CRONACA

Il congedo di D’Amore: «Così ho cambiato la sanità isolana»

L’ormai ex Direttore generale traccia un bilancio dei sei anni a capo dell’Asl Napoli 2 Nord e ribadisce il suo legame con l’isola, mentre lo aspetta la nuova avventura al Cardarelli

Oggi l’abbiamo vista sinceramente emozionato, segno eloquente del forte legame con quest’isola che Lei ha sempre professato e che oggi è venuto fuori in maniera prorompente, forse anche un po’ lontano dagli schemi abituali.

«Se ci fosse stato ancora bisogno di confermare ciò, oggi si sentiva nelle mie parole tutto quello che l’isola ha rappresentato e rappresenta per noi. Penso che quello che abbiamo fatto in sei anni, con una pandemia che è durata due anni e mezzo, sia davvero il segno di una buona sanità. Sanità che deve essere sempre migliorata. Lo ripeto sempre: con questo drone, ci stiamo proiettando nel futuro, e dobbiamo farlo con nuove forme assistenziali, sempre più vicine ai pazienti. Questa è la sanità che ho cercato di avviare sull’isola: i livelli strutturali sono migliorati, così come quelli delle attrezzature. Forse qualche “segnale” coi sindaci si era arrugginito, ma spero che da parte nostra sia stato superato. In ogni caso l’emozione e l’attaccamento che ho verso quest’isola è davvero forte».

Sei anni alla guida dell’Asl Napoli 2 Nord, in territori anche un po’ “complicati”, a voler essere eufemistici, come la nostra isola, in che cosa l’hanno migliorata dal punto di vista professionale e da quello umano?

«Le dico una cosa: ero primario e capo dipartimento quando ho accettato di diventare Direttore Generale, non avrei mai pensato che si potesse fare sanità curando le persone non da medico. Invece, visti i grandi risultati che ho avuto nel momento in cui ho visto che le mie decisioni potevano essere positive per più persone, mi creda, si è trattato di una grandissima soddisfazione».

Mi consenta una battuta: andare all’azienda-Cardarelli non sembra esattamente una “passeggiata di salute”, ma mi sembra di capire che le sfide non la spaventano.

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«Guardi, anche l’Asl Napoli 2 non era una passeggiata di salute. La vediamo adesso, che ha le miglior performances della regione Campania, con l’ospedale di Pozzuoli di secondo livello, ma arrivare a tali risultati non è stato affatto facile. Nemmeno al Cardarelli sarà una passeggiata: spero di poter portare la mia esperienza maturata nell’arco della mia attività lavorativa per migliorare sempre di più l’assistenza alle persone».

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Perché Ischia resterà casa sua?

«Ischia resterà casa mia perché quest’isola ti entra dentro, con tutte le sue contraddizioni: Ischia ti attira e a volte ti respinge anche. Tuttavia la sua bellezza, i suoi panorami, i suoi tramonti, i suoi profumi, i suoi sapori non possono non rimanerti dentro. Per chi ci ha lavorato e ci ha dedicato risorse, il legame resta indissolubile. Mi vien da dire: fatemi cittadino onorario di Ischia!».

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