Il dimensionamento scolastico e le colpe della politica
E’ di qualche giorno fa la notizia di nuovi accorpamenti scolastici in Campania, ben 120, e sull’isola d’Ischia dove, nel comune di Barano l’Istituto Comprensivo “Anna Baldino” accorpa con sé tutte le scuole del Circolo Didattico presenti sul territorio, mentre nel comune di Ischia la gloriosa scuola media “Giovanni Scotti”, istituzione scolastica isolana per eccellenza, viene accorpata alle scuole primarie e materne del Circolo Didattico “Ischia 2” formando, così, un unico nuovo Istituto Comprensivo. In Italia grazie al malgoverno degli ultimi decenni dei governicchi nazionali e regionali di centro, centrodestra e centrosinistra, la scuola e la sanità, ora gestite dalle regioni, sono state equiparate a delle aziende dedite a tenere d’occhio i conti ancor prima di preoccuparsi di garantire il pieno diritto degli italiani alla salute negli ospedali pubblici e quello allo studio negli istituti dell’ordinamento scolastico che parte dalla scuola dell’infanzia (l’asilo) e arriva sino all’Università.
E questo perché i rappresentanti dei suddetti partiti politici di centro, centrodestra e centrosinistra per favorire scuole paritarie e sanità privata, da anni continuano a tagliare fondi all’istruzione ed alla sanità pubblica. Con la conseguenza di aver trasformato, anche da questo punto di vista, l’Italia in un paese medioevale dove il pieno diritto allo studio ed alla salute viene garantito solo a chi ha la possibilità economica, a chi tiene i soldini in tasca tanto per intenderci. E lo vediamo dalla drammatica situazione venutasi a creare negli ospedali pubblici dove scarseggiano medici e personale paramedico, dove, come al “Rizzoli” di Lacco Ameno da anni urge un ampliamento della struttura ospedaliera al momento solo annunciato e non ancora realizzato, mentre nelle scuole italiane gli insegnanti appartengono ad un “esercito” di precari malpagati e la maggior parte degli istituti scolastici sono vecchi ed obsoleti dal punto di vista strutturale e spesso non rispondono neppure alle più elementari norme antisismiche. E che dire del fatto che nella sanità, ed ormai questi episodi sono cronaca quotidiana, quando un cittadino deve prenotare una qualsiasi visita medica o un esame clinico, nell’ospedale pubblico capita che l’appuntamento te lo diano dopo mesi, se non dopo anni di distanza dalla prenotazione, mentre se hai qualche centinaio di euro disponibile il posto esce subito: che vergogna!!! In un paese degno di potere essere definito civile e democratico, per questa intollerabile e situazione creata dalle varie controriforme e dai continui tagli alla sanità e alla scuola, la classe politica a tutti i livelli istituzionali degli ultimi trent’anni dovrebbe essere processata e condannata al carcere. Ed invece è ancora lì a creare danni al Paese, complice soprattutto il sostegno politico ed elettorale degli italiani. In questo quadro desolante della situazione politica, economica e sociale dell’Italia neo-medioevale, si colloca l’accorpamento di alcune scuole isolane. E così, pur di risparmiare qualche spicciolo di danaro pubblico, soldi che semmai poi vengono sperperati per finanziare spettacoli e spettacolini di piazza, si decide di cancellare l’autonomia della scuola media di Ischia “Giovanni Scotti”, di cancellare una storia gloriosa che da sempre l’ha resa, senza nulla togliere alle altre ottime scuole isolane, l’istituzione scolastica per eccellenza.
Essendo che in politica, al di là delle chiacchiere, dei proclami e delle false promesse elettorali poi ognuno deve assumersi la responsabilità della propria azione amministrativa e di governo nel momento in cui viene eletto, anche in questo caso vanno bene evidenziate le responsabilità politiche di chi ha voluto e si è prodigato per gli accorpamenti delle nostre scuole. E lo speciale ringraziamento, in questo caso, per quanto sta accadendo, gli ischitani lo devono porgere agli esponenti politici dei partiti che da destra alla cosiddetta “sinistra”, passando per il centro, compongono il governo nazionale e i governi regionali. Devono ringraziare i responsabili nazionali, regionali e locali di Fratelli d’Italia, di Forza Italia, di Lega e Noi con l’Italia – UDC per il centrodestra attualmente alla guida del governo nazionale, oltre che ringraziare i responsabili nazionali, regionali e locali del Partito Democratico, di Civica Popolare, di +Europa e Insieme che anche attraverso liste civiche sostengono il governo della regione Campania capeggiato da dirigente nazionale del PD Vincenzo De Luca. Partiti di tutto l’arco istituzionale a livello dell’isola d’Ischia bene ed orgogliosamente rappresentati dai vari Luciano Venia, Vitale Pitone, Stani Verde, Giacomo Pascale, Domenico De Siano e Maria Grazia Di Scala tanto per citare solo i più autorevoli ed in vista rappresentanti del centrodestra e per il “centrosinistra”, invece, i vari Enzo Ferrandino e Luigi Di Vaia tra l’altro “sponsor” politici dell’On. Lucia Fortini, assessore regionale alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche Giovanili. Ecco, gli ischitani per gli ulteriori accorpamenti delle scuole e per lo stato comatoso in cui versa la sanità pubblica devono ringraziare i suddetti politici locali che chissà quante volte hanno votato e che con i loro partiti negli ultimi anni hanno tagliato fondi indispensabili al buon funzionamento di scuola e sanità. E sino a quando gli attuali partiti responsabili del totale sfascio dell’Italia e del sempre maggiore impoverimento del popolo di cui giorno per giorno peggiorano progressivamente le condizioni di vita e di sfruttamento nei luoghi di lavoro, continueranno a godere del sostegno elettorale e politico degli italiani, e allora le nostre condizioni di vita sono destinate a peggiorare e la scuola e la sanità pubbliche continueranno ad essere ridimenzionate ed azzoppate. E chi purtroppo ne pagherà le maggiori conseguenze saranno le future generazioni, i nostri figli. Che fare, quindi, dinanzi a questo sfacelo politico, economico e sociale che ci vede tutti vittime sacrificali? La storia ci insegna che le lavoratrici ed i lavoratori e gli italiani in generale, le maggiori conquiste sociali, economiche e sindacali le hanno ottenute con la lotta di piazza e con gli scioperi generali e grazie alla presenza, almeno sino agli inizi degli anni ‘70, di rappresentanti, a tutti i livelli istituzionali, del PCI, e cioè di un partito comunista ancora legato, seppur flebilmente e ancora per poco, agli ideali del marxismo-leninismo. E questa, badate bene, è storia e non partigianeria di chi come me è orgoglioso di essere da sempre un comunista. E allora per uscire dal pantano fangoso in cui l’infame sistema economico e sociale capitalistico ci sta facendo sprofondare, bisogna ridare nuovamente forza ai comunisti coerentemente fedeli al marxismo-leninismo che da sempre si battano affinché migliorino da subito le condizioni di vita del popolo italiano e ci sia l’incremento ed il miglioramento dei servizi pubblici ed in prospettiva per costruire una società nuova, che per noi comunisti è la società socialista, che metta al bando sfruttamento, discriminazioni e negazione dei diritti più elementari. Ed in tal senso è sempre costante l’impegno del Partito Comunista Italiano Marxista-leninista fondato dal compianto Segretario generale Domenico Savio.