“Cara Campania”. Non è il principio di una lettera ma la fotografia dell’Istat sull’aumento dei prezzi nella nostra Regione, la più costosa d’Italia. Dai dati, infatti, emerge come in Campania si sia registrata un’inflazione dello 0,5% a fronte di una diminuzione nazionale che si fissa a -0,2%.
I dati dell’Istat
A livello generale si registra una flessione dei prezzi al consumo che non si registrava da ottobre 2016. Il calo più ampio dei prezzi dei beni è dovuto prevalentemente ai prezzi dei “beni energetici”, che vedono un marcato accentuarsi delle spinte deflazionistiche (da -9,7% a -12,7% rispetto a maggio del 2019; -2,8 da aprile 2020). Da segnalare inoltre il lieve rallentamento dei prezzi dei beni alimentari (da +2,7% dell’anno scorso a +2,5% di quest’anno) la cui crescita rimane però sostenuta, sia nella componente lavorata (da +1,8% a +1,7%), sia in quella non lavorata (da +4,3% a +3,7%).
Il caso Campania
Ma se l’inflazione rallenta in quasi tutte le Regioni (la media nazionale è -0,2% rispetto ad aprile) in Campania aumenta lievemente rispetto ad aprile attestandosi intorno al +0,5%, seguita dall’Umbria +0,2% e da Sicilia e Trentino +0,1% (che comunque fanno registrare una flessione rispetto ad aprile) mentre tutte le altre fanno registratre valori negativi. Addirittura a Napoli l’inflazione si attesta sullo +0,7% (seguita da Palermo +0,5% e Perugia +0,4%).
I consumatori
Un aumento dei prezzi su cui è intervenuto il Codacons. “La Campania si pone in testa alla classifica delle regioni dove i prezzi sono cresciuti di più nell’ultimo mese – spiega l’associazione – Considerata la spesa per consumi delle famiglie residenti, la famiglia “tipo” della Campania spende +120 euro su base annua a causa dei rincari dei listini, contro un risparmio medio in Italia di 61 euro all’anno a nucleo; situazione che raggiunge il suo apice a Napoli, dove i prezzi in pieno lockdown crescono del +0,7% rispetto al 2019. E per capire l’anomalia dei listini in regione basta guardare l’andamento dei prezzi in altre aree del Paese: ad Aosta, ad esempio, l’inflazione a maggio è negativa e pari a -1,2%, a Reggio Emilia -1,1% e Verona -0,8%. La Campania si piazza dunque a maggio al vertice della classifica delle regioni italiane dove i prezzi al dettaglio crescono di più, con evidente danno per le famiglie residenti”, conclude il Codacons.