosa cristiana, soprattutto per gli abiti e paramenti dei sacerdoti per le funzioni religiose, oltre che in scultura e architettura (per es. sui capitelli medievali). Nel Medioevo, la Vergine Maria era raffigurata con una melagrana fra le mani, come ad esempio la statua di pietra della Madonna della Melagrana del Museo diocesano di Lucera, datata al XIV secolo. Anche alcuni dipinti a tema religioso di Sandro Botticelli, Carlo Crivelli e Leonardo da Vinci, riprendono il tema del melograno o del suo frutto; si veda ad esempio la Madonna della melagrana del Botticelli. Nella c.d. Madonna Salting (Madonna col Bambino) di Antonello a Messina (1460-1469, ora alla National Gallery di Londra) è Gesù bambino a tenere in mano una melagrana, aprendo una tradizione: in questi casi il frutto è un simbolo anticipatore della passione.
Per il colore del suo succo la melagrana richiama infatti da sempre il sangue. Nell’iconografia cristiana diventerà quindi simbolo di martirio, un martirio fecondo come il frutto pieno di semi. Sopra tutto c’è la teologia di Cristo Signore glorioso e della sua Ekklesia-“corpo mistico” che racchiude in sé il popolo salvato e sparso (spermatikòs come il logos-verbo di Dio) nel mondo, seme santo e santificatore. Nel libro biblico Cantico dei Cantici, il melograno ottiene un forte valore simbolico dato il contesto e il genere dello scritto: l’amata è paragonata ad un giardino pieno di alberi di melograno e l’amore potrà essere consumato proprio quando gli alberi saranno fioriti. La melagrana è inoltre nella simbologia ebraica, simbolo di onestà e correttezza, dato che conterrebbe 613 semi, che come altrettante perle sono le 613 prescrizioni scritte nella Torah, (365 divieti e 248 obblighi) osservando le quali si ha certezza di tenere un comportamento saggio ed equo. In realtà i semi della melagrana sono in numero variabile (di certo circa 600), ma il frutto con i suoi semi ricorda quel numero, che come tanti altri, ha riferimenti precisi nella numerologia ebraica. La melagrana per i suoi numerosi semi è simbolo di produttività, ricchezza e fertilità. Quella della melagrana è una delle poche immagini che appaiono nelle vecchie monete della Giudea come simbolo santo. Attualmente molti rotoli della Torah quando non sono in lettura, e quindi sono avvolti, sono protetti da gusci in argento a forma di melagrane (rimmonim) . Alcuni studiosi di teologia ebraica hanno supposto che il frutto dell’Albero della vita del Giardino dell’Eden fosse da intendersi in realtà come una melagrana. La melagrana è uno dei sette frutti elencati nella Bibbia (Deu. 8:8), come speciali prodotti della “Terra Promessa”. La mitologia importata confluisce in Grecia con numerosi riferimenti alle divinità greche al frutto ed ai semi della melagrana, fra gli altri il mito di Persefone e quello di Era. Un giorno importante della Chiesa ortodossa greca è la Presentazione di Maria, in tale ricorrenza è tradizionale in alcune regioni della Grecia la preparazione della tavola della polysporia, anche nota con l’antico nome di panspermia, con offerte di cibi e frutti della terra fertile, con evidenti richiami pagani a Dioniso. Quando è acquistata una nuova casa è uso in Grecia mettere quale primo dono presso l’Iconostasi (altare domestico) della casa una melagrana come simbolo di abbondanza, fertilità e buona fortuna. In accordo col Corano, il melograno islamicoè citato per crescere nel giardino del paradiso (55:068). È anche menzionato in (6:99, 6:141) dove i melograni sono descritti tra le buone cose create da Dio.
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