Napoli e Campania sono capofila per le intimidazioni ai politici. E’ il dato che emerge da “Amministratori sotto tiro”, il report redatto da Avviso Pubblico che, annualmente, analizza i casi di violenza a danno di esponenti della politica e amministratori pubblici. Nella provincia partenopea, nell’anno 2018, si sono verificati 47 casi, con un aumento del 38 percento rispetto all’anno precedente. In Campania, nel corso dello scorso anno, si sono registrati 93 casi. Un numero altissimo se si tiene conto che la Puglia, al terzo posto, è stata teatro di soli 59 casi. L’incremento è dell’8 percento rispetto all’anno precedente . Anche la situazione della provincia di Napoli preoccupante con 156 casi negli ultimi quattro anni. Fenomeno in crescita anche nel Casertano con 15 episodi registrati mentre è stabile la situazione nella provincia di Salerno (14 casi) e, fortunatamente, in diminuzione nella provincia di Avellino con soli 11 casi, la metà del 2017. Solo 6 i casi registrati a Benevento e provincia. “I Verdi – spiega il consigliere comunale del Sole che Ride Marco Gaudini – continuano ad essere sotto tiro. Lo testimoniano le numerose aggressioni subite dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che, a causa del suoi impegno contro i parcheggiatori abusivi e la camorra, è stato spesso oggetto di violenze e aggressioni sia fisiche che verbali. Sarebbe lui il politico più minacciato in Italia”.
Lo stesso Borrelli afferma che “la situazione sta diventando insostenibile. I casi di violenza aumentano ogni giorno di più. Oramai le aggressioni a danno di amministratori e politici stanno diventando la normalità. Noi non arretriamo di un solo millimetro davanti ai delinquenti e camorristi però la situazione peggiora di giorno in giorno. Tra l’altro alla violenza nella vita di tutti i giorni si è aggiunta quella a mezzo social. Sono diversi i messaggi minatori che ricevo ogni giorno sui miei profili social. Tra minacce di morte e offese non c’è alcun tipo di filtro. Da tempo denunciamo la presenza della delinquenza sui social ma, finora, il nostro allarme non ha ancora sortito effetti significativi”.