Se ne discute da tempo ma qualche mese fa, quando la cosa sembrava davvero a un passo, arrivò una brusca frenata. Parliamo della revoca della liquidazione della EVI spa, che dopo il quinto bilancio in attivo consecutivo sembrava pronta ad uscire finalmente dalle secche nelle quali era precipitata a seguito di una gestione che definire dissennata è poco. La cura del liquidatore Pierluca Ghirelli pareva aver dato i suoi frutti ma alla fine la quadratura del cerchio non è stata raggiunta. Sull’uscita dallo stato di “default”, infatti, pare che i sindaci dell’isola d’Ischia non avessero raggiunto unità di intenti e che volessero vederci con maggiore chiarezza su una situazione contabile che evidentemente non convinceva tutti a trecentosessanta gradi e senza esitazione alcuna.
Adesso, però, su questa delicata e complessa questione scendono in campo anche i dipendenti dell’EVI che proprio ieri, tra l’altro, hanno tenuto gli uffici chiusi per riunirsi in assemblea sindacale. Al termine della quale è stata diffusa una nota decisamente esplicativa sulle volontà del personale. Nel comunicato si legge quanto segue: “Su iniziativa della rappresentanza sindacale unitaria dell’EVI spa, in data 3.3.2020 si è riunita l’assemblea dei dipendenti per discutere principalmente della revoca dello stato di liquidazione della Società.
L’ampia, articolata e partecipata discussione ha registrato le preoccupazioni dei lavoratori riguardo agli effetti della mancata revoca della liquidazione che, anche alla luce della normativa nazionale e regionale vigente, pone l’EVI spa nella quasi sicura impossibilità di mantenere il servizio idrico integrato, la cui gestione verrebbe sottratta all’isola d’Ischia per essere affidata ad una società individuata dall’Ente Idrico Campano come gestore del sottoambito di Napoli Città Metropolitana. Tutto ciò vanificherebbe e mortificherebbe gli sforzi compiuti per garantire adeguati livelli di servizio alla cittadinanza ed il raggiungimento dell’attivo di bilancio ormai da cinque anni; inoltre, costituirebbe un’ulteriore perdita di centralità e autonomia per l’isola, così come già avvenuto per altri servizi pubblici: immaginiamo, a titolo di esempio, un’utenza costretta a recarsi in terraferma per accedere agli uffici per il disbrigo delle pratiche, oppure a rivolgersi ad un call center telefonico!”. Insomma, un messaggio chiaro e diretto prima di tirare le somme e concludere: “Pertanto i presenti, con votazione pressoché unanime, hanno deliberato di attendere 15 giorni, a partire dal 3 marzo, prima di assumere ogni ulteriore iniziativa, nelle more di una auspicata nuova convocazione dell’Assemblea dei Soci del CISI che preveda la discussione dell’argomento della revoca della liquidazione; hanno deliberato, inoltre, che la RSU richieda un incontro con il Liquidatore e con l’Assemblea dei Soci del CISI, da tenersi entro il medesimo termine”.