IL DATO Turismo: imposta di soggiorno raddoppiata nel 2022
Nell’arco del 2022 gli incassi derivanti dall‘imposta di soggiorno sono raddoppiati rispetto agli anni segnati dalla pandemia e hanno superato dell’11% anche quelli registrati nel 2019. È quanto emerge da una ricerca del Centro Studi Enti Locali per Adnkronos, basata su dati estratti dalla banca-dati ”Siope+”. La ricerca riguarda tutti i comuni che hanno istituito l’imposta, eccezion fatta per quelli che applicano il contributo di soggiorno (Roma Capitale) e il contributo di sbarco (isole minori), ed è basata sull’analisi del gettito registrato tra il 2019 e il 2022 di una delle imposte locali che sono state maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria, vale a dire l’imposta di soggiorno. A livello di riscossione ordinaria infatti, nel 2019 i Comuni avevano registrato incassi per 454.258.579 euro a titolo di imposta di soggiorno, mentre nel 2022 l’importo complessivamente incassato è stato pari a 512.329.358,37 euro. Una cifra pari a quasi il doppio rispetto al 2021 quando l’incasso era stato di 266.511.015,90 euro. Dunque, nel 2022, nell’anno dello sblocco totale dei flussi turistici, si è assistito a un pieno recupero dei numeri ante-pandemia, con addirittura un rimbalzo dell’11 per cento (oltre 58 milioni di euro di gettito in più). E nella top ten delle prime 10 città in ordine decrescente di incasso figurano: Milano, con oltre 48,2 milioni, Firenze (42,5 milioni), Venezia (31,5 milioni), *Provincia autonoma di Trento (22,7)*, Napoli (12,8 milioni), Bologna (10,2 milioni), Rimini (9,5 milioni), Torino (8,3 milioni), Sorrento (6,3 milioni) e Jesolo (5,6 milioni).
Nel 2019, evidenzia la ricerca dello Csel, questi i primi dieci comuni per entrate da imposta di soggiorno: Milano, con oltre 50 milioni, Firenze (41,3 milioni), Venezia (37,7 milioni), Napoli (11,4 milioni), Rimini (9,7 milioni), *Bologna* (9,6 milioni), Torino (8,1 milioni), Sorrento (6,3 milioni), Verona (6 milioni) e Jesolo (5,1 milioni). Questi dieci enti hanno catalizzato, da soli, oltre il 40 per cento di tutti gli incassi complessivi registrati nel 2019. Guardando alla ripartizione territoriale di queste somme, emerge come il primato nella riscossione dell’imposta spetti all’Italia nord-orientale, seguita dai Comuni dislocati nell’Italia nord-occidentale, Italia centrale, meridionale e infine nell’Italia Insulare. Complessivamente, il 60,86% del gettito complessivo è risultato essere appannaggio di Comuni del nord Italia. Considerazioni confermate anche dalla suddivisione del gettito per regioni, che vede al primo posto il Veneto, con oltre 84 milioni di euro incassati nel 2019, seguito da Toscana (70,3 milioni) e Lombardia (69,8 milioni). Queste tre regioni, da sole, incassano il 49,52% del gettito complessivo. Ma chi si è attivato di più per combattere l’evasione che non risparmia anche questo specifico tributo? Nel 2019 sono stati recuperati quasi 9,3 milioni di euro nell’ambito dell’attività di recupero evasione. Circa 4,4 milioni sono riconducibili alle regioni nord-occidentali, 2,3 a quelle meridionali, 914 mila euro al centro, 860 mila euro alle regioni del nord-est e 678mila euro nelle isole. In questa particolare classifica, il primato spetta al Comune di Genova (che ha recuperato oltre 4 milioni di euro, seguito da Napoli (2.070.004) e Siracusa (597.613 euro). Le Regioni più virtuose, da questo punto di vista, sono la Liguria, la Campania e l’Emilia-Romagna.