CRONACA

Il divieto di sbarco che “spacca” ancora l’isola

Date di applicazione del provvedimento, modalità: siamo ancora in fase embrionale eppure l’impressione è che ognuno si regolerà per suo conto. E la mancanza di concertazione è oggettivamente imbarazzante

È la stessa storia che si ripete ogni anno: la data di divieto di sbarco per le auto dei residenti in Campania. È un tema che, appunto, ogni anno, divide l’isola. La stagione turistica ancora non è cominciata, ma già si discute. Ed anche quest’anno ogni Comune ha formulato una proposta diversa. A dividere, appunto, è il divieto di sbarco per automobili e motorini durante i mesi estivi. Ogni anno, a partire dalle vacanze di Pasqua (che quest’anno cade il 12 aprile), viene impedito ai turisti residenti in Campania di sbarcare con macchine o motorini. Questo per evitare che migliaia di veicoli intasino le strade dell’isola. Chiunque viola i divieti è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 431 a euro 1.734 così come previsto dal comma 2 dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, con gli aggiornamenti di cui al decreto del Ministro della Giustizia in data 27 dicembre 2018.  Con la nota numero 11216 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il cui Ministro emetterà il decreto, ha invitato i sei Comuni dell’isola a formulare una tempestiva comunicazione del proprio parere ai fini dell’emissione del provvedimento di limitazione della circolazione stradale nell’isola. E le proposte inviate al ministro Paola De Micheli non mettono tutti d’accordo. Anzi. Il Comune di Barano, tramite delibera di giunta ha richiesto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’adozione di un provvedimento che preveda, ai fini dell’applicazione nell’isola d’Ischia per la stagione turistica 2020, il divieto di afflusso e circolazione dal 4 aprile (sabato antecedente la domenica delle Palme) al 31 ottobre 2020.

Inoltre “Nel medesimo periodo sono altresì vietati l’imbarco, lo sbarco e la circolazione sull’Isola d’Ischia di automezzi con portata superiore ai 13,5 tonnellate, anche se circolanti a vuoto, appartenenti a persone non residenti nel territorio della Regione Campania”. E non solo. “la concessione della deroga e del relativo contrassegno per i veicoli (uno per ciascun nucleo familiare) intestati a soggetti che risultino proprietari di abitazioni ricadenti nel territorio del Comune di Barano d’Ischia ed a quelli (uno per ciascun nucleo familiare) di persone residenti nella Regione Campania che dimostrino di soggiornare per almeno 15 giorni in una casa privata, con regolare contratto di fitto, o per 7 giorni in un albergo del Comune di Barano d’Ischia, è subordinata, ferma restando la dimostrazione dei requisiti richiesti, al pagamento di 60euro”.

Diversa, invece la proposta di Lacco Ameno. La proposta partita dal Comune del Fungo ed indirizzata al Ministero dei Trasporti prevede lo stop della circolazione dal 1°aprile al 31 ottobre 2020 per “gli autoveicoli motoveicoli e ciclomotori appartenenti o condotti da persone residenti nel territorio della Regione Campania e quanti guidati da persone residenti nella Regione Campania ad esclusione di quanti appartenenti a persone facenti parte della popolazione stabile dell’isola”. Diversa anche la previsione sui mezzi vietati. Sempre dal primo aprile a Lacco è vietato l’imbarco e lo sbarco e la circolazione di automezzi con portata superiore alle 26 tonnellate anche se circolanti a vuoto, appartenenti a persone non residenti nel territorio della Regione Campania. Aspettiamo le delibere dei sindaci di Ischia, Casamicciola, Forio e Serrara Fontana per capire se ci saranno ulteriori proposte. Al di là delle proposte dei Comuni, e questa volta per fortuna, la decisione definitiva sarà del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che però si troverà a dover scegliere tra le varie proposte ed a non avere una proposta univoca che parta dal territorio. Un provvedimento che si ripete ogni anno dovrebbe essere una formalità ma che, con la discrasia di date, indica la mancanza di condivisione e di comunicazione tra i sei comuni dell’isola. Insomma una pratica semplice e di routine che rischia di ingarbugliarsi.  

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Questo sempre è perché non esiste un ‘COMUNE UNICO”.

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