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Il “cuore” di Ischia batte a Roma: balneari in piazza

Davvero numerosa la delegazione di operatori del settore che ieri mattina si è recata in Piazza Santi Apostoli per partecipare alla manifestazione promossa da Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti: in fascia tricolore presenti Giacomo Pascale e Gianni Mattera. Annunciata una grande serrata degli stabilimenti per il prossimo 2 giugno

Serve subito una legge che restituisca certezze definitive sul futuro delle concessioni di spiaggia. È la richiesta fatta da oltre cinquemila balneari, che ieri mattina hanno riempito piazza Santi Apostoli a Roma per la manifestazione indetta dalle associazioni di categoria Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti. Se il governo Meloni non interverrà subito, hanno detto gli organizzatori, i balneari sono pronti a una grande serrata dei loro stabilimenti il prossimo 2 giugno come gesto di protesta. Le concessioni sono infatti in scadenza il 31 dicembre 2024 per effetto della legge 118/2022 del governo Draghi, e nonostante la premier Giorgia Meloni abbia più volte promesso che avrebbe salvaguardato la continuità delle attuali imprese, ancora nulla di concreto è stato fatto – come è emerso da ultimo al tavolo con le associazioni di categoria convocato ieri a Palazzo Chigi. Nel frattempo le amministrazioni comunali stanno iniziando ad avviare i bandi, ma ci sono molti altri sindaci che si rifiutano di farli e che si sono recati in piazza al fianco dei balneari. Assenti invece i parlamentari, non voluti dalle associazioni organizzatrici: stanca delle tante parole e promesse, la categoria ora vuole solo i fatti. Ecco perché erano davvero in tanti e agguerriti ieri mattina anche provenienti dalla nostra isola: diversi i gestori di stabilimenti balneari che hanno risposto alla chiamata alle armi, il mondo istituzionale era rappresentato dal sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale e dal presidente del consiglio comunale di Forio Gianni Mattera.

«Serve una legge subito che restituisca certezze e dignità alle nostre imprese, non possiamo permetterci di attendere il voto europeo», ha detto il presidente di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli. «Se questo governo ci tiene davvero al nostro settore, che batta un colpo. Il lavoro di mappatura è stato importante, ma non sufficiente. Siamo pronti a discutere su un testo di legge che preveda anche l’aumento dei canoni, ma non accetteremo mai l’esproprio delle nostre aziende. Se la politica non ci ascolterà, siamo pronti a tenere chiusi i nostri stabilimenti a partire dai primi di giugno». Ha aggiunto Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio: «Hanno fatto di tutto per dividerci, ma non ci sono riusciti. Giorgia Meloni è una premier forte e coerente, ma ha sbagliato a non agire e a non mandare nemmeno un messaggio. Altri almeno hanno mandato un telegramma e alcuni sono anche venuti, anche se sapevano che avremmo fatto parlare solo la parte lesa di questa questione, ovvero i balneari, i sindaci e le Regioni. Non i politici, perché hanno già parlato troppo. Non pensate però che dopo questa manifestazione non succeda nulla. Questa è l’ultima manifestazione che facciamo a Roma, ma è anche la prima iniziativa di un nuovo ciclo, per una diversa mobilitazione. Se non ci saranno passi avanti, il 2 giugno la festa della Repubblica ve la organizziamo noi sulle nostre spiagge, e poi vi organizziamo anche la campagna elettorale per le europee».

«Serve una legge subito che restituisca certezze e dignità alle nostre imprese, non possiamo permetterci di attendere il voto europeo», ha detto il presidente di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli. «Se questo governo ci tiene davvero al nostro settore, che batta un colpo»

Il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, dal canto suo, così si è espresso: «Oggi (ieri per chi legge), in Piazza era rappresentata la “carne viva” di questo problema perché parliamo di persone e famiglia che nell’attività hanno la loro unica fonte di sostentamento. E parliamo di gente che magari questo lavoro lo fa dal lontano 1920 e che hanno investito tanto dopo la proroga del 2018 che vedeva estendere le concessioni fino al 2033. Molti sono gli imprenditori che addirittura si sono indebitati e oggi si ritrovano costretti a vivere in una situazione di incertezza o che peggio ancora rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada. E non è tutto: pensate che ci sono realtà italiane dove i gestori balneari hanno già ricevuto la classica “ingiunzione di sfratto”, con una serie di Comuni che hanno impresso una accelerazione alla procedura della messa a gara per l’affidamento delle concessioni, mentre magari un’altra parte del Belpaese è ferma. Insomma, la verità è che qui si rischiano delle determinazioni a macchia di leopardo, con tutto quello che ne conseguirebbe». Il primo cittadino lacchese poi aggiunge: «In questo caso totale va sottolineato che non c’è ancora una legge che chiarisca nemmeno se è previsto qualche indennizzo per le aziende, quali sono i criteri per la gara, se viene data priorità agli attualità concessionari e via discorrendo: insomma, un caos ed una confusione che ha portato un vero e proprio esercito questa mattina a scendere in piazza. Non per protestare, è doveroso sottolinearlo ancora una volta, ma per avanzare proposte. Su tutte quella di chiedere al governo che si definisce “amico” dei balneari, una norma che chiarisca una volta per tutte almeno di quale morte si debba morire. E’ un anno e mezzo che si attende una legge, credo sia giunta l’ora di vararla».

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Fabio

Dire che una concessione dato in passato per avere dei voti in cambio sia stata conquistata con tanto sudore e sacrificio mi sembra un tantino esagerato. Caso mai i veri sacrifici li hanno fatto quelli che non hanno avuto una concessione per una pippa di tabacco!

Antonio di curtis

Sono d’ accordo con tutto quanto si dice ma vorrei sapere come si fanno delle concessioni senza un minimo di criterio dove su i lidi assegnati non c’è il minimo confort iniziando dai servizi igienici e da un punto di ristoro parlando di lacco ameno in altri comuni sono più attrezzati a lacco no e poi i residenti dove hanno la spiaggia lìbera qui di libero non c’è niente tranne un pezzetto ti terreno vicino al grande parcheggio adibito a spiaggia sporca. Fatta di terrene piena di sasi ma chi non hhha la possibilità di pagare fino a 1000 euro per un mese che deve fare nemmeno il parcheggio bisogna pagare tutto a momenti anche l aria c’è si respira

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