Il contagio non frena: stop alla scuola fino al 14 novembre
De Luca chiude anche gli asili, netta retromarcia rispetto alla posizione possibilista di qualche giorno fa: l’annuncio nel corso della consueta diretta facebook del venerdì
Il contagio non frena, anzi: i numeri dei positivi in Campania continua ad aumentare e questo ha spinto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a tornare sui suoi passi, firmando l’ordinanza numero 86 che prevede (di nuovo) la chiusura degli asili nido e prolunga la Didattica a distanza in tutte le altre scuole fino a metà novembre. Da lunedì prossimo, dunque, stop alle attività nelle scuole dell’infanzia. Ecco i contenuti dell’ordinanza: con decorrenza dalla data del presente provvedimento e fino al 14 novembre 2020, su tutto il territorio regionale è confermata la sospensione delle attività didattiche in presenza per le scuole primaria e secondaria, fatta eccezione per lo svolgimento delle attività destinate agli alunni affetti da disturbi dello spettro autistico e/o diversamente abili, il cui svolgimento in presenza è consentito previa valutazione, da parte dell’Istituto scolastico, delle specifiche condizioni di contesto; è altresì confermata la sospensione delle attività didattiche e di verifica in presenza (esami di profitto e verifiche intercorso) nelle Università, fatta eccezione per quelle relative agli studenti del primo anno, ove già programmate in presenza dal competente Ateneo.
Con decorrenza dal 2 novembre 2020 e fino al 14 novembre 2020, su tutto il territorio regionale, fatta eccezione per l’attività amministrativa e fermo restando l’obbligo di effettuare le riunioni da remoto, è sospesa l’attività in presenza nelle scuole dell’infanzia. Con decorrenza immediata e fino al 14 novembre 2020, è confermato l’obbligo a tutte le aziende di trasporto pubblico locale di modulare l’erogazione dei servizi minimi essenziali in modo da evitare il sovraffollamento dei mezzi di trasporto nelle fasce orarie della giornata in cui si registra la maggiore presenza di utenti, comunicando i servizi così modulati alla Direzione Generale Mobilità della Regione Campania, nonché all’Ente titolare del contratto di servizio. Dalla data di comunicazione il servizio è erogato secondo la nuova rimodulazione, salvo il potere della D.G. Mobilità della Regione Campania e degli Enti titolari del contratto di servizio di disporre modi- fiche, sulla base di eventuali esigenze di interesse pubblico. «È fatto obbligo alle Aziende di trasporto di dare la massima diffusione alla nuova programmazione dei servizi essenziali a tutti gli utenti sui propri siti aziendali, alle fermate, alle stazioni e su ogni altro mezzo di comunicazione alle stesse in uso. È demandato alla Direzione Generale per la Mobilità di monitorare i programmi e gli orari del servizio assicurato sul territorio e di proporre ogni eventuale determinazione necessaria al fine del perseguimento delle finalità di contenimento e prevenzione dei rischi di ulteriori contagi». Inoltre viene prorogata la zona rossa ad Arzano fino al 4 novembre.
Vincenzo De Luca torna ad invocare il lockdown nazionale al governo Conte. E lo fa, chiedendo di velocizzare le scelte, perché «ogni ora perduta sono migliaia di contagi in più ed in una situazione che è enormemente più difficile rispetto a marzo, perché andiamo incontro all’inverno e l’epidemia influenzale è alle porte». Il presidente della giunta Regionale della Campania blocca chi vorrebbe «chiudere» città come Napoli e Milano, bollando questa proposta come «stupidaggini». «Nessuno si permetta di immaginare misure ‘mezze mezze’ – aggiunge – Per il livello di gravità a cui è arrivato il contagio servono solo misure di carattere nazionale. Il resto è tempo perso. Ci sono regioni più piccole che hanno percentuale di contagi maggiori rispetto a quella che abbiamo a Napoli, che è già alta». Per De Luca, il Dpcm di Conte della scorsa settimana non basta (come del resto aveva già detto domenica da Fabio Fazio su Rai 3). «La cosa più grave che rilevo a carico del governo è che non si è definito un piano di aiuto socio-economico a medio respiro: dobbiamo guardare ai prossimi 6 mesi per aiutare le categorie economiche». Eppure proprio una settimana fa aveva paventato un possibile lockdown regionale. De Luca ne ha per tutti anche per le mamme che hanno manifestato contro la chiusura delle scuole in Campania, definite «mammine» coi figli che «sono gli unici al mondo a volere andare a scuola, forse cresciuti con Ogm e latte al plutonio».
E non manca un attacco alla ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina: «C’è un ministro della Pubblica istruzione che ripete come un pappagallo che si deve tenere aperta la scuola. Ma come si fa a ripetere frasi fatte quando ci sono migliaia di contagi?. Mi hanno messo in croce perché avevo chiuso la scuola, ora tutti stanno adottando la stessa cosa. Questo perché i maggiori vettori di contagio sono i bambini più piccoli, specie quelli tra 0 e 5 anni». De Luca annuncia che, anche nelle ultime 24 ore, in Campania sono stati registrati oltre 3mila positivi su 18mila tamponi processati. Sul fronte ospedaliero, il problema maggiore è nella gestione dei ricoveri ordinari per i pazienti di Covid, mentre le Terapia intensive sono piene solo al 50%. «Già oggi abbiamo 1300 ricoveri in ospedale – spiega De Luca – il doppio rispetto a marzo, quando avevano 4mila positivi contro i 40mila di oggi». In questa seconda ondata, «ci sono tantissimi asintomatici che non hanno problemi fisici ma contagiano». Ma il problema vero è, come sottolinea il governatore, «è che siamo stati costretti a sospendere tutte le attività degli ospedali, tranne quelle salva vita, perché abbiamo una richiesta di 100 nuovi posti letto al giorno. Siamo stati costretti a prendere scelte estreme e difficili, per evitare di avere i malati a terra».